Un Harem All'Italiana

Alberto M. e Sofia M. erano affacciati al balcone di casa, lato mare, e si stavano godendo lo spettacolo dello Stretto di Messina durante un pomeriggio di giugno piacevolmente caldo: transito di traghetti e di aliscafi, motoscafi privati e barche di pescatori, per lo più dilettanti, in panorama idilliaco e distensivo quando: “Sofia il telefono”La signora ritornò sul balcone dopo un bel po’ di tempo sorridendo. “Fa ridere anche me, ti vedo particolarmente allegra.” “Lo sarai anche tu quando ti dirò che era la tua ex…” “Quale ex…non ho ex.” “La tua ex moglie l’hai dimenticata?”
Dopo un  lungo silenzio: “Che voleva dopo tanti anni e non mi risulta che ci siamo lasciati in buoni rapporti.” “La signora mi ha fatto tanti complimenti per arrivare al punto, vuol venire a Messina e riprendere i vostri rapporti possibilmente amichevoli, il tempo cancella il passato.” “Ecco mo me diventa puro filosofa.  (Alberto non aveva dimenticato la sua origine romana) che le hai risposto?” “Per me va bene.” “Io non ci capisco più nulla, forse non ho ancora scoperto la filosofia delle femminucce ma se sino a qualche tempo fa…” “Tempus delet praeteritum.” “Lascia perdere il latinorum come diceva Renzo a don Abbondio , lo sai che ho fatto ragioneria, traduci.” “Il tempo cancella il passato.” “In altre parole sei d’accordo ma se fino a ieri…” “Oggi è oggi, vorrei vivere in pace con tutti e poi sarà divertente!” Alberto passò la notte in bianco, si alzò dal letto e rimase a dormicchiare sin quando Sofia lo svegliò con un bacio, almeno il risveglio era stato piacevole. “Vado al lavoro, oggi pomeriggio il grande avvenimento ah ah ah.”Sua moglie era addetta alle vendite di un grande magazzino” Alberto, cinquantenne, ex maresciallo della Guardia di Finanza ritornava spesso in caserma perché, in qualità di fotografo, riprendeva (con i suoi attrezzi , la G. di F: non aveva soldi sul capitolo) gli arrestati e le varie cerimonie, insomma era sempre di casa ben accetto dai colleghi e dal comandante del Gruppo Provinciale. “Arbè che stanotte sei andato a mignotte, sei pallido…” Ti pareva che non incontrava Nando un ex collega romano simpatico ma rompi c. “No, t’ho sognato e me sò ridotto così, annamo al bar, t’offro n’ caffè.” “Veramente non ho ancora fatto colazione.”  “T’offro la colazione rompiballe e scroccone.” In fondo erano amici, i soli romani fra tanti burini (come dicevano loro). Alberto lavorò sino alle 11 in laboratorio e poi rientrò a casa, doveva preparare qualcosa da mettere sotto i denti per lui e per la gentile consorte, aveva imparato a cucinare quando, da finanziere, era in forza al distaccamento di Lago Matogno a 2.000 metri sopra Domodossola. La compagnia della pipa, dopo mangiato, era un distensivo per il prode Alberto e così lo studio, unico locale in cui gli era permesso di fumare, si riempì di un piacevole fumo odorante di buon tabacco. Al computer fece un giro per controllare la posta, i movimenti del suo (del loro) conto corrente rimpinguato dai soldi della dolce consorte che aveva ereditato da un nonno che le era molto affezionato. Alle 17 entrò nel cortile una Jaguar XF berlina rosso fuoco, alla guida una Aurora S. smagliante, sorridente, allegra e ben truccata, (sicuramente era passata in un istituto di bellezza, ci teneva a fare bella figura, oggi le cinquantenni…Alberto rimase nello studio mentre Sofia dal balcone fece cenno ad Aurora di entrare nel garage. Complimenti reciproci sino a che punto sentiti? L’ospite “Cara il matrimonio con Alberto ti ha ringiovanita, sei uno splendore.” Anche tu non scherzi, merito di chi?” “Nessun maschietto se è quello che volevi dire, vediamo casa tua.” Aurora aveva i capelli castani un po’ arricciati, il viso truccatissimo con gusto in cui spiccavano due labbra ben messe in evidenza, vita stretta, ed il resto del corpo piacevole da guardare. Finalmente Alberto uscì dal suo guscio e: “Ciao Aurora.” “Pensavo ad un saluto un po’ più affettuoso, dopo dieci anni si dimenticano la spiacevolezze passate.” “Sofia ti farà vedere casa, io vi aspetto nel salone.” Alberto mise su musica brasiliana che era la preferita da Aurora e quando questa entrò: “Vedi che quando vuoi sei affettuoso ti sei ricordato delle mia preferenze musicali.” Nel frattempo aveva bussato il portiere Fulgenzio con delle buste in mano, un saluto generale togliendosi il cappello e poi dietro front, non aveva nulla del classico portiere chiacchierone, sapeva tutto di tutti ma se lo teneva per sé tranne qualche volta quando Alberto con un cinquantino in mano domandava notizie di… “Alberto ha prenotato in un ristorante di Ganzirri, si mangia molto bene, il padrone è un amico, se vuoi andiamo con la Jaguar, preferisco non presentarci tardi altrimenti rischiamo di passare ore al tavolo. Alle 20,30 entrata nel salone, un tavolo col cognome di Alberto. Carmelo il proprietario si presentò con un mazzo di fiori ma vedendo due femminucce: “Non pensavo ci fossero due signore altrimenti…” Carmelo lascio perdere i fiori non edibili (a questa parola Carmelo fece segno con la mano per dire che c. vuoi dire) ma poi fece i complimenti alla nuova arrivata. “Alberto ha avuto sempre buon gusto in fatto di donne, scusate la gaffe  volevo dire…” “Lo sappiamo quello che volevi dire, questa Aurora la mia ex moglie.” Questa volta Carmelo, suo malgrado, riuscì a fare l’indifferente e presentò  il menu del giorno. A fine pasto uno spumante con pasticcini offerti dal trattore e rientro a casa. "È tardi per rientrare a Spadafora dove abito, se me lo permettete dormirò sul divano." Proposta accettata, tutti a nanna. La mattina seguente Sofia al lavoro, Alberto e Aurora a poltrire nei relativi giacigli sin quando  la ex (son sempre le femminucce a prendere l’iniziativa) si presentò in camera da letto. “Toc toc, posso entrare?” Alberto stava supino con le braccia dietro il collo con lo sguardo in alto sul soffitto. “Aurora ancora in camicia da notte avuta in prestito da Sofia si avvicinò al letto sedendosi su una poltrona. “Dopo dieci anni avremo pure qualcosa da dirci.” “Si quanti maschietti di sei fatta nel frattempo?” “Sei partito col piede sbagliato, non voglio sembrare patetica ma tu sei stato il solo amore della mia vita, ci siamo lasciati per le continue liti non per altri motivi.” “Vuoi dirmi che da allora…” “Provare per credere…” Un chiaro invito, ambedue all’unisono ognuno in una toeletta a farsi il bidet e poi a letto. “Adesso ti accorgerai se ho detto la verità, in fatti Alberto faticò un poco a penetrarla gatta della signora malgrado lubrificata da un precedente cunnilingus.Godferecciata gigante come ai bei tempi, sicuramente era stato quello lo scopo di quella telefonata, Aurora aveva vinto la sua battaglia anche perché…”A letto com’è tua moglie?” “Solo quando non ne può fare a meno da quando è in meno pausa poi quasi niente.” “Povero Albertone mio ci sarà sempre vicino quella gran mignottona di…” “Non sei una mignottona sei stata il mio amore per molti anni, venendo a Messina mi hai messo in crisi anche se non penso che Sofia faccia delle storie per i motivi sopra detti, invece di andare in giro…” “A proposito di andare in giro, andiamo a comprare un buon divano letto, quello che hai non si apre.” Con la Jaguar andarono in un fornito negozio della circonvallazione, pagando una somma in più il nuovo divano venne subito portato a casa con ritiro del vecchio, tutto a posto. Al suo rientro Sofia non fece nessun commento sull’acquisto, buon segno. Il pomeriggio Aurora rientrò nella sua casa di Spadafora con l’impegno di tornare il giorno dopo. Alberto a cena era taciturno, si può essere anticonformisti quanto vuoi ma… “Ho capito perfettamente che avete usato il nostro letto, d’ora in poi usa il divano…” Quello era un imprimatur vero e proprio al rientro di Aurora a casa loro, Alberto all’inizio pensò ad un trio poi ricordando la freddezza sessuale di Sofia capì che non c’era nulla da fare ma, tutto sommato, gli andava bene così. La ex e Sofia erano benestanti con lasciti dai relativi parenti, lui si contentava della pensione e di una cinquecento Fiat, sua moglie una Volkswagen UP piccolina adatta per il posteggio. ‘Un giorno dopo l’altro il tempo se ne va…’ Tenco aveva ragione. Fulgenzio ogni tanto passava e: “Avete bisogno di nulla?” Non erano i coniugi M. ad aver bisogno ma lui in termini monetari,  regolarmente fornito di qualche cinquantino ne versava una parte, da cristiano osservante, alla vicina chiesa dove si recava tutte le mattine dalle nove alle undici lasciando la figlia Adriana, da poco diciottenne, a guardia della guardiola. Adriana non condivideva i sacri principi religiosi del padre, orfana di madre, iscritta all’Università era di larghe vedute in tutti i campi non escluso quello sessuale. Ovviamente aveva notato l’arrivo di Aurora in casa di Alberto, aveva fatto domande al padre che era stato molto vago e quindi un giorno che moglie e la ex moglie di Alberto erano lontane da casa. “Toc toc posso entrare’” “Vieni parliamo un po’, vedo che negli ultimi tempi sei cresciuta…” “È da vario tempo che son cresciuta solo che lei non mi degna di uno sguardo.” “Vieni qui sul divano e raccontami di te, hai un boy friend?” “Si ma pur essendo belloccio  ne sa poco in fatto di sesso, gli devo insegnare tutto io e poi è un po’ scarso…vorrei fare un paragone col suo, permette?” e nel frattempo aveva messo una mano sull’apertura del pigiama di Alberto che sorpreso, diciamo pure piacevolmente sorpreso, si mise a ridere a mise a disposizione di Adriana il suo coso che pian piano stava aumentando di volume sino a quando…”Ma questo è un mostro, quello del mio fidanzato forse è la metà, vorrei provare se mi fa male, mi scusi mi tolgo gli slip e lei il pigiama, …ci vada piano nel frattempo.. il solito cunnilungus per lubrificare e poi entrare, ‘cum juicio (Manzoni)’ sino al finale schizzo godereccio sul collo dell’utero. “Vai facile, prendo la pillola.” Dopo la seconda goderecciata Adriana  recuperò gli slip e sparì da casa. Ad Alberto pareva di aver sognato in pochi giorni due avvenimenti avevano cambiato la sua vita, sicuramente in meglio e soprattutto senza problemi, questa volta Mercurio, il suo dio pagano, l’aveva aiutato. A letto con Sofia: “Ho immaginato quello che è successo, ormai avrai capito che la menopausa mi porta a non apprezzare il sesso ma ti amo come prima e forse di più non è un  assioma, l’importante che non ti innamori di qualcuna, ne soffrirei da morire.” Come darle torto, intanto sfruttare la situazione, vecchio zozzone! La situazione era foriera di cambiamenti infatti al rientro di Aurora, la sera, a cena: “Ho rincontrato una vecchia amica di quando ero sposata con Alberto, mi ha fatto un sacco di feste, vorrei invitarla qui, è una simpaticona, sempre sorridente anche se sfortunata ma fino ad un certo punto: suo marito è morto ma le ha lasciato un bel po’ di quattrini. “Ci sono in giro troppe signore single e quattrinose in cerca di…” “No  certo di mariti, oggi per noi i maschietti sono come i fazzolettini di carta: usa e getta.” Alberto: “Complimenti per questa filosofia, l’avete copiata dai maschi, nes pas?” Il sabato sera successivo invito all’amica di Aurora che si presentò puntuale alle 20. Nascosta dietro un gran mazzo di rose bianche apparve Ambra. Al suo apparire la pressione di Alberto arrivò alle stelle e il poveraccio divenne rosso in viso con gran ridere di tutte le signore. “Scusate, un colpo di pressione, vado a mettermi il ghiaccio in testa.” “Non è che mi fate rimanere vedova…” e tutte e tre le femminucce a ridere, Ambra era stata per Alberto anche lei un’amica… particolare, non ci voleva molto a capirlo. Le signore a tavola compunte, Alberto si era cambiato la camicia, aveva sudato, non ci furono commenti se non acclamazioni alla buona cucina di Aurora che si era voluta esibire in arte…culinaria. Alberto cercò, con calma, di inquadrare la situazione, ormai tutte e tre sapevano di tutto e quindi…nessun problema. Avevano lui e le signore preso l’abitudine di uscire con la Jaguar per andare al centro a fare spese, Alberto  si limitava a guardare  i capi di vestiario e le scarpe che le signore provavano e poi compravano, fatti loro. Naturalmente il vicinato ci ricamava sopra ma il quartetto se ne fregava altamente, Fulgenzio riferiva ad Alberto i pettegolezzi conseguenti ad invidia soprattutto dei maschi dell’isolato, meglio essere invidiato che…Una mattina, Sofia al lavoro, Aurora decise di ritornare a casa sua a Spadafora per sistemare alcune cose, una evidente bugia per lasciare soli Alberto ed Ambra i quali, ovviamente, approfittarono dell’occasione per usare il sofà  di Aurora per un …riposino, il letto matrimoniale era off limits. Ad Aurora L’antica voglia di sesso col tempo non si era pacata molto probabilmente anche per le poche attenzioni del marito malato e lo dimostrò subito con mettere in atto varie posizioni del Camasutra, la sua specialità però era la goderecciata col popò, forse era come Linda Lovelace  nel film ‘Gola profonda’  che aveva il clitoride nella gola, lei nel didietro. Al rientro di Sofia, ; “Ti vedo un po’ giù forse di …pressione, ho comprato un Lambrusco favoloso, un brindisi, alla nostra…” Non finì la frase era difficile specificare a che cosa brindare. Aurora ed Ambra talvolta dormivano insieme, Alberto ovviamente nel letto matrimoniale con la legittima consorte che si accontentava di abbracci affettuosi. Il finale col botto: una mattina le signore si presentarono nude e profumate al cospetto di Alberto che le …punì severamente, inizio della formazione di un harem all’italiana!