Terre Lontane
La vita continua.
Seduto sui gradini del mio giardino, mi ritornavano alla mente molti episodi della mia vita passata.
Ermès aveva ragione quando diceva “che la vita è vita quando i colori, le immagini, le persone e le parole ti rimbalzano negl'occhi quando meno te lo aspetti” e guardando infinite distese di verdi terre non potevo che dagli ragione.
Il sole era l'unica cosa che poteva riscaldare il mio cuore e benchè spesso assente, quando appariva era una calda mano sul viso.
Ermès era il mio sole sempre lì a portata di mano e quando mi accorgevo di questo, cercavo di chiudere tutte le finestre al fine che non potesse mai andare oltre quella soglia.
Pablo mi scuciva avidamente ed Ermès riempiva.
Non ho mai capito se ne fosse al corrente o meno, Ermès non parlava facilmente; i suoi pensieri erano a me celati nel mistero e forse, alle volte, era meglio così.
Sapeva dare ogni singolo “tutto” con parsimonioso segreto.
Pablo avrebbe anche avuto il mio cuore ed il mio passato ma Ermès aveva la mia anima, custodita in un piccolo angolo di se stesso in attesa della sua fuoriuscita.
Aveva nelle mani il mio “vero me stesso” e, per quanto fosse difficile (alle volte) sopportarlo, lui teneva stretto tutto come in una morsa sanguinosa.
Non potevo possederlo interamente; l'errore porta con se insegnamento ed esperienza e porre il medesimo errore nel mio presente, sarebbe stato sintomo di stupidità.
Ermès era un uomo libero ed un uomo libero non imprigiona se stesso in un dubbio mistico e disonesto.
Ermès poteva amarmi come voleva; ed io?
Potevo amare Ermès come volevo?