Trilogia
A febbraio 2017 un mio collega e mia figlia maggiore mi chiedono entrambi: "Hai mai fatto qualcosa di buono nella vita?". Evidentemente era un periodo in cui mi sentivano fortemente recriminare.
"Quando feci trasferire mio padre dall'ospedale in cui volevano levargli lo stomaco all'ospedale in cui dicevano che aveva un calcolo", fu la mia risposta, "e quella è l'ultima cosa buona che ho fatto nella vita. Ed era il 2004. Dopo non ho avuto più pace. Si vede che ho dato fastidio a qualcuno".
Nacque così "Persone squisite e non".
Anche per ricordare a me stessa com'ero prima che mi lasciassi distruggere da mio fratello maggiore e dai miei vicini e parenti.
Contemporaneamente espressi il mio senso di colpa, che avevo tenuto a bada per 5 settimane, e che era esploso il 12 ottobre 2016 in "In parole, opere e omissioni..., io uccido".
Contestualmente una telenovela sudamericana mi avvertiva: "Il senso di colpa non serve a niente".
Infine un'amica mia avverte: "Come loro agiscono fa parte della loro storia, come tu reagisci fa parte della tua". A conferma di quello su cui mi tormentavo da sei anni, cioè: "E' tutta colpa mia". Perché gli altri, magari anche parenti, possono anche farti del male, magari possono anche complottare continuamente per farti del male,ma la tua reazione deve essere sempre positiva e mai abbassarti al loro rango.
"E' tutta colpa mia" risale all'aprile del 2017, ma è stato pubblicato (incompleto) solo adesso.Intendeva essere una "Confessione terapia" per mettersi tutte queste stupidaggini definitivamente dietro le spalle.
Si completa così la Trilogia dei "Parenti serpenti" o "Della perfidia e della cretineria".
Di quest'anno, la sintesi che non avrei mai voluto scrivere: "Vita normale", che potrebbe anche intitolarsi "Persone sane, persone malate"