Storie allo specchio - Mariam e Nadir

Ecco la fotografia di una promessa d’amore.

Mariam, nel suo vestito bianco è bellissima e mentre si guarda un’ultima volta, allo specchio, ci racconta la sua storia.

Ripensa ancora al suo bagno nella vasca di acqua piovana della sera appena passata, una tradizione ebraica prematrimoniale, in quel momento, immersa in quell’acqua si è sentita rinascere ad una nuova vita, la sua vita con Nadir.

Il loro amore è nato all’uscita di un incontro tra popoli mediorientali, i loro occhi si sono incrociati e parlati.

Si sono rivisti ad altri vari incontri poi Nadir si è avvicinato a Mariam e si è presentato.

Hanno passeggiato lungo il fiume dimenticando i rispettivi impegni.
Dimenticando di essere una ragazza ebrea e un ragazzo palestinese.
Dimenticando il presente.

Da quel giorno le loro vite si sono legate sempre più, diventando radici robuste di un albero, l’albero del loro amore.
Un amore che non ha badato al colore della pelle, degli occhi, alla lingua della loro casa, alla loro religione, all'odio che divide le loro terre.
Hanno pensato solo alla pace, all'amore e alle tante cose che da sempre li uniscono.

Ora è giunto il giorno in cui quell’albero fiorisce e presto da esso si raccoglieranno bellissimi frutti.

Nadir è un uomo gentile, si occupa di finanza e lavora per costruirsi un futuro brillante, ma non dimentica mai le sue origini e onora le tradizioni della sua famiglia, in Mariam ha trovato la sua anima gemella anche in questo, cioè una persona che rispetta l'altro nella sua totalità, nella sua diversità, una persona che nel farlo non dimentica però la propria storia.

Nonostante Nadir abbia un lavoro fatto di numeri, si sente ricco di parole, ogni giorno lascia a Mariam un messaggio su un foglietto nella casella della posta, un gesto attraverso il quale gli sembra di rinnovare e dare materia al suo amore per lei.

Mariam ha lunghi capelli neri, che nasconde sotto una cuffia da medico, Mariam è una pediatra, passa ogni ora della sua giornata toccando e curando teneri pazienti che cercano nei suoi occhi quelli di una mamma.
Ha voluto fare questo lavoro da sempre, già da bambina curava le sue bambole, le accudiva, le accarezzava delicatamente, raccontava loro storie per non farle piangere e oggi che ha trent’anni fa ancora così con i bambini.
Mariam porta nel cuore ogni viso, ogni nome dei suoi piccoli pazienti e talvolta nel suo studio, la sera, scrive favole da raccontare loro, storie di candidi coniglietti o buffi orsetti da recitare mentre li visita.

Oggi è il giorno del loro matrimonio.
Hanno scelto di non scegliere un rito per il loro matrimonio ma di fare una grande festa nella quale raccontare i loro due mondi, troppo distanti agli occhi di tutti, ma che possono trovare un cammino comune proprio nella voglia di tanti giovani di vivere in pace e fratellanza.
Nadir ha occhi profondi e sono lo specchio di un cuore grande, grande come le sue mani.
Nadir spera che Mariam voglia mettere nelle sue mani la propria vita con fiducia, come lui farà con lei.

La loro casa, è un sogno, il nido a cui tornare, già si immaginano, come un flashforward, cucinare insieme dopo il lavoro, ridere e Mariam che gli porta un cucchiaio alle labbra, Nadir si scotta la lingua e beve un sorso d’acqua.
L’immagine di una normale e semplice felicità fatta di piccole cose condivise e grandi sogni che li legano più di qualsiasi anello o catena.

A Mariam batte forte il cuore mentre avanza lenta verso la sua nuova vita.

Il velo bianco scivola lungo il tappeto.
Si srotola la mia vita su quel tappeto
come un piccolo ruscello scende pochi gradini.
Vedo l’acqua bagnare strade e marciapiedi
fino a là
là in fondo la strada finisce
come una cascata si butta nel mare.
Acqua nell’acqua della stessa sostanza
lacrime e acqua di mare in un abbraccio infinito.

Nello specchio ci sono Mariam e Nadir nel loro primo ballo da sposi, si muovono appena, occhi negli occhi.

Un’immagine di amore e calore come il salotto che ora si intravede nello specchio...