Telefono
Avvertendo il suono del telefono, speravo che potesse trattarsi di una bella sorpresa…Era una scena già vista; nei momenti meno felici, senza che fosse al corrente di nulla, arrivava Rosa, come se riuscisse, pur lontana centinaia di chilometri, a percepire lo stato d’animo in cui mi trovavo. Ma decisi di non rispondere. Mi stavo distaccando sempre di più dal vecchio mondo. La persona che Rosa aveva conosciuto e amato come una sorella, esisteva ancora? Per tutti ero sempre la stessa, non ero affatto cambiata in vent’anni di vita. La mia verità non era migliore forse, ma era sicuramente diversa. Mi sentivo intrappolata, e sbeffeggiata dal destino che avevo contribuito a creare, anzi da me ardentemente cercato e voluto; la debolezza di carattere coltivata negli ultimi due anni quasi con orgoglio autolesionista, adesso si era trasformata in fuoco e desiderio di conoscenza, in voglia furiosa di vivere, senza però riuscire a fare davvero della vita quello che desideravo. Ma allora...avevano ragione tutti quanti... ero uguale a prima, nella mia incapacità che permeava gli affetti, il lavoro, il talento. Avevo acquisito l'amara consapevolezza che la maggior parte delle persone fa le proprie conquiste umane in tempo di pace, mentre io...ero sempre in guerra, una guerra infinita, cristallizzata, muta. Il telefono suonò ancora….era Rosa…