Un incontro particolarissimo in terra di Spagna
Un vecchio con i capelli brizzolati e la barba lasciata incolta stava al centro del ponte che attraversava il fiume Ebbro di Zaragoza. Dal ponte vi era una vista bellissima della cattedrale del Pilar ed era anche un’importante area di passaggio, attraversato da autobus, macchine, biciclette, motori e passanti. Nel ponte vi era un movimento incredibile, a volte vi si formava anche del traffico, ma il vecchio se ne stava là, in piedi senza fare alcun movimento.
Mi trovavo lì perché dovevo attraversare il ponte e consegnare dei volantini pubblicitari d’un importante compagnia telefonica nella parte della città che precede la zona dell’ Expo. Ero stato molto fortunato a trovare quel lavoretto, mi permetteva di contribuire in piccola parte al pagamento dell’affitto.
Impiegai tre ore per distribuire tutti i volantini, poi tornai al ponte. Si era fatto tardi e non c’era più tutto il movimento di prima, ma il vecchio era sempre nello stesso punto .
Decisi di parlargli, almeno avrei potuto praticare lo spagnolo. Questi cinque mesi di Erasmus avrebbero dovuto pur servire a qualcosa!
“Da dove viene?” gli chiesi
“Sono di Zaragoza” disse lui, e mi fissò dritto negli occhi. Poi sorrise. “Ma è come se fossi straniero , adesso”.
“Ah” dissi, senza aver capito bene quello che volesse dirmi.
“Sì” disse lui “ ho vissuto in Inghilterra per più di sessant’anni. Sono tornato solo da una settimana”
“Perché ha lasciato la Spagna?” gli domandai.
“Fui costretto a lasciare la mia terra!” mi rispose. “Quando ero ancora adolescente scoppiò la guerra civile e i miei genitori decisero di mandarmi a Liverpool, dove viveva una mia zia”.
In effetti, sentendolo parlare, mi sembrava di percepire uno strano, seppur minimo, accento inglese e io guardai i suoi capelli bianchi e la sua barba ispida e dissi: “ E i suoi genitori? Non partirono con Lei?”
“No” rispose. “ Mi dissero che mio padre non poteva lasciare il lavoro nella bottega. In realtà rimasero qui per combattere con le forze repubblicane, ma morirono. L’ultima volta che li vidi fu su questo ponte. Mi fecero salire su un carro diretto a Barcellona, dove mi sarei imbarcato per l’ Inghilterra”.
Io guardavo il vecchio sbigottito, non credevo che avrei ascoltato da quest’uomo una storia così interessante. Conoscevo la storia della guerra civile spagnola, me ne ero appassionato leggendo Orwell ed Hemingway. Non pensavo, però, che venendo in Spagna avrei incontrato un testimone di quel terribile evento.
“In verità” mi disse, “ sono tornato in spagna già qualche anno prima. Tornai poco dopo la morte di Franco. Volevo sapere dove erano finiti i corpi dei miei genitori”. La sua voce era soffocata dalla tristezza.
“Lì ha trovati?” gli chiesi.
“Come?”
“Ha trovato i corpi dei suoi genitori?”
“No” mi rispose. “Sai, saranno in una delle 800 fosse comuni disseminate per tutta la Spagna. Credo sia un’impresa impossibile riesumare 30 mila cadaveri”
Gli dissi: “ se non sa che fine abbiano fatto i loro corpi, come può avere certezza che i suoi genitori siano morti in combattimento?”
“Lo seppi subito” mi rispose. “Mi arrivò una lettera in Inghilterra da parte di un soldato repubblicano. Mi avvisarono della morte dei miei genitori, causata da un attacco aereo tedesco”.
Vidi l’orologio e si era fatto tardissimo. Gli domandai perché non se ne andasse, faceva molto freddo. “Grazie” disse lui e guardò anch’egli l’orologio. “Rimango qualche altro minuto”.
C’era poco da fare, quel vecchio sarebbe rimasto tutta la notte sul quel ponte. Penso, in quel posto, gli era più facile ricordare il volto dei suoi amati genitori, era lì che li vide per l’ultima volta.