Tutto qua?
“TUTTO QUA?!”, dico a mezza voce con il tono a metà tra lo stupito e lo sconsolato e con molta delusione nell’animo. Queste sono le uniche parole che riesco a pronunziare una volta aperti gli occhi nei confronti della vita. Tutto qua… niente di particolarmente interessante o avvincente che segni questi miei anni e, come purtroppo sono portato a pensare, tutta la vita in generale. Nessuna sfida o questione intrigante che mi prenda e mi avvolga e mi scaraventi con furore nel burrone della gioia. Tutto quello che alla maggior parte delle persone appare difficile, quasi irraggiungibile, per così dire con una sola espressione “la loro meta” a me appare invece insulso e di una facilità mostruosa, spiazzante, deludente, annoiante. Non mi pare che questa vita sia difficile da portare avanti se guardata dal punto di vista della routine quotidiana. Insomma io le difficoltà principali le ho incontrate durante gli anni universitari in quanto lo studio era alquanto complesso e i 32 esami che ho dovuto incasellare uno dietro l’altro hanno richiesto un impegno non esiguo. Ai tempi si parlava di sforzi della mente, enormi e lussuosi interventi del mio ingegno e della mia infinita forza di volontà. Bisognava fare usare il cervello, farlo sudare e marciare come quando si attraversano le dune del deserto. A tratti anche quegli anni ogni tanto mostravano la loro noia e semplicità ma quando ciò accadeva mi davo subito da fare: un lavoretto strampalato che mi occupava ulteriore tempo, un viaggetto esile per l’Europa e qualche piccolo intervento del mondo chimico e sintetico che placava la mia voglia di sapienza e conoscenza noumenica. Dopo questo periodo tutto è terminato. Trovare un lavoro e un contratto che mi mantenga a vita è stato un gioco da bambini, cambiare poi lavoro per aver uno stipendio più adeguato alle norme del tempo ancora meno. Trovarsi poi una ragazza e farsi sottrarre a forza i propri segreti e inquietudini della personalità è cosa che non è accaduta di raro. Arrivare poi a fare una famiglia e riprodursi credo richieda un impegno inferiore che travasare un liquido da un vaso in un altro, ma fortunatamente codesta vile esperienza ancora non appare nel mio curriculum vitae. Insomma destreggiarsi in questa società, sottostando alle sue regole a me pare la cosa più facile e banale di questo strano mondo. Il punto è che mi annoia fare tutto ciò, e non poco! Qualche anno fa, quando ancora vivevo nell’incoscienza della gioia, immaginavo che la vita sarebbe stata piena di imprevisti e difficoltà, proprio come all’università o al casinò. Invece no. Piatta e prevedibile ed il cervello non serve a farti tirare avanti. Insomma che aspettative può avere un malinconico iper annoiato come ma da codesta vita? In certi giorni mi appare tutto inutile, qualsiasi cosa io faccia e sia. Ma poi che cosa sono io? Che cosa mi rimane veramente da fare? Quali obiettivi ho da conseguire? Vi prego, umanità cara, che qualcuno si faccia avanti e mi dia un suggerimento. Anche un piccolo e misero indizio. Non vedo grosse imprese da compiere. Non vedo nulla di cui questo lurido e fetido mondo avrebbe bisogno da me. Tutto va da sé proprio come una barchetta lasciata in balia del vento e con i remi tirati su. La mia attuale sfiducia nei confronti del libero arbitrio non fa poi che aumentare questa catastrofe. Che delusione! Certo quando uno mette fuori la testa per la prima volte dall’utero materno non credo che, se potesse parlare, direbbe: ”tutto qua?” ma anzi si lascerebbe andare in imprecazioni e bestemmie di gioia per vedere finalmente la luce e scoprire che esiste un altro mondo oltre a quello buio e umido degli ultimi mesi. Ma qua e adesso quale altro mondo devo aspettarmi? L’aldilà? Lunga attesa dunque…