Sulla "condizione umana" & intorno alla natura dell'uomo (letto da me)

In una delle sue Pensées più cupe, Pascal disse che la fonte di tutte le nostre sofferenze era l'incapacità di starcene tranquilli in una stanza.
Perché, domandava, un uomo che ha di che vivere sente lo stimolo a trovare un diversivo in qualche lungo viaggio per mare? O a vivere in un'altra città, o a andarsene alla ricerca di un grano di pepe, o in guerra a spaccar teste?
Scoperta la causa delle nostre disgrazie, Pascal volle anche capirne la ragione, e dopo averci riflettuto sopra ne trovò una ottima: e cioè la naturale infelicità della nostra debole condizione mortale;così infelice che, se ci concentriamo  su di essa, nulla può consolarci.
Solo una cosa può alleviare la nostra disperazione, ed é lo svago (divertissement); eppure proprio questa é la peggiore di tutte le nostre disgrazie, perché lo svago ci impedisce di pensare a noi stessi e ci porta gradualmente alla rovina.
da: Taccuini in "Le vie dei canti", di Bruce Chatwyn.

‐  L'uomo é nato per muoversi, non per restare fermo: la sua natura é movimento.
Blaise Pascal, Pensées.
‐  Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro?
Bruce Chatwyn a Tom Maschler, 1969.
‐ Studio della grande malattia: l'orrore del domicilio.
Charles Baudelaire, Journaux Intimes.
‐ Ma i veri viaggiatori partono senz'avere né meta né ragione;da un fatale richiamo sospinti, cuori lievi come le mongolfiere, senza saper perché, dicono sempre: "Andiamo!". Charles Baudelaire, I fiori del male.
‐ Soprattutto, non perdere la voglia di camminare... i  pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo...ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati...perciò basta continuare a camminare e andrà tutto bene. Soren Kierkegaard, Lettera a Jette (1847).
‐ Robert Burton ‐ sedentario e libresco don di Oxford ‐ dedicò un'enorme quantità di tempo e di erudizione a dimostrare che il viaggiare non era un flagello ma un rimedio alla malinconia, ossia agli effetti deprimenti della vita sedentaria: "Anche i cieli girano continuamente in tondo, il sole sorge e tramonta, la luna cresce, stelle e pianeti mantengono un moto costante, l'aria é agitata dai venti, le maree montano e rifluiscono: senza dubbio per conservarsi e insegnarci che dovremmo sempre essere in movimento".
Oppure:
"Contro questa malattia [la malinconia] non c'é nulla di meglio che cambiare aria, vagabondare qua e là, come quei tartari zalmoensi che vivono in orde, e colgono le opportunità che offrono loro i tempi, i luoghi e le stagioni".
Anatomia della malinconia
tutti da: Taccuini in "Le vie dei canti", di Bruce Chatwyn.
‐ Il viaggio é scoperta prima, poi diventa ricerca di qualcosa o di qualcuno: ricerca della propria strada, della "via". (mio pensiero breve della domenica delle Palme, 20 marzo 2016).