Storia di Alzheimer
Diario di Alzheimer
E' dietro di me, è a un piede, un passo. La nebbia è davanti e toglie i colori.
La forza non c'entra, non è una questione di volontà, sono i ricordi che sciolgono, l'eterno diventa un attimo.
Io che di paure ne ho avute tante, temo il sorpasso, temo che il mio sguardo vaghi in un mondo disperso, che le voci attorno provengano da un deserto.
E' dietro di me, è questione di ore.
La mia casa sembra bisbigliare qualcosa, gli amici, i parenti, i miei gatti, sono perplessi, mi vogliono bene.
Credono che il mio diventi il mondo dell'astenia, del dolce limbo.
Ancora non so o forse manca poco.
I ricordi li tengo rinchiusi a duplice mandata di chiave, forse non mi sfuggiranno, il sole me lo ricordo ed anche il tempo.
Le urla dei bimbi qua sotto mi fanno allegria, come le carezze dei miei figli.
Snobbo la tv, non perché io non l'apprezzi per carità, non perché
io non mi concentri, ma soltanto per il fatto che io ami il canto.
Allora accendo una radio ed ascolto un motivo a caso e cantucchio e strimpello delle note afone.
I libri li guardo, son sempre qui avanti a me, guardo le copertine
ordinate da anni.
Di ognuno conosco i segreti il colore ed il verso, son parte di me e del mio essere.
E' dietro di me, mi ha quasi raggiunto.
Non temo per me ma per chi mi sta attorno.
In fondo il mio mondo è quello di sempre, un mio ricordo rimane nel cassetto, un mio stato d'animo rimane il mio concetto di perfetto.
Chissà che diranno dietro ad un mio sorriso che per sempre
conserverò intatto.