Storia d'ordinaria amministrazione tra prebende e cuccagne. Riflesso di un Paese alla deriva..
Stucchevoli….le diversità che si toccano! E si fondano. Fino a diventare tutt’uno. Democratici e Repubblicani. CDU e SPD. Centrodestra e Centrosinistra. Grande Sud e Lega Nord. Europa e Stati Uniti. Il maiale e l’inceneritore. Lo sciamano in elicottero. La donna col burqa che guida la porche. I grattaceli lussuosi del Kuwait dove di sotto passano cammelli e beduini. I miliardari wabbhaiti dei petrodollari che vivono nelle tende. Tutto a prezzo di decenni e decenni di amfetamine e di bombe a difesa dell’oppio e dei gasdotti. E di capitali fittizi che fanno incetta di blindati portavalori. Solo forfora e niente più. Balle e bolle di sapone! Capitali che non trovano impiego. Non trovano sbocco, collocazione. A bando tutto! Anche la produzione di beni e servizi. Occorre distruggere merce in eccesso. Non importa la costante crescita di miseria. C’è chi dice che non basta Kabul! E’ il solito ululato da genio incompreso….
Belle le contraddizioni che ci appartengono. Visibili in maniere luccicante altrove. Nascoste tra le pieghe della nostra società. Oriente o Occidente. Due poli differenti. Due estremità che si toccano. Niente di nuovo. Nessuna luce in fondo al tunnel. Tutto procede secondo copione. Stabilito dall’Editto Europeo. Con lettera di “santo pizzino”.
Tre, due, uno…Ciak si gira!
La giostra elettorale si è appena conclusa. La corsa dei “cavalli di troia” è appena terminata. Si spengono le luci e i riflettori. Tutti vinti e vincitori. Finti guelfi e finti ghibellini. Tutti in fila al Quirinale. Il Vate repubblichino, che prima di tutti volle comprendere le “ragioni” dei vinti di Salò, ha fretta di comporre il governo. Larghe intese e grande coalizione. O una sana compravendita di senatori. I grillini non strillano più. Non protestano più. Anche per loro è arrivata la “scimmia” della fame di poltrone. Al bando i blog, i web e tutte la reti di Sant’Antonio. D’ora in poi inizia il mercante in fiera. Vendita a prezzi di saldi. Insomma un triste ritorno al medioevo. Abbracci e strette di mano. Mafia e massoneria sempre più solide. Sempre più unite. Con avarizia, al potere. Se qualcuno ancora non l’ha capito, ripeto. Vige l’Editto Europeo.. Pareggio di bilancio in Costituzione e non se ne parla più. Bocche cucite. Nessuno avverte il botto. Solo l’Istituto Statale di Statistica parla chiaro. E quando lo fa emette bollettini di guerra. Il carnevale elettorale è già alle spalle. La miseria prospera sempre di più. Drastico è il calo dei redditi. Non si consuma più. Non si produce più. In tempo di recessione, di austerità si muore. Tagli lineari alla spesa pubblica. E privatizzazioni di beni comuni. L’Europa no cresce. L’America non cresce. Due diversità che non crescono.. Si compiacciono. E si toccano.
Bisogna voltare pagina. Bisogna difendere la società! C’è crisi? Bisogna lavorare di più. Rimboccarsi le maniche. Ma no! Gli anni ‘60 son finiti da mezzo secolo. Ora questa crisi ordina che bisogna lavora di meno. Occorrono solo figure intermedie. Potenzialmente improduttive. Ambulanti e piromani . C’è tanta carta straccia da bruciare. Naftalina e Coca Cola come liquidi per bruciare, annientare i tossici salsicciotti bancari. I modelli economici di riferimento che hanno dominato per decenni le accademie e l’università di tutto il mondo non reggono più. Non trovano giustificazioni. Il mondo è teatro di crolli, guerre e crisi irrisolvibili. Irreversibili.
Pronti? Tre, due, uno…Ciak si gira!
Sembrerebbe un tranquillo e gioioso weekend di paura se non fosse per il fatto che qui e dintorni tutto procede bene. Il sole lo vedi ogni tanto con qualche nuvola giocare a nascondino.. Del resto è sempre vigile e attento. Dà sempre luce a questa Regione dove l’emergenza rifiuti è divenuta legge di “diritto” Costituzionale. Dove lo scarto umano del “porcellum” elettorale ha ridato i natali a Scilipoti. Dove una burocrazia vorace e mai sazia inghiottisce di tutto. Dai vermi ai parassiti. E divora. Con andamento pachidermico, denaro pubblico. Mai doma. E mai sazia. Continua a creare organismi di ogni genere e sorta. Carrozze e carrozzoni. Programmi e protocolli. Caramelle, confetti e cioccolatini. Pit, Pisl, Piar, PanKro e chicchirichì! Mangime per maiali e pipistrelli. In realtà sono i “bordelli” gratuiti di “mamma” Regione Calabria. La glorificazione degli alberi della “cuccagna”. Parcellizzazione produttiva. Polverizzazione di risorse pubbliche da distribuire nei vari comuni. Un marciapiede da riparare… un campanile da amplificare…. un lampadario nella piazzetta da far brillare…. un’aiuola da piantare. Contratti di programma. Contratti d’area. Sovvenzione globale. Legge 488. Prestiti d’onore. Un carosello di milioni e milioni di euro buttati via. Senza alcuna rendicontazione. “Evaporati in una nuvola di fumo”, diceva il maestro Faber.. Distribuiti a pioggia come se fossero noccioline americane dopo lo sbarco in Sicilia. Per la crescita e lo sviluppo locale dell’esercito della lupara. Buste, cartelle, cartucce e cartelline. Etichette e stelle filanti. Coriandoli e mocassini. Prebende per aspiranti gioielli di famiglia in cerca di cariche e favori. Enti strumentali come club privè per politici di lungo corso. Sei un trombato alle elezioni? Accomodati c’è posto riservato per te. Una carezza. E un sorriso. Per lo più carico di nebbia. Ma è il modo più semplice ed antico per rispettare gli “equilibri” nella gestione del potere. Un semplice modo per cementificare le alleanze attraverso l’assegnazione dei posti. Un breafing ad Africo Nuovo, uno a Taurianova, un altro a Paola e un altro ancora a Bovalino. E fioccano gli Enti! Di “Casa Nostra” Sempre più famelici e inutili. Amministrazioni di tutto il mondo unitevi! Ed ecco a voi la “Calabria connection” agli ordini del Governatore: Fondazione Field, Fondazione Terina, Fondazione Calabria Etica, Fondazione Calabresi nel mondo, Fincalabra spa, Film Commission. A creare un esercito di portaborse in giro per il mondo senza arte ne parte, nascosti tra le pieghe di questa società, oramai al collasso, a succhiare le succulenti “tette” di mamma Regione. Fioccano le risorse per questi enti parassitari sul bilancio regionale. A discapito delle politiche sociali, dei servizi essenziali e del trasporto pubblico. Cosa importa se cento chilometri di distanza si percorrano in quattro ore tra sacrifici, intermezzi, odissee di viandanti e controllori! La burocrazia ringrazia e non fa una piega. Ubbidisce agli ordine e s’ingrassa. Politica e gestione si “sacrificano” sullo stesso altare della patria. A difendere la corona di miseria, di ozio e di lutto. Siamo precipitati di colpo nel medioevo. La decrescita felice e alle porte. I grillini brindano alla nascita del germoglietto e del frutto.. Con senso altissimo dello Stato. Tutela delle famiglie. E “buon” fascismo.
Tre, due, uno, pronti ….ciak si gira!
Clemente e soave è il tempo di fine febbraio che ci accompagna in Prefettura. La battaglia continua. Senza sosta. Senza esclusioni di colpi. Affilo le armi e punto i nemici. Mi sento circondato come sempre. E l’unico riparo che trovo e sotto i colpi di una biro. Di una penna. Le “bocce” sono in fermento. E sempre più giù. Nel sottosuolo. In stile underground!
C’è da firmare un ibrido protocollo d’intesa. La burocrazia crotonese è lieta di presentarvi l’ennesimo carrozzone politico‐ amministrativo che sta per compiere i suoi primi passi. Sta per nascere, a colpi di ricami e caroselli.. Quel “fantastico” software della Regione Calabria pagato a peso d’oro! Quella piattaforma informatica degli sportelli unici delle attività produttive sembra niente, ma…. “eppur si muove”!
Un attimo. Una sosta. Si caricano le pile, le cartelline e i coriandoli. Ed ora si è pronti.
Tre due, uno…Ciak si gira!
Il clima è da mesozoico… tutti intorno al tavolo ovale, schermi puntati. Riflettori. Proiettori. La dose di morfina finale prima della firma come super metadone è distribuita in formato powerpoint. La dosatrice non fa una piega. Somministra a piccole dosi col suo camice bianco ricamato con fiori di primavera. Due anni di inseguimenti, di pedinamenti, di incontri. E di ammucchiate selvagge. Spreco di carta. Di tempo. Di benzina. E di denaro. Strofinacci per lavaggi di luride vetrine. Tra buchi di bilancio, bancarotte e commissariamenti. Cartoline e dintorni. Di un Paese strafelice, alla deriva.
Ora finalmente sono lì. Assiepati. Tutti partecipi e giocondi. Distinti e pettinati. Sono i sindaci dei comuni con l’aggiunta di uomini per lo più in alto uniforme. A rappresentare gli enti terzi del territorio. Non possono mancare all’appuntamento con l’Ufficiale di Governo.. Non conoscono il significato della loro presenza in prefettura.. Li vedi infighettati e impreparati. Come sempre. Con tutto il rispetto praticamente animali da zoo. Ignobili accozzaglie che mescolano falsità e incompetenza. E inspiegabilmente a tratti diventano partecipi di un strano girotondo. I PISL e PIAR sono lì ad attenderli per le giuste prebende e ricompense. Intanto partecipano alla nascita di comitati e coordinamenti. Di carrozze e carrozzoni. Di asili nido per incontri e ricorrenze... Tutti radunati in prefettura …sembrano chierichetti in gita domenicale. Nessun mordente, nessuno scatto, lucidati a pennello, indossano il vestitino tipico dell’occasione, prelevato dall’armadio come fosse quello della prima comunione.
Tre due, uno…Ciak si gira!
Il copione è lo stesso. Non cambia. L’azione d’intervento e lì, custodita nella pancia del POR Calabria. Un piccolo grume di grasso da sparare nel cervello che accomuna tutte le Province calabresi.
Mamma Regione non lascia a casa nessuno. Figli, figliocci e figliastri. Tutti partecipi a questo “splendido” girotondo. Non si produce niente ma s’inghiottisce denaro pubblico. Questa volta siamo proprio agli sgoccioli. Un piccolo sforzo. Il passo è breve. Una firma… E in un solo istante si consumano due anni di sottobosco burocratico. Due anni per lo più passati distrattamente! Sua eccellenza dà il via alle danze. Il maggiordomo di casa col vestito grigio tendente al plumbeo, ingessato e incravattato a dovere, anche lui è pronto. Da capo gabinetto dovrà porre la firma in qualità di commissario ad acta di un comune sfumato. Evaporato. .
Uomini e donne. Schierati. Schedati come matricole agli ordini di Sua Eccellenza. Politici. Referenti di piccoli condomini del territorio. Belle presenze. Puliti e lucidati. Pronti a tutto, pur di portare un piatto di lenticchia nel proprio piccolo “orticello”. Tutto gira liscio. L’aria è sempre più triste, appiccicosa e pesante. Solo una piccola scaramuccia come dono di giornata. Giusta per rallegrare il clima di monotonia che pavoneggia la scena. Il Sindaco “Giraluna”, fresca ”trombata” all’elezioni, pone un problema di voto e di rappresentanza. I piccoli comuni possono attendere dietro il bancone. Il doge dovrà distribuire un numero maggiore di cioccolatine ai comuni più grandi. Magari con il più alto tasso di “criminalità aggregata”. Niente di fatto mozione bocciata. Il diritto all’elettroshock e al rincoglionimento è assicurato per tutti! Rientro in fila. Tutti a sedere. Una tiratina d’orecchie di Sua Eccellenza può bastare. Il barbuto pachiderma a volte sembra che accenni un discorso, per lo più sembra barrire. Composti, educati, istruiti, schierati e arruolati a difesa della conquistata idiozia. Dove bisogna firmare? Ho fretta devo andare! E’ il Sindaco “Dimamitardo” a chiederlo tra il clamore dei presenti.
Ma….un attimo! Non è possibile! Chi è quello? Un intruso. Una comparsa non prevista sulla scena. Ma si! E’ il mitico assessore dell’attività “improduttive”! Lo vedi tutto d’un pezzo. Saluta. E si sforza. Muove le guance e le palpebre. Sorride a tutti. Ma come al solito passa inosservato. Sembra un pugile suonato che da solo si relega ad un angolino. Si siede dietro le quinte. Guarda attonito la brava gente. Diversa. Sempre la stessa. Stesso impianto molecolare. Stesso cervello. Piccole mosche che la notte, nei loro nascondini segreti depositavano le uova raccolte di giornata e poi volavano a prima mattina, carichi di caffeina, verso quel lavoro improduttivo e parassitario.. Verso una sicura meta. Ognuno artefice del proprio lurido orticello ai confini del mondo. La Calabria. La Provincia di Crotone. Paesi e dintorni. Campagne abbandonate. Per lo più incolte. Terre bruciate. Colate e colate di cemento a santificare il campanile, la piazza e il santo protettore. Riflesso di un Paese quale l’Italia, ormai alla deriva…