Un Amore Poco Paterno.
Alberto era in una camera d’albergo a ore con una ‘signorina’ quando la cotale, peraltro non più giovanissima e dalle tette pendule gli fece una strana domanda: “Son di ‘bulegna’Il pompino lo vuoi liscio o rigato?” Preso alla sprovvista Alberto disse la prima cosa che gli venne in mente : “liscio.” Risposta inimmaginabile: “Allora mio tolgo la dentiera!” Lo so, la storiella fa un po’ schifo ma era tutto un sogno. Alberto M. era felicemente sposato con Anna conosciuta all’Università la quale, innamoratissima del marito, riusciva anche a sorridere a certe sue battute non proprio felici, abitavano a Roma in via Appia Nuova 123. Ambedue dipendenti dalla Camera di Commercio, sposati da tre anni, anche in assenza di prole erano contenti della loro vita coniugale. Naturalmente le colleghe femmine non si facevano i ‘fatti loro’ e spingevano Anna, che aveva saputo di non poter diventare madre, a prendere un pargolo in adozione. ‘Gutta cavat lapidem’ e così un giorno Anna propose al marito di adottare una bambina (aveva predilezione per le femminucce) ma in Italia la situazione della burocrazia è indescrivibile e, dopo due anni di inutili tentativi,venne loro proposto di andare in Tunisia ma anche lì la situazione non era di facile soluzione: compromesso, dietro lauto compenso, due coniugi tunisini decisero che la sesta figlia era di troppo in famiglia e riuscirono con carte false a regolarizzare la situazione della piccola Fatima di dodici anni la quale fu subito entusiasta dell’idea di andare a vivere in Italia (di cui aveva tanto sentito parlare) tenuto conto dell’indigenza in cui viveva con i suoi. Il padre Mohamed piccolo impresario edile, aveva messo al mondo (o meglio sua moglie Karima) sei figli purtroppo tutte femmine e non il sospirato maschio a cui lasciare le redini dell’impresa. Casa a due piani pianterreno cucina e sala da pranzo, primo piano camera da letto genitori con bagno e piccola stanza per l’erede maschio, secondo piano camera da letto delle figlie con bagno, ovviamente letti a castello. Fatima era un’araba particolare: innanzi tutto l’altezza 1,70, longilinea, capelli lunghi e neri col solito fazzoletto in testa quando usciva (che lei non apprezzava, era una anticonformista), sguardo misterioso, naso piccolo e all’insù al contrario di molte donne arabe, bocca….invitante, insomma non passava inosservata ed era molto criticata dalla gente anche se la Tunisia è considerata nel mondo arabo una nazione progressista. Partenza all’aeroporto con la coda di tutta la famiglia commossa. A Fiumicino taxi e arrivo a casa dove la baby si sistemò nella camera addobbata appositamente per lei. Fatima non aveva pronunziato verbo e quel poco in francese che i coniugi Rossi avevano studiato a scuola ma che capivano appena. Anna chiese ed ottenne quindici giorni di licenza per inquadrare la nuova posizione familiare. Alberto, dopo una giornata di lavoro, ritornava a casa il pomeriggio e veniva messo al corrente degli avvenimenti accaduti in sua assenza: Fatima pian piano cominciava ad imparare qualche parola d’italiano, Anna l’aveva condotta in un grande magazzino dove le aveva fatto acquistare abiti, biancheria intima e scarpe. ‘Je vous remercie, vous étés mes nouveaux parents.” Alberto l’aveva osservata a lungo, così vestita all’occidentale dimostrava più dei suoi dodici anni: curve generose, gambe perfette, sguardo misterioso, capelli neri e lunghi, talvolta a chignon, Max pensò che ben presto avrebbe dovuto allontanare qualche ‘pischello’ troppo invadente. Fatima era stata iscritta da Anna alla prima media di una scuola di suore francesi non molto lontano da casa loro in via Appia. I primi giorni l’accompagnava Anna poi la baby, presasi di coraggio, raggiungeva l’istituto col tram azzurro. La scuola era riservata alle sole femminucce e questo aveva fatto piacere a Max (che fosse diventato geloso?) Fatima ben presto aveva imparato l’italiano, oltre che essere bella era anche intelligente. Talvolta quando ritornava dal lavoro Alberto trovava la casa ‘invasa’ dalle compagne di scuola di Fatima, femminucce delle sua età sicuramente non timide anzi…qualcuna aveva lo stile della ‘puttanella’. Anna. “Non esagerare, sono ancora bambine, mi sembri una padre geloso e maligno! “ Ma forse aveva ragione lui. Un giorno Fatima le aveva confidato che le sue amiche lo ammiravano molto come uomo a dispetto dei suoi trent’anni. Un pomeriggio di fine settimana Alberto si trovò la casa invasa di maschietti e femminucce, i maschi erano fratelli delle ragazze ma la maggior parte aveva la faccia da ‘braciolettone’ (vi piace il termine?) e così, senza accorgersene si trovò a ballare con musica rock facendo la figura dell’orso in un circo equestre. S’accorse, come pure sua moglie, che un po’ tutte lo prendevano in giro non certo Fatima che anzi… Situazione imbarazzante… ma forse era solo una sua fantasia da vecchio zozzone che però col passare dei giorni, lo stava mettendo in crisi anche perchè Fatima si mostrava sempre più ‘affettuosa’ con lui, qualche carezza in viso, qualche complimento “Le mie amiche ti trovano ‘bono’”, Anna ci rideva su, Alberto un po’ meno anche perché in Fatima stava vedendo non una figlia adottiva ma una vera donna la qual cosa lo metteva in crisi con forti mal di pancia da parte sua. Si dice che l’intestino è il secondo cervello, il secondo cervello, razionalmente, non accettava quello che Alberto stavo provando ogni giorno di più maledizione! ‘Amor che ratto s’apprende mi prese di colui così forte che come vedi ancora non m’abbandona’. Ci mancava pure Dante con Paolo e Francesca! Alberto si era riproposto di cercar di non rimanere mai solo con Fatima, ci riuscì per vario tempo sin quando Anna: “Mia madre sta male, è vedova e sola, per un po’ mi stabilisco a casa sua poi ti chiamo, Fatima ha imparato a cucinare ci penserà lei.” Max cercava di stare il più possibile fuori casa ma ovviamente la sera dopo cena, dinanzi al televisore si trovavano a dover dividere il divano e la piccola una volta: “Ho freddo, mi sento un po’ sola, sdraiati e metti il tuo capo sulle mie gambe.” Ben presto Alberto si accorse di avere una gamba in più che si stava allungando sotto i pantaloni della vestaglia. “M’è venuto sonno, vado a letto, buonanotte.” Il sonno tardava ad impossessarsi del pdrone di casa che ad un certo punto vide un spiraglio di luce provenire dalla porta della camera ed una figura femminile infilarsi sotto le coperte a contatto col suo corpo…si arrese dinanzi ad un abbraccio ed un bacio in bocca. Non era una ragazzina che lo baciava ma una donna, una vera donna sessualmente eccitata che gli sconvolse i sensi e non si oppose quando Fatima gli prese in bocca il suo ‘ciccio’ che ben presto riempì la bocca della baby la quale andò in bagno per poi ritornare e offrire il suo ‘fiorellino’ alle labbra del suo ‘patrigno’ con conseguenti orgasmi multipli da parte sua, evidentemente la baby non era nuova al sesso e si masturbava da tempo. Com’era venuta così Fatima disparve dalla camera di Alberto il quale finalmente fu preso da un sonno tanto profondo da non svegliarsi sino alle nove di mattina. Telefonata in ufficio per giustificare la sua assenza, barba, doccia e poi in cucina a preparare qualcosa per il pranzo, di Fatima nemmeno l’ombra, sicuramente era andata a scuola. Al suo rientro sguardo sorridente un ciao con la mano al paparino ed apprezzamento per aver trovato la tavola imbandita. “Al mio paese gli uomini non si mettono ai fornelli.” Era solo la baby a condurre la conversazione, Alberto pensò che qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe stata quella giusta e così tenne per sé i pensieri che gli affollavano la mente. Passò il pomeriggio fuori casa al cinema Appio vicino a casa sua, un vecchio film ritornando a casa alle sette. Durante la cena Fatima era allegrissima non faceva altro che raccontare episodi che accadevano nella sua scuola e trattava Alberto come se nulla fosse successo la notte precedente. Sistemata la cucina i due dinanzi al televisore distanti l’uno dall’altro sinché Fatima si avvicinò e mise il suo capo sulle gambe del patrigno il quale cercò di resistere ma la natura fece il suo corso e ‘ciccio’ venne fuori dal pigiama per infilarsi nella calda bocca della baby col risultato prevedibile. Visita di lei in bagno a poi: “Papino ho un desiderio, che ne dici di baciarmi il mio clitoride, sono eccitata…Finirono nel letto matrimoniale e Alberto si trovò in bocca un fiorellino vogliosissimo ed una natura vergine. Quando si erano conosciuti Anna aveva avuto già rapporti intimi con un suo compagno di scuola, questa era la sua prima esperienza con una vergine. Fatima aveva orgasmi a ripetizione, Max cominciò a preoccuparsi che si sentisse male ma quando mai, la baby era scatenata e si esibì in un pompino al padrigno che fu la fine del loro incontro che si ripeté la sera successiva. Per avere solo tredici anni Fatima dimostrò di essere ben preparata per quanto riguardava il sesso. “Papino da giorni prendo la pillola di tua moglie…più chiaro di così! Max cominciò a baciare le sensibili tettine per scendere sino al fiorellino già completamente bagnato e…”Non pensi sia troppo presto per te avere un rapporto intimo io mi contento…” “Io no.” fu la immediata risposta di Fatima che andò all’armadio e ritornò con un asciugamano, aveva previsto tutto, non voleva sporcare col sangue le lenzuola e forse il materasso perché aveva deciso di…”Guarda che il mio coso è molto grosso, me ne sono accorto quando facevo la doccia con i miei compagni di calcetto, ho paura…” “Son sicura che sarai delicato, lo desidero troppo, sono araba e come tale sarò la tua seconda moglie!” More solito Fatima prese in mano la situazione e fu lei stessa a dirigere ‘ciccio’ nel suo fiorellino. Dopo circa un quarto d’ora operazione compiuta con schizzo dello sperma sull’utero della baby che riuscì a godere in maniera superba, era diventata una donna per merito della persona che amava! Dopo una settimana Anna istintivamente capì che era l’ora di rientrare in famiglia, trovò una badante per la madre ed una mattina si fece trovare in casa dal marito e dalla figlia un po’ stupiti. Istintivamente capì che qualcosa era cambiato nel rapporto tra padre e figlia, dagli sguardi dei due, dal modo di parlare…Finito il pranzo si rinchiuse nel bagno e accese una sigaretta, non era una fumatrice, fumava solo quando era in crisi. Analizzò la situazione: non ci voleva molto a capire quello che era successo e pensò alle decisioni di prendere: prima denunziare tutto agli organi di polizia con la conseguenza dell’andata in carcere di Max, e affidamento ai servizi sociali di Fatima, lei sola in una casa vuota e motivo di chiacchiere da parte dei vicini e dei colleghi di ufficio, soluzione che sapeva più di vendetta che altro, allora…Accettare la situazione e mettere delle regole alla comune convivenza: Max di notte avrebbe sempre dormito nel letto matrimoniale, gli sarebbe stato concesso solo qualche pomeriggio a ‘dare ripetizioni’ alla figlia nella sua stanza con la speranza che la baby si trovasse presto un boy friend. Resi edotti i due delle sue decisioni beccandosi degli abbracci affettuosi ai quali non era preparata. Per una visita di controllo dal ginecologo Anna pensò bene di portare con sé Fatima ma al dr.Gatti, vecchio amico di famiglia disse che la figlia adottiva aveva diciassette anni e che aveva rapporti col suo fidanzatino. Il ginecologo trovò la vagina di Fatima un po’ arrossata (quel porco di mio marito di va giù pesante pensò Anna) ed il dottore proseguì prescrivendo a Fatima un ‘riposo ginecologico’ di quindici giorni e consigliandole una pillola anticoncezionale diversa da quella di sua madre, più adatta alla sua età. I giorni passavano senza che vi fossero delle novità in casa M., ognuno rispettava le regole imposte da Anna. Fatima dopo il diploma del liceo classico, per la sua conoscenza delle lingue (aveva imparato anche l’inglese) trovò un impiego presso l’Ambasciata di Tunisia, nel frattempo aveva presentato in famiglia Alessio, un ragazzone biondo suo compagno di scuola, con gran dispiacere di Max ma generando una contenuta contentezza da parte di Anna che da quel momento cominciò benignamente a prenderlo in giro. “Ti è rimasta una sola moglie ma che ti permetterà qualche giochino al quale in passato mi hai chiesto di partecipare senza ottenere il mio consenso.” Si trattava di usare il buchino posteriore di Anna che nel frattempo di sarebbe masturbata con un vibratore, magra consolazione.. Dopo quattro anni Fatima si presentò in casa M. con una bambina in braccio, bellissima. Anna e Max erano diventati nonni!