Ti voglio bene
‘Ti voglio bene’ frase usata in tutte le lingue del mondo, talvolta risponde a verità, altre volte serve a coprire qualcosa di differente tipo: ‘sto bene con te, ‘facciamo sesso alla grande, ‘mi sei simpatica’ od anche qualcosa di molto differente come da fatti descritti nelle pagine seguenti. Menelao bambino nato da Giuseppe e da Maria sin da piccolo dimostrò una carattere particolare: una mattina al risveglio prima della poppata aprì un solo occhio, la scena si ripeté altre volte, i genitori allarmati chiamarono un pediatra: “Ci dica dottore…” Il dottor Angelo sottopose Menelao a varie prove anche con la luce di una pila negli occhi ed infine: “Stò fijo…scuate vostro figlio non ha nulla di patologico è solo un parapaffio!” “Dottore non ci faccia rimanere in ansia, non usi termini scientifici che non capiamo.” “È un paraculo, vi sta prendendo in giro!” “Ma è tanto piccolo!” “Un piccolo furbacchione!” Il dottore aveva capito in parte la natura di Menelao, per lui tutto era gioco, anche il nome gli stava bene anche se fuori dal comune. Era il cocco sia dei nonni paterni Menelao e Maria che di Francesco e di Antonella quelli materni, le due famiglie abitavano da sempre nello stesso palazzo di quattro piani a Roma in via Padova che col tempo avevano acquistato in blocco per non avere estranei tra i piedi, non era certo il denaro che a loro mancava. Usando questo privilegio rispetto ai compagni di scuola già alle scuole medie Menelao aveva dimostrato la sua preminenza rispetto agli altri. Un escamotage: il sabato alle dieci e trenta orario dell’intervallo arrivavano nella classe terza media A) dell’istituto Bonghi dei camerieri provenienti dal vicino bar con vassoi di pasticcini e con bibite analcoliche per gli studenti e termos di caffè per gli insegnanti, tutto a carico di Menelao o meglio dei suoi avi. Gli studenti delle altre classi si erano ribellati, Menelao aveva chiaramente fatto capire che gli studenti erano troppi per poter essere tutti ‘foraggiati’ e così finì l’abitudine della merenda all’intervallo. Passato al Liceo Scientifico di via Cavour Menelao si trovò a dover affrontare problemi in passato per lui sconosciuti. Compagna di banco Laura longilinea di bell’aspetto, brava a scuola (gli faceva copiare i compiti a casa) dagli occhi belli ma di una tristezza infinita. Laura ogni mattina arrivava a scuola con l’autobus di linea proveniente da Cesano vicino Roma, la tristezza era la sua caratteristica tanto che Menelao con solito spirito romanesco: “Cacchio sorridi qualche volta, t’è morto il gatto?” Erano a lezione, a Laura uscirono dagli occhi delle lacrime che l’interessata non riuscì a frenare, Menelao le offrì il suo fazzoletto, non sapeva di aver provocato nella compagna di classe dei cattivi ricordi. All’ora di intervallo: “Non vorrei apparirti piagnona ma a me non è morto il gatto ma mio padre da due anni. Mia madre si è risposata con un commerciante ricco e cafone che ha tentato con me di…non c’è riuscito ma non mi sento più di stare a vivere con lui sotto o stesso tetto ma non so dove andare non ho altri parenti.” “Se ti fidi di me ti invito a casa mia per sempre, i miei sono brave persone e penso che ti acciglierebbero come una figlia.” Un abbraccio da parte di Laura e poi: “Papà che ne dici se porto a casa una compagna di scuola, è bravissima e mi fa copiare i compiti.” “Ma quali compiti, non me la racconti giusta, falla venire anche se a casa io e te saremo in minoranza in quanto a sesso.” “Menelao aveva compiuto il diciottesimo anno di età e conseguito la patente di guida, non potendo per legge guidare la Bentley paterna aveva ottenuto in dono una vecchia Cinquecento con la quale andò a casa di Laura la quale prese alcuni capi della sua biancheria e scappò inseguita dalle grida di sua madre. “Caro mi hai ridato la vita, da ora in poi chiedimi qualsiasi favore, non sono più vergine ma non mi sento per ora di avere rapporti sessuali. “Spero che non sarai come le ‘vergini dai candidi manti rotte di dietro ma sane davanti!’” Laura conosceva il poemetto goliardico ‘Ifigonia in Culide’ citato da Menelao, capì che doveva abituarsi alle battute non sempre gradite dell’amico, si limitò a guardarlo in faccia, era bastato quello sguardo per far capire all’interessato che aveva esagerato. La sera a tavola il nonno Francesco: “Spero cara che tu abbia preso una decisione giusta, il qui presente mio figlio è un parapaffio come classificato già da piccolo da un pediatra, in ogni caso vi auguro di andare sempre d’accordo come è accaduto a me ed a sta disgraziata di Antonella che mi sopporta da più di vent’anni.” Era domenica, Menelao e Laura andarono a passeggio nel vicino Colle Oppio, un posto veramente distensivo che portava alle confidenze. “Caro vorrei che fra di noi ci fosse la massima lealtà e sincerità anche se dovessero accadere fatti spiacevoli.” “D’accordo ma non è per te facile colloquiare con un tipo come me, ancora io stesso devo imparare e conoscermi, ci sono dei lati della mia personalità che…” “Vuoi confidarmi qualcosa?” “Sinceramente sono perplesso, mi sono accaduti dei fatti fuori dal comune, mi apro alla sincerità: tempo addietro ero qui solo a Colle Oppio quando ho visto una coppia infrattarsi dietro un cespuglio dove c’era una panchina e dove i due avevano preso posto e stavano baciandosi ma alla mia vista il giovane…ti riporto il dialogo: ‘che cazzo hai da guardà levati dalle palle.” “Scusatemi è stato più forte di me, se voi seguitate io vi offro cinquecento Euro…” “Ando stanno stì cinquecento Euro?” “Eccoli, sono tuoi, se ti fai guardare mentre pomici la tua ragazza e lei ha un orgasmo te ne do altri cinquecento.” Incassati gli ulteriori Euro il trasteverino, così lo classificai dal dialetto iniziò a baciare il fiorellino molto peloso della compagna, dopo circa cinque minuti lei diede segni di provare un orgasmo, non so se vero o inventato poi prese in bocca il coso del fidanzato che dopo un po’ di tempo emise degli schizzi potenti che quasi arrivarono fino a me. “Sei contento ma la mia ragazza non te la scopi nemmeno per diecimila Euro!” “Come vuoi.” Mi sono allontanato per la prima volta in vita mia il mio uccello era diventato un uccellone, una sensazione mai provata che mi fece pensare che di natura io sia un guardone, cuckold come dicono gli inglesi.” “Gli avresti dato diecimila Euro?” “Sinceramente non lo so, il giovane molto probabilmente in seguito si sarà domandato se veramente aveva rinunziato a tanti soldi. Se ti va la prossima volta mi dirai come hai perso la verginità ed ora a casa mia anzi nostra.” I due neo fidanzati per non scontentare i quattro nonni anziani, al rientro dall’Università andavano a mangiare sia a pranzo che a cena a turno a casa dei suoceri e dei genitori di Menelao, i vecchietti erano felici, da soli, dopo tanto tempo che stavano insieme si annoiavano, chi ci guadagnava era solo Laura che spesso riceveva regali anche importanti, la furbacchiona abbracciava il donatore o la donatrice di turno che gongolavano di tali affettuosità. Una sera Laura e Menelao erano andati a letto per abitudine ma non avevano ancora sonno: “Caro che ne dici se ti racconto come è avvenuto il mio…come chiamarlo, la prima volta, guadami in faccia, se ti da fastidio smetto.” “Non sono un puritano, mi fa piacere sapere qualcosa del tuo intimo.” “Avevo quindici anni, iscritta al primo scientifico ho conosciuto uno studente del quarto che era bravo a scuola, alcune materie erano per me ostiche e così Maurizio prese a darmi delle spiegazioni. Una volta eravamo soli a casa sua, la mamma gli aveva lasciato già qualcosa di cucinato, era uscita di casa, conduce una lavanderia e così rimasti soli abbiamo mangiato come lupi e soprattutto bevuto un po’ troppo, io sono astemia, conclusione ci siamo sdraiati sul letto matrimoniale dei genitori e Maurizio ha cominciato a baciarmi ed a toccarmi, ho provato un orgasmo, il primo della mia vita e lui ha approfittato dell’occasione per entrare nel mio fiorello, previdentemente aveva posto sotto il mio sedere un asciugamano che si era un po’ sporcato di sangue, sarà stato per l’alcool ma non ho sentito un gran male anzi ho un buon ricordo, Maurizio in seguito mi ha inviato una partecipazione di nozze, si stava sposando con Celeste una collega di università, ora sappiamo tutto l’uno dell’altro.” “Che ne dici di fare un’incursione telefonica a Celeste ed a Maurizio? Menelao fece il loro numero di casa: “Cara una sorpresa indovina chi sono.” “Non ci vuole tanto a capirlo” “Vicino a me c’è Laura, è una simpaticona sempre sorridente, ti piacerà.” “Mi risulta che in passato sia di più piaciuta a mio marito.” “Va bene se vuoi sarà per un'altra volta, sogni d’oro.” Dopo circa un quarto d’ora squillò il telefono, rispose Menelao: “Chi rompe a quest’ora?” “La moglie di quello che ti ha fatto becco, se ti fa piacere vorrei parlare con te, dimmi qualcosa di bello, non sono di buonumore.” “Il mago disse alla strega…” Dimmelo tu quello che il mago disse alla strega, io non lo so.” “Fammi una sega!” “E cosa disse la strega al mago? “Non te la fago, è per la rima.” “Dopo questa conversazione al alto livello filosofico vorrei augurati la buonanotte e…” Uno dei soliti colpi di testa di Menelao: “Cara Celeste, forse posso risolvere un problema tuo e di tuo marito.” “Noi non abbiano problemi non perlomeno di quelli che hai tu…” “Anche gli altri sono importanti per esempio l’affitto di casa, se non erro voi abitate in un appartamento non vostro, nel nostro piano ce n’è uno libero di proprietà di mio suocero, non intende affittarlo ad estranei ma nel caso vostro…risparmiereste un bel po’ di Euro, mó come la metti?” “Talvolta come in questo caso mi scopro volgare ma tralasciando le facili battute la risposta è una sola Siiiiiiiiii!” “La prossima volta presentati senza slip e faremo l’affare.” “Mi sei stato subito simpatico anche se un po’ volgare, ora sono in déshabillé e non mi va di rivestirmi, prendi un appuntamento con Maurizio, a presto.” “La chose la plus convaicante est la monnaie!” Menelao giustamente aveva messo in risalto quel principio, sorriso di Laura, anche lei era d’accordo con quell’aforisma. Nei giorni seguenti Maurizio e Celeste erano indaffarati ad effettuare il trasloco, pratica noiosa ma una volta eseguito grandi sorrisi ed abbracci. Celeste volle disobbligarsi mettendo in atto la sua arte culinaria, era veramente una cuoca ad alto livello, tutto merito della mamma abruzzese. Il vino Lambrusco fu offerto da Menelao che era in corrispondenza con una ditta ubicata in provincia di Reggio Emilia. Laura: “Ci sono cascata una volta ma stavolta caro Maurizio con me andrai in bianco!” “C’è una persona che può sostituirti degnamente.” “Quella persona ha il pancino pieno, tutto rimandato ad un altro momento, ognuno si goda la persona amata.” Così non parlò Zarathustra che aveva distrutto la morale cristiana ma Laura che aveva coscienza che prima o poi…I quattro avevano preso molta confidenza fra di loro, talvolta entravano nelle rispettive abitazioni senza bussare, avevano le chiavi e si trovavano nudi uno dinanzi all’altro, al principio un po’ di imbarazzo poi assuefazione come nei campi dei naturalisti o nudisti che dir si voglia. Le più belle tette ce l’aveva Celeste ma le gambe più belle e lunghe erano di pertinenza di Laura e fu lei che la mattina di domenica di giugno aprendo le finestre fu accolta da un sole splendente e da un’aria tiepida che la indusse a svegliare Menelao: “Caro questa è la volta buona, lo sento, vado a svegliare Maurizio, fra l’altro m’è venuta tanta voglia e mi va di farmi scopare da lui e poi da te se ce la farai.” “Non so se Celeste sarà d’accordo non la vedo molto convinta.” Malgrado il pensiero pessimista di Laura tutto accadde sul letto matrimoniale di Menelao: Laura e Maurizio presero a baciarsi in bocca poi un producente sessantanove che fece impennare il nobil augello di Mauri che poi penetrò lentamente sino a metà vagina di Laura facendo salire alle stelle l’appagamento sessuale, un piacere prolungato. Laura nello stesso tempo pensò a Menelao, gli prese in mano il coso che pian piano stava aumentando di volume tanto da sorpassare in grandezza quello di Maurizio che di colpo fu scanzato dalla vagina di Laura per farci immettere quello dell’amato Menelao il quale una volta imbucato resistette a lungo sino a portare l’amata ad un orgasmo da lei mai provato con il fidanzato e poi: “Ti voglio bene, un gran bene anche se per fartelo alzare mi devo farmi penetrare da un altro uomo.”Il progetto di Laura ebbe l’approvazione di Menelao che però, pensandoci a mente serena ritenne che ci fosse nell’idea della fidanzata un pizzico di furbizia! Celeste si interessò poco a quella situazione che si era creata, pensò di non voler diventare una cuckquean e di godere a modo suo i traccheggi sessuali di suo marito. In seguito il destino cambiò soprattutto per lei che si sentiva ogni giorno più estranea nei confronti degli amici, “Caro Maurizio ho bisogno di una vacanza ho visto un depliant che reclamizzava un resort a nome Club delle Stelle, uno di quelli frequentato dagli scambisti, penso di ave bisogno di qualcosa di inconsueto per togliermi di dosso il torpore che ogni giorno di più si impossessa di me, spero che tu lo capisca e mi venga incontro. Maurizio non era d’accordo e non rispose alla moglie, c’era poco da fare, anche se si fosse opposto non avrebbe ottenuto nulla, ormai conosceva il carattere di Celeste. La mattina seguente in tassì Celeste lasciò la casa coniugale e si diresse al Club Privé Le Stelle dove aveva già prenotato una camera. La signora non aveva pensato di domandare quanto costasse l’ingresso e la permanenza in quel luogo di lusso, quando andò alla cassa per registrarsi si accorse che il denaro che aveva con sé non bastava, mancavano dieci Euro, una figura di…Stava per ritirare i soldi ed i documenti quando dietro di lei intervenne un signore di mezza età che. “Madame non vorrei che mi considerasse invadente ma se me lo permette vorrei darle una mano, sono il marchese Louis De Polignac e questa è la mia compagna Nadine Di Bonnet.” Celeste era un po’ confusa voleva rifiutare ma data la cortesia del marchese.”Apprezzo la sua gentilezza, non appena rientrerò a casa la rimborserò.” Sistematasi in camera venga nel salone, staremo ad aspettarla.” Celeste aprì la valigia, indossò una minigonna ed una camicetta, si tolse il reggiseno e sculettando raggiunse il marchese e la compagna. “È favolosa ed anche molto sexy, se lei anzi se tu lo vorrai diventeremo amici, ho saputo che abbiamo le stanze vicine, ci faremo compagnia…” Il pensiero di Louis era stato chiaro, Celeste fu contenta di poter ricambiare suo marito in campo sessuale, non vedrva l’ora di mettere in atto il trio. Nella salle à manger tante risate, si era già creata un’atmosfera amichevole. Dopo il caffè Louis prese sottobraccio Celeste e Nadine, entrarono nella camera della coppia francese e si spogliarono nudi. Sorpresa sorpresa Nadine era un trans, un trans bellissimo di viso ed anche di corpo. Tutti in bagno poi Louis sempre più eccitato prese a baciare il fiorellino di Celeste e successivamente il piccolo pene di Nadine che poi passò in bocca di Celeste inondandolo inaspettatamente di tanto sperma, chi l’avrebbe immaginato. La storia durò tutto il pomeriggio con cambiamento dei ‘fronti’ sin quando i ‘guerrieri’ decisero di riposarsi. Celeste pensò ad una vendetta, chiamò il centralino e si fece passare il numero telefonico di Menelao che aveva appena finito di effettuare analoghi giochi erotici con Laura e con Maurizio. “Caro ti sto bellamente imitando, non mi aspettare tanto presto!” La telefonata lasciò indifferente sia Maurizio che Laura che da tempo se la spassavano alla grande, ogni volta che si incontravano miravano al sesso sempre più allupati. Celeste non fece più ritorno al talamo coniugale, seguì Louis e Nadine, di cui aveva iniziato ad apprezzare anche il piccolo pene, destinazione finale la villa del marchese ad Orlèans, anche la cucina francese era eccellente!