TUTTI MORTI
Trascorrono gli anni, i decenni, scorre la vita. Ad un tratto ti accorgi che venti anni della tua vita sono ormai nella tomba. Ciò che ti torturò a suo tempo, ciò che rese insonni le tue notti, tormentose le tue passioni, abbruttiti i tuoi sentimenti, ciò che ti ferì così profondamente, così ferocemente, così impietosamente, non esiste più. Tutto è ormai nella tomba. La grande storia e i suoi protagonisti: tu, lui, lei, i parenti, gli amici, i nemici, la gente, i luoghi, le case. Un tempo persone, oggi ormai personaggi di una grande rappresentazione teatrale, che spazia dalla farsa alla tragedia greca, dalla commedia al cicaleccio pettegolo. Passano davanti ai tuoi occhi ormai stranieri, sogno o vita vissuta? Morti, morti tutti. Fantasmi che si combatterono, superandosi gli uni gli altri senza esclusione di colpi, con cattiveria, nell'interesse primario ed egoistico di esaltare se stessi. Morti tutti, tutti morti. Chi furono e quanto si presero della tua vita? Ma esistettero veramente, o fu la rappresentazione gigantesca a trarti in inganno? La casa! Certo, la casa! Travestita da cuoca soccombesti fra pentole e fornelli per lunghi anni insoddisfatti e mai gratificati. Nella luminosa sala da pranzo dominò il telegiornale e tu, impotente, gli lasciasti lo scettro con cui decise il silenzio di bocconi ingoiati con troppa abbondanza, di bicchieri di vino tracannati senza misura, era l'oblìo che cercavi? Oggi gli attori attraversano la tua mente, senza spessore, senza importanza, tutti morti! Ti guardi recitare la tua parte senza riconoscerti, chi era quella lì? Anche lei è morta. Morì tanto tempo fa, insieme a quella cucina, a quella sala da pranzo, a quella camera da letto di passione, e di paura di una morte che era sempre lì acquattata nell'ombra in attesa del suo momento di gloria, della sua vittoria, e tu lo sapevi e il cuore ti batteva così forte che potevi ascoltare il suo battito scandire il tempo lento, in attesa della luce del giorno. Li osservi, gli attori, mentre danzano nella tua mente, e alla fine della grande rappresentazione si inchinano tutti insieme, tenendosi per mano, davanti ai tuoi occhi. Così autocelebrativi, così lontani, così evanescenti! Così morti, così tutti morti!