Tranquillo, ci sono io!
Siamo rientrati adesso. Quando nella trattoria dove andiamo ogni tanto organizzano un pranzo domenicale è come essere invitati a un matrimonio. Si arriva alle tredici e, se va bene, si esce alle sedici. Mi piace guardare le persone, mi piace immedesimarmi in quella che io penso sia la loro intimità. Non c'è come a tavola che si scopre molto sulle persone. Oggi ad esempio c'era una coppia: avranno avuto fra i settanta e gli ottant'anni. Ormai è difficile dare un'età alle persone! Non si sono quasi mai parlati, ma io sentivo una grande unione fra loro e ho concluso che ormai si parlano con il pensiero. Non mi ero sbagliata. Sono usciti appena prima di noi e si tenevano per mano aiutandosi l'un l'altra. Anche io tenevo per mano Paolo, un po' traballante. Ti sei ubriacato di coca cola? No, è stato quel piccolissimo bicchierino di limoncello offerto a fine pranzo. Per lui basta davvero poco! Dai, che la panchina non è lontana! E lì siamo stati seduti per un po', e lì incredibilmente c'è sempre una brezza così gentile, e lì ho controllato che Paolo stesse bene. Stava bene e ci siamo avviati verso casa in tempo per vedere passare l'autobus n. 10, lo prendevo per andare all'ospedale. Come sempre al suo passaggio ho visto lo sguardo perduto nel vuoto di mio fratello poche ore prima di morire, che non posso dimenticare....e di autobus n.10 ne passano davvero tanti, troppi, vicino a casa mia! Come ti senti Paolo? Un'altra volta il limoncello non lascerò che te lo diano. Stai tranquillo, siamo a casa, finalmente.