Strani incontri
Seduto al “Blasius” bevo l'ultima goccia di caffè: la più dolce. Troppo dolce. Avrei dovuto lasciarla in fondo alla tazza.
Sto per alzarmi quando la vedo da lontano. Ultimamente la vedo spesso la morte, con quella sua aria misteriosa e sprezzante. Mi saluta con un cenno. Ricambio. Con un gesto l' invito a sedersi al mio tavolo.
‐ Sei qui per me? ‐ chiedo a bassa voce.
‐ Forse... non sei stanco della vita? ‐.
‐ Non credo. Almeno non quando sono al bar! ‐ e ricordando Bergman, continuo ‐ Ti va una partita a scacchi ?
‐ Non ho tempo per questo ‐ dice, quasi con rammarico.
È triste pensare che anche per lei i tempi si sono ristretti, ma forse è soltanto una mia impressione... La guardo: non è bella ma mi affascina.
Come se leggesse nei miei pensieri mi sussurra con voce sensuale ‐ Stiamo insieme ? ‐
‐ Succederà prima o poi, non ho fretta ! ‐
Sorride ‐ Non come pensi... non in quel senso ‐
Non credo di aver capito cosa intende dire, ma non sono tipo da chiedere spiegazioni.
‐ Devo andare ‐ aggiunge – pensaci! ‐
‐ Ciao ‐ la saluto con un cenno di assenso.
La vedo andare via, così come è venuta, misteriosa e sprezzante.
Sto ancora un po', poi mi alzo. Da lontano la vita mi sorride.