Tragico errore
Ancora 72 ore e sarebbe stato il gran giorno, 14 anni. Suo padre gli aveva promesso il motorino in regalo e lui aveva adocchiato uno scooter da favola, anche se costava parecchio. I suoi genitori lavoravano sodo e i soldi non mancavano, lui e sua sorella potevano ritenersi molto fortunati, ma non sempre rispettavano il loro lavoro. I suoi amici sarebbero schiattati dall'invidia, soprattutto quello sfigato di Filippo che non aveva mai il becco di un quattrino; i genitori erano disoccupati e con l'affitto da pagare e 5 figli a carico erano sempre alla canna del gas. Lo frequentava perchè era simpatico e quando c'era da prendersela con qualcuno, lui era il bersaglio ideale.
"Mamma!"
"Dimmi Alessio, cosa c'è?"
"Voglio fare una festa per il mio compleanno, in pizzeria e con tanti amici"
"Voglio, voglio. Sei piuttosto sgarbato"
"Scusami, hai ragione. Mi piacerebbe invitare degli amici in pizzeria, cosa ne pensi?"
"Così va meglio, è una buona idea; stasera a cena ne parliamo con papà, ok?"
"Va bene mamma, stasera, con papà" Era un bravo padre, ma in alcuni casi era inflessibile.
"Una festa in pizzeria? Con gli amici? Io a 14 anni feci venire qualche mia amica in casa, spero in qualcosa di meglio quest'anno che ne compio 16" A volte era invidiosa del fratello.
"Ok Chiara. Adesso devo pensare alla mia festa e stasera con papà appoggiami" Non ci sperava.
"Tutti a tavola! La cena è pronta"
"Si mamma, arriviamo" Papà era già seduto. Regnava un silenzio irreale e l'uomo captò qualcosa nell'aria.
"Cosa c'è stasera, vi si è seccata la lingua? Non avete niente da dirmi? Tu Alessio, hai organizzato qualcosa per il compleanno?" Il ragazzo guardò la madre che con un gesto del capo lo invitò a parlare.
"Io avrei pensato di invitare qualche mio amico in pizzeria" Suo padre, con un gesto da commediante, si pulì la bocca con il tovagliolo.
"Una festa in pizzeria. E chi paga?" Alessio si girò verso la madre perchè non capiva se stesse scherzando o no. Lei capiva quando i ragazzi erano in difficoltà e accolse lo sguardo supplichevole del figlio annuendo, per poi dire:
"Vorrà dire che pago io. Il ragazzo si sta comportando bene e merita una festicciola con gli amici" Adeso doveva solo aspettare la sceneggiata del marito atta ad impressionare i figli.
"Ok, pago io, paga la famiglia. Io non merito mai una festicciola o un ricoscimento, devo sgobbare e basta. Io sgobbo, la mamma sgobba, voi non sgobbate" La donna aveva lasciato parlare l'uomo che, con la solita ironia, voleva insegnare ai figli il senso del dovere e del lavoro, perdendo però il filo del discorso.
"Quindi il ragazzo può organizzarsi, è d'accordo sua maesta?" Domandò lei.
"Ma certo, come sempre mia regina" Alessio non aveva ben capito tutta quella manfrina ma prese coraggio e chiese con decisione:
"Quindi la faccio la pizzata?" I due genitori risposero contemporaneamente
"Sicuro! E adesso fila in camera a studiare!" Alessio volò mentre sua sorella si piazzò sul divano in sala a guardare la tivù.
"Sono due bravi ragazzi fondamentalmente e neanche troppo pretenziosi. Una pizzata con gli amici lo renderà felicissimo"
"Gli abbiamo preso lo scooter nuovo che desiderava tantissimo ed è costato parecchio"
"Hai ragione, ma lo scooter è suo, il suo desiderio. La pizzata invece è un modo per condividere la sua gioia con gli amici, capisci?"
"Capisco che bisogna sempre spendere"
"Ohoo smettila! Sei sempre il solito venale"
"Infatti. A proposito, invita anche Filippo?"
"Si, credo di si, perchè?"
"I problemi dei suoi non migliorano e mi è giunta voce che li abbiano sfrattati. Mi dispiace per loro, sono breva gente, in piena emergenza economica e non vorrei.."
"Non vorresti mettere in imbarazzo loro figlio, che vistosi invitato ad una festa si sentirebbe in obbligo di fare un regalo ad Alessio pur non potendo"
"Esatto.Ormai c'è questa abitudine, quando si va ad una festa si è obbligati a portare un regalo e tante famiglie in difficoltà economiche sono alle prese con il solito dilemma; mando il ragazzo alla festa e mi sveno per comprare un regalo all'amico? Lo mando senza nulla, così fara la figura del pezzente? Oppure lo convinco a declinare l'invito e a rinunciare al suo svago? Cose da matti" Aveva espresso il suo parere, senza voler imporre il proprio volere, una delle doti che lei apprezzava, poi con calma sistemò la cucina e infine raggiunse il figlio nelle sua stanza.
"Allora, dove pensi di andare a mangiare questa pizza?" Alessio abbracciò la madre, che ricambiò felice.
"Pizzeria Il‐traliccio. Hai presente quella nuova che hanno aperto da poco in centro?"
"Ne ho sentito parlare, un posto allegro adatto per voi ragazzi e anche a buon prezzo"
"Già. Pensavo di invitare 7 o 8 amici e amiche, si può fare?"
"Si può fare. Hai detto amiche? Forse anche quella brunetta in classe con te? Silvia? Sara?"
"Sandra mamma, si chiama Sandra; invito anche lei"
"E Filippo? Inviti anche lui?"
"Certo mamma, non sarebbe una festa senza quel pazzoide di Filippo"
"Ascoltami bene Alessio: la sua famiglia non attraversa un bel periodo, non devi prenderlo in giro ne essere maleducato con lui. Comportati da bravo ragazzo, capito?"
Conosceva quel tono, aveva parlato con papà e tutto sommato non gli stava chiedendo la Luna.
"Va bene mamma, messaggio ricevuto, dì a papà di stare tranquillo"
La sera della festa arrivò in un baleno. Quel pomeriggio gli era stato consegnato lo scooter nuovo, ma dopo aver scorazzato in lungo e in largo per la periferia, suo padre gli aveva detto di parcheggiarlo in garage. All'inizio era meglio evitare di usarlo con il buio, prima doveva fare esperienza, quindi accettò di buon grado, la sera avrebbe festeggiato.
Erano in otto: lui e sua sorella, Sandra, Sheila, Filippo, i gemelli Fausto e Paolo e Romina, un bel gruppo.
Il locale era giovanile; l'arredamento semplice e sobrio lasciava spazio alle compagnie di ragazzi. Una cameriera si avvicinò al loro tavolo per prendere le ordinazioni; fu Chiara a rompere il ghiaccio.
"Mi porti una pizza vegetariana e una birra grande, grazie" La ragazza prese nota, disinterresata dal fatto che fossero tutti ragazzini, mentre Alessio guardava la sorella in cagnesco, niente alcol avevano detto mamma e papà.
"Io prendo una pizza margherita e una birra grande" Romina era decisa e Sheila la imitò "Stesso ordine anche per me, grazie" Quella disinvoltura nell'ordinare la birra aveva messo in imbarazzo i ragazzi e Fausto si affrettò a dire:
"A me faccia una pizza marinara e un'aranciata grande, grazie" Paolo colse l'attimo
"Anche a me un'aranciata grande e una pizza farcita" Alessio era titubante, Sandra non aveva ancora ordinato. A lui la birra non piaceva, ma non poteva fare la figura del poppante se lei l'avesse ordinata. Filippo stava giocando con la lista delle ordinazioni, chiaramente in imbarazzo e Alessio se ne uscì con una smargiassata delle sue.
"Tranquillo Filippo, ordina quello che vuoi, pago io" Filippo diventò rosso dalla vergogna, stava per alzarsi e andare via, quando incontrò lo sguardo di Chiara; allora ordinò deciso:
"Una pizza tirolese e una birra grande, grazie"
Alessio, preso dala sfida, guardò in faccia la cameriera e disse
"Vada anche per me, una tirolese e una birra grande" Chiara digrignò i denti e fissò duramente il fratello. La cameriera aveva preso nota di tutto e si rivolse con garbo verso Sandra "Lei ha deciso?" No, non aveva deciso, prese tempo "Da bere una bottiglia d'acqua naturale" non sapeva cosa ordinare e la cameriera si fece insistente "E da mangiare?" Sparò a caso "Pizza della casa" "C'è ne sono varie di pizze della casa, vuol essere più precisa?" "Faccia scegliere al pizzaiolo, sono di bocca buona" "Ok. Nell'attesa volete altro?"
"Si grazie. Tre porzioni di patatine e un paio di porzioni di affettato misto" Intervenne Chiara.
"Perfetto" Rispose la cameriera e si congedò dal tavolo.
Nonostante le premesse, la serata filò via liscia; si divertirono molto tra battute e pettegolezzi. Chiara fu inflessibile e dopo il primo giro di birra arrivarono solo acqua e bibite. Adesso Alessio stava aprendo i regali ricevuti. Il regalo di sua sorella consisteva in un paio di occhiali da sole belli e alla moda e conoscendola li aveva scovati in qualche mercatino a buon prezzo. "Grazie Chiara" "Figurati" Rispose lei. Aprì poi il pacchetto di Sheila, che aveva una cotta per lui e infatti trovò una felpa blu con cappuccio con stampato davanti un ragazzo e una ragazza seduti su una spiaggia a guardare le stelle.
"Uahu Sheila, è bellissima!" Esclamò Chiara. Alessio, visibilmente imbarazzato, balbettò un flebile grazie. Romina allungò il suo regalo, un libro dal titolo inequivocabile:
I GIOVANI ADOLESCENTI E LE LORO TURBE MENTALI. Alessio non negava di essere un tantino presuntuoso ed irriverente, ma lei non perdeva occasione per ricordarglielo. "Grazie Romina, sei grande" Lei lo guardò soddisfatta. I gemelli avevano portato un regalo singolo; si trattava di un minilettore multifunzione di ultima generazione, costava parecchio ma i loro genitori erano piuttosto ricchi. Alessio non era un patito dell'elettronica, ma quell'articolo era fenomenale e anche lui ne avrebbe fatto buon uso. "Grazie ragazzi, vi chiederò assistenza per farlo rendere al massimo" "Sarò felice di aiutarti" Rispose subito Paolo che era l'esperto di elettronica. Sandra e Filippo non avevano aperto bocca in quei minuti; doveva aspettarsi qualcosa anche da loro? Conosceva bene la situazione economica dell'amico e si aspettava di non ricevere nulla; non gli importava, ma da Sandra si aspettava qualcosa, anche solo un gesto. La ragazza esasperò fino all'ultimo la sua attesa, poi si alzò dal tavolo e si avvicinò a lui: rapida come il vento lo baciò sulla guancia e gli consegnò un pacchetto. Al suo interno una scatoletta rossa che non lasciava dubbi, la aprì rapidamente e ne estrasse il contenuto; un braccialetto d'argento. Il cuore del ragazzo pompava a mille e la sua faccia diventò paonazza, contento e imbarazzato allo stesso tempo.
Sheila invece era impallidita e improvvisamente calò il silenzio. Fu Filippo a stemperare la tensione "Sei fortunato ad aver ricevuto tutti questi bei regali, vuoi vedere il mio?" Tutti si voltarono verso di lui; erano curiosi quanto Alessio di sapere cosa avesse portato.
"E' inutile che vi sforziate a guardare, il mio regalo è speciale ma può vederlo solo Alessio" Gli altri mugugnarono qualcosa e Alessio domandò impaziente
"Va bene Filippo, se gentilmente vuoi darmi il tuo regalo, sarò lieto di condividerlo con gli altri" L'amico restò un attimo in silenzio, tutti attendevano.
"Il mio regalo è in fondo al cuore, è l'amicizia sincera nei tuoi confronti e solo tu, se vuoi, puoi vederla" Alessio ridiventò paonazzo, stavolta per la vergogna. I suoi amici, chiaramente delusi, restarono a bocca aperta. L'unica che aveva capito la bellezza di quel gesto era Chiara che guardò il fratello cercando di trasmettergli le sue sensazioni, ma lui era combattuto da una miriade di emozioni che lo stavano travolgendo. Alla fine l'educazione ricevuta dai suoi genitori lo portò a dire:
"Grazie Filippo,sei un amico" Nel frattempo si era fatto tardi e cominciarono ad arrivare i vari genitori a prendere i ragazzi. La prima ad andarsene fu Sandra, che dopo aver ringraziato salì in macchina con sua madre. Alessio avrebbe voluto dirle qualcosa, ma era successo tutto così in fretta da lasciarlo senza parole. Poco dopo furono i gemelli ad andarsene "E' stata una bella serata" "Si, davvero bella, grazie" Confermò Paolo. Il padre li attendeva nel parcheggio a bordo di una splendida vettura e Romina, che apprezzava le belle macchine, esclamò: " Cacchio che bella macchina, si trattano bene i gemellini"
"Pensa che non è l'unica fuoriserie che hanno" Confermò Sheila, che in fatto di auto non era da meno. "Ecco, invece quello è il catorcio di mio padre" Stava entrando nel parcheggio una vecchia station wagon piuttosto malconcia. "Grazie Alessio, grazie Chiara, veramente una bella festa, ci vediamo"
"Sheila! Spicciati che è tardi" "Arrivo papà"
"Il padre di Sheila ogni tanto beve e quando succede non è tanto gentile con la sua famiglia" Filippo sapeva sempre un sacco di cose. Erano andati tutti e Chiara avvisò con il cellulare sua mamma. "Si mamma, è andato tutto bene, ti aspettiamo" "Fra 5 minuti arriva ragazzi, si torna a casa"
"Mi avvio anche io, mio papà è in leggero ritardo e gli vado incontro. Grazie ragazzi della splendida serata; Chiara sei la migliore e tu Alessio sei un vero amico" Nel pronunciare quelle parole Filippo abbracciò i due ragazzi, poi sorrise loro e si avviò fuori dal locale. Alessio era frastornato: troppe emozioni quella sera. Chiara si rivolse al fratello "Sei un cretino, lui ti vuole bene è un vero amico"
"E anche un ragazzo educato e gentile!"
"Mamma! Sei qui!?"
"Si Chiara, da qualche minuto e non ho potuto fare a meno di ascoltarvi ed osservarvi: Filippo ha un sorriso sincero che viene dal suo animo gentile. Voi non immaginate le difficoltà che deve affrontare la sua famiglia, è talmente umile che non si è permesso di chiedere un passaggio fino a casa ma ha fatto finta di andare incontro al padre. Non hanno la macchina e voi lo sapete"
"Andiamo a prenderlo e lo portiamo a casa, di corsa!" Gridò Alessio.
"No, adesso lo umiliereste ulteriormente. Ho già pagato il conto, andiamo a casa"
In macchina i due ragazzi erano assorti nei loro pensieri, la madre li conosceva bene e sapeva che stavano riflettendo sulla serata appena trascorsa, quindi chiese:
"Alla fine è andato tutto bene? Alessio, ti è piaciuta la serata? E tu Chiara, come è andata con i bambini?" I figli si miserò a ridere. "Bene mamma, i bambini hanno fatto i bravi" Chiara chiamava bambini tutti i coetanei di suo fratello. "Grazie mamma"
"Mamma.."
"Dimmi Alessio"
"A volte ho preso im giro pesantemente Filippo, lo abbiamo anche insultato e trattato male. Lui è simpatico, ma così debole, è facile prendersi gioco di lui, insomma.."
"Non è debole, è sensibile. Tu sei un vigliacco quando ti comporti così, stai prendendo il vizio di farti bello davanti ai tuoi amici e non consideri il male che procuri"
"Ma lui è sempre contento, gli basta stare con noi e poi non gli facciamo del male"
"Ah no? Non gli fate del male? A quanto pare non capisci ancora niente della vita e dei sentimenti delle persone. Comunque tuo padre è a casa che ti aspetta anche per questo, vuole parlarti" L'ultimo tratto di strada fu per Alessio lungo e angosciante.
Giunti a casa la mamma parcheggiò l'auto nel box e andò in camera e Chiara, dopo aver messo il pigiama, la seguì. Il papà era in sala, seduto sul divano e stava leggendo il giornale, nonostante fosse tardi; Alessio lo raggiunse.
"Ciao papà, ancora sveglio?"
"Ti stavo aspettando per parlarti di una cosa" Era calmo, buon segno.
"Si papà, ti ascolto"
"Siediti dove vuoi, ormai stai crescendo e so che non desideri più starmi tanto vicino" Il figlio si mise a sedere sulla poltrona difronte al padre.
"Ecco papà, qui va bene? Ma non è vero che non voglio starti vicino, insomma non c'è bisogno che.."
"Ok! Ok! Messaggio ricevuto, ormai sei un ragazzo e ti parlerò da uomo a uomo, anche se sei mio figlio" Aspettò un momento prima di proseguire, Alessio ora era pronto.
"Anche se giovane avrai notato che in giro c'è la crisi, la gente perde il lavoro e con esso la stabilità economica. Alcuni, tra cui noi, hanno ancora la fortuna di lavorare e prendere lo stipendio, altri lavorano ma faticano a prendere i soldi, altri ancora hanno perso il lavoro e non trovano alcuna occupazione"
Il ragazzo lo fissava, ma era chiaramente confuso.
"Alessio. Tu e tua sorella siete fondamentalmente due bravi ragazzi, ma voglio che cominciate a capire, tu soprattutto, che non è semplice tirare avanti. Quindi bisogna essere felici delle proprie fortune e magari condividerle con chi ne ha meno" Il ragazzo continuava a non capire.
"Mi stai seguendo?" Si era accorto di averlo confuso.
"Si papà, ti ascolto. Però non capisco cosa vuoi dirmi; c'è la crisi del lavoro e tutti sono a rischio, noi siamo fortunati ma non dobbiamo essere troppo felici perchè altri sono meno fortunati, quindi dobbiamo accontentarci. Ma io cosa devo fare?" L'uomo lo guardò: lo vedeva ancora come il suo piccolo bambino, anche se ormai era alto come lui.
"Ti ho confuso le idee, scusa figliolo. Quello che voglio dirti è semplice: cerca di essere meno arrogante e pensa invece di essere un privilegiato. Condividi le tue fortune con chi ne ha di meno" Il ragazzo era ancora perplesso.
"Stasera, mentre eravate alla festa, sono venuti i genitori di Filippo. In realtà li abbiamo invitati noi approfittando della vostra assenza. Hanno grossi problemi economici e il padre mi ha chiesto se riesco ad aiutarlo; gli ho detto che avrei chiesto in ditta se si può fare qualcosa; ma questo non è niente. La mamma sapeva di un grosso problema che hanno e voleva conoscere i dettagli per poterli aiutare. Hanno tergiversato parecchio, poi la mamma del tuo amico è scoppiata in lacrime e si è sfogata. Filippo soffre di una rarissima forma di insufficienza cardiaca, praticamente gli restano pochi mesi di vita, forse un anno. Potrebbe salvarsi solo con un trapianto, ma non tutti i cuori potrebbero andar bene; solo alcuni donatori con determinate caratteristiche farebbero al caso suo"
Alessio era sconvolto, a 14 anni non si pensa alla morte, gli ormoni scatenano nell'organismo una voglia di vivere ed un'energia inesauribile, si bruciano le tappe e la terra scotta sotto i piedi in una continua ricerca di nuove esperienze e amicizie. Quella sera era passato dall'euforia per il bacio di Sandra, allo scoramento totale nell'udire quella notizia. Suo padre si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla.
"Non volevo rovinarti la sera, ma Filippo è tuo amico ed è giusto che tu sappia"
"Ma lui, lo sa?"
""Si. I suoi genitori hanno detto che è troppo intelligente per non capire e dopo le ultime visite ha voluto parlare con i dottori che lo hanno esaminato. Alcuni dei tuoi amici già lo sanno, comportati di conseguenza"
"Vuoi dire che dovrò compatirlo fino alla fine?"
"No figliolo, voglio dire che lui è tuo amico, a prescindere e come tale devi trattarlo. Adesso è tardi, andiamo a dormire, buonanotte figliolo"
"Buonanotte papà" Mentre andava in camera incrociò Chiara che era a capo chino e intravide il suo volto in lacrime; mamma le aveva detto di Filippo.
Non riusciva a prendere sonno, pensava a Filippo e alla festa; si erano divertiti. Sandra lo aveva baciato di sfuggita ma per lui era importante e Filippo si era messo a ridere. Avevano ordinato da mangiare e bere e lui aveva fatto il gradasso con l'amico umiliandolo davanti agli altri; tutti avevano portato regali, lui aveva portato amicizia. Al ristorante Alessio c'era rimasto male, adesso vedeva tutto sotto un'altra luce e con la frenesia tipica degli adolescenti si alzò dal letto e prese carta e penna.
<Caro Filippo, scusa se tante volte ho fatto lo stronzo con te. Volevo farmi bello davanti agli altri e ti usavo per i miei scopi. Alla festa ho capito che tu vuoi essere mio amico e anche io lo voglio. Se posso fare qualcosa per te sappi che ci sono, ti vorrei aiutare ma non so come. Spero perdonerai le stronzate che ti ho combinato, vedremo di risolvere tutto. Grazie per la tua amicizia. Adesso ho sonno, ciao>
Aveva scritto in modo impulsivo, tante erano le sensazioni che lo stavano stremando e alla fine cadde in un sonno profondo.
La mattina seguente, domenica, la mamma li aveva lasciati dormire un pò più del solito. In cucina, mentre facevano colazione, le facce scure la dicevano lunga sul loro stato d'animo.
"Ho deciso di andare a trovare Filippo" Disse Alessio.
"Non sei mai andato da lui, dicevi che casa sua è una topaia" Chiara era più acida del solito.
"Chiaraaa!"
"Ma è vero mamma. Ieri sera alla festa non ha perso occasione per tirarlo in giro e umiliarlo, ma Filippo è sempre restato calmo e sorridente e i gemelli continuavano a ricordargli quanto sono ricchi e bla bla bla; e lui rideva alle loro battute del cazzo"
"Chiara!" Il tono della mamma si era alzato di qualche decibel.
"No mamma, ascoltami. Filippo ha retto il loro stupido gioco per tutta la serata e quando è stato il momento dei regali ha mantenuto un contegno da signore"
"Hei, hei!? Mi sa che la sorellona ha un debole per il mio amico"
"Stai zitto brutto.."
"Ragazzi, siamo a tavola, un pò di rispetto anche per vostro padre" Il marito raramente interveniva in quelle discussioni. Voleva che risolvessero tra di loro certe questioni, stando attento a che non si oltrepassasse il limite. In questo caso sapeva che l'argomento era importante e voleva vedere come se ne sarebbero venuti fuori. Sua moglie aveva capito, ma voleva mantenere i toni sui binari del rispetto.
"Ok mamma, scusa. Comunque Filippo è un ragazzo stupendo, io lo dico da sempre e Alessio adesso perché sai che è malato vuoi fare il buon samaritano; comoda la vita"
"Razza di una..."
"Basta!" Il papà si era stancato. "Adesso basta. La mamma vi aveva avvisato, ma a quanto pare siete ancora dei bambini. State parlando di quel ragazzo come fosse un oggetto: Chiara, se nutri dei sentimenti nei suoi confronti è giusto manifestarli, ma a lui, non contro tuo fratello. Tu Alessio, vuoi andare da lui, ok, ma vola basso" Alessio sbuffò, poi si rivolse alla sorella:
"Vado da lui perché stanotte ho capito di essere stato troppe volte stronzo nei suoi confronti e voglio stargli vicino, da vero amico"
"Adesso vuoi fare il martire" "Chiara!" Ruggì il padre. Alessio proseguì come nulla fosse "Vorrei avere un cuore di scorta e donarlo a lui, ha ragione papà; noi siamo fortunati e non ci accontentiamo mai, mentre Filippo vive in armonia con il mondo" Prese il casco e si avviò verso il box a prendere il motorino.
"Stai attento Alessio, mi raccomando" Sua madre era una donna apprensiva.
"Tranquilla mamma, vado piano. Ci vediamo a pranzo"
La macchina lo investì in pieno senza lasciargli il tempo di capire cosa stesse succedendo. L'ambulanza arrivò in pochi minuti, gli agenti intervenuti sul posto avevano fermato l'investitore che era visibilmente ubriaco mentre uno di loro stava avvisando i familiari del ragazzo a terra, riconosciuto da un passante.
"Si, pronto?" Chiara diventò pallida come il latte, l'agente aveva detto che suo fratello era stato investito e...
Arrivarono in ospedale dopo una folle corsa in macchina, i genitori di Alessio entrarono nel reparto come due indemoniati, Chiara non era riuscita a tenere il passo e li raggiunse mentre un medico stava parlando loro.
"Non ci sono possibilità, vostro figlio è praticamente morto. Mi dispiace, ma le lesioni esterne ed interne sono tante e gravi e se non è ancora morto è solo perchè il suo giovane cuore resiste" La madre di Alessio scoppiò in un pianto irrefrenabile, urlava come una disperata e alcune infermiere si avvicinarono nel vano tentativo di calmarla. Il marito digrignava i denti non riuscendo ancora a realizzare l'accaduto. Chiara piangeva, poi un pensiero attraversò la sua mente.
"Papà, ha detto che il cuore è sano" Dopo alcune ore Alessio era clinicamente morto.
Gli esami accertarono l'incompatibilità del cuore di Alessio con quello di Filippo, decisero comunque di donare l'organo del figlio. Amici e conoscenti parteciparono commossi al lutto della famiglia.
L'investitore era il padre di Sheila, in carcere in attesa del processo. La figlia non si dava pace e la vergogna la stava stritolando, decise di andare da Chiara. La trovò in casa, in compagnia di Filippo; i due erano diventati coppia fissa. I tre amici si abbracciarono e piansero per diversi minuti. "E' colpa mia, quella sera era già ubriaco, mamma era fuori a lavorare e io avevo il compito di nascondere le chiavi della macchina e invece mi sono chiusa in camera per paura di prenderle e lui alla mattina è uscito e..." Scoppiò nuovamente a piangere.
"Non è colpa tua Sheila, non eri tu al volante" Cercò di calmarla Chiara.
"Non è colpa di nessuno, a posteriori le possibilità di modificare gli eventi sono infinite. Ricordiamo Alessio portandolo nel cuore per sempre" Concluse Filippo.
Dopo 2 mesi da quel tragico incidente Filippo morì, la malattia non aveva lasciato scampo; la sua famiglia e quella di Alessio affrontarono questa prova insieme, cercando di superare il dolore facendosi coraggio l'uno con l'altro, dando il via ad una solida amicizia.
A breve distanza da quel secondo tragico evento i genitori di Alessio ricevettero una raccomandata dall'ospedale che aveva espiantato il cuore del figlio: una verifica accurata aveva accertato la compatibilità del cuore di Alessio con il corpo di Filippo. Lo staff medico si scusava per l'errore.