Un giorno fortunato
Era mezzogiorno ad Abilene, una primitiva cittadina del Far West.
Slim "Tombstone" McAllister, becchino del luogo, aveva appena finito di seppellire gli ultimi quattro morti della settimana: un lavoraccio faticoso e ingrato visto quello che ne aveva ricavato!
Il sole picchiava cattivo e impietoso su case, persone e animali, l'aria era torrida e la sete si faceva sentire.
L' ometto si terse il sudore dalla fronte e sputò per terra con disgusto: "che schifo di paese" esclamò mentre guardava la strada nuda e polverosa.
In quell'attimo, qualcosa attirò il suo sguardo: in fondo alla via si stava sollevando una nuvola di polvere e, dentro di essa, una sagoma scura appena visibile.
L' ometto aguzzò lo sguardo cercando di capire chi potesse essere quello strano e indistinto cavaliere, ma non riusciva a vedere altro che la sua indefinibile sagoma.
Decise quindi di fermarsi e aspettare: il cavaliere misterioso lo avrebbe raggiunto di lì a poco!
Infatti, dopo un paio di minuti, lo straniero stava davanti a lui: un uomo grande e grosso, tutto d'un pezzo, con un volto severo e uno sguardo sicuro.
"Buongiorno" esclamò il buon Slim con una voce incerta e un'espressione un po' impaurita "Benvenuto straniero, benvenuto ad Abilene!"
L'uomo lo squadrò da capo a piedi, quindi si scosse la polvere di dosso: "Grazie amico, sto cercando un certo Slim "Tombstone" McAllister, lo conoscete?"
Il becchino cominciò a tremare leggermente, poi si fece coraggio e rispose: "So...sono io signore,che volete da me?"
"Ah bene, allora sono fortunato. Voi siete il becchino vero?"
"Cer...certamente signore, sono il becchino"
"Ottimo, allora preparatemi 5 casse da morto, le dovrete usare tra due giorni"
L'ometto trasecolò, ingoiò un po' di saliva, poi chiese:
" Per che cosa le avete bisogno?"
"Un becchino non fa domande, seppellisce e basta! Quanto volete per i funerali?"
"Beh ..se le cose stanno così...facciamo 50 dollari per i funerali e 25 per le casse!"
L' uomo sorrise divertito: "Diamine,siete un tantino caro amico mio ma ve li darò volentieri!"
Infilò una mano nella tasca della giacca, ne trasse un sacchetto, lo aprì. Continuando a sorridere, ne tolse una piccolissima pepita d'oro e la gettò per terra davanti all' ometto esterefatto.
"Tienila, è tua!"
"Ma signore, questo è troppo, non dov..." balbettò il becchino
"Basta così amico, prendila e fai dei funerali come si deve!"
Detto questo, lo straniero riprese il suo cammino dirigendosi verso il saloon.
"Accidenti che giorno fortunato!" esclamò l' ometto soddisfatto dopo aver controllato con un morso l'autenticità della pepita.
"E poi dicono che il venerdì tredici porta male!"