Un Natale con i fiocchi
Per le strade si respirava già un’atmosfera festosa, sui tetti s’intravedeva il fumo dei camini e si sentiva il dolce odore delle caldarroste. L’atmosfera dell’imminente Natale era percepibile lungo le strette vie di quel paesino della Valle D’Aosta. Tutto era miracolosamente magico con le urla dei bambini che, accompagnati dai loro genitori, osservavano festanti i possibili regali di Babbo Natale. Grandi e piccini si apprestavano a vivere la nascita del Signore con serenità e gioia stando seduti davanti a una tavola imbandita in compagnia di amici e parenti.
Purtroppo quel Natale per Luigi aveva un sapore diverso. Luigi era un bimbo di dieci anni, tanto dolce quanto sfortunato. Sua madre era morta mentre lo stava dando alla luce mentre suo padre aveva perso la vita in un grave incidente automobilistico qualche anno prima. Viveva con una zia che l’aveva preso con sé dopo la morte di sua madre e nonostante la sua premura e la sua dedizione, il bambino mostrava dei chiarissimi segni di infelicità. I suoi pianti erano molto frequenti, specie in quel periodo che precedeva il Natale in cui i bimbi della sua età erano in una dolcissima e trepidante attesa dei regali.
Per il piccolo Luigi purtroppo i problemi non erano finiti qui. Un giorno infatti, sua zia da tempo malata di cuore, si spense improvvisamente a causa di un malore.
Luigi si ritrovò da un momento all’altro solo al mondo e con un macigno che si sarebbe trascinato per tutto il resto della sua vita. Per quel grave lutto, il piccolo aveva versato tante lacrime, troppe per un bimbo della sua età e i suoi occhi azzurri trasmettevano tutta la tristezza di chi è abbandonato al suo destino.
Il bimbo non aveva altri parenti diretti e fu così necessario l’intervento dei servizi sociali al fine di trovargli una giusta collocazione. Fu così che, dopo aver trascorso qualche giorno presso alcuni conoscenti di sua zia, gli fu comunicato l’imminente trasferimento in una casa famiglia in cui, come gli avevano assicurato, avrebbe trovato delle persone che si sarebbero amorevolmente prese cura di lui. L’indomani Luigi si svegliò di buon mattino e, dopo un’abbondante colazione, fuori il portone della casa di quei conoscenti, si ritrovò dinanzi a due assistenti sociali, che immediatamente lo condussero in una vicina casa famiglia. Il piccolo portò con sé i pochi giocattoli che aveva e qualche necessario indumento. A prima vista quel luogo sembrava un piccolo angolo di paradiso. Intorno all’enorme fabbricato vi era un immenso giardino in cui i bambini ospiti della struttura, si divertivano giocando allegramente. Appena varcò il cancello della casa famiglia, il piccolo Luigi pensò che lì si sarebbe divertito e che presto avrebbe avuto quegli amici che ogni bambino della sua età desirerebbe avere. Luigi fu accolto molto affettuosamente da Suor Daniela, la direttrice della struttura che immediatamente gli mostrò la sua stanza cercando di metterlo subito a suo agio. Il bimbo, seppur con tanta tristezza nel cuore, appariva tranquillo, aveva già subìto troppe ingiustizie e pensava che nulla di peggio potesse intaccare ulteriormente la sua giovane vita.
Luigi iniziò subito a familiarizzare con quella sua nuova dimora, diede uno sguardo qui e là nella sua stanza e si accorse che era proprio come se la immaginava. C’erano tre lettini e di fronte una piccola scrivania che i bambini usavano per eseguire i compiti. Si si stese su uno dei tre lettini, in attesa che suonasse la campanella dell’ora di pranzo. Sembrava tranquillo ma soprattutto aveva deciso di familiarizzare con quella nuova realtà.
Purtroppo, il piccolo Luigi dovette per forza cambiare opinione sul luogo in cui si trovava e i problemi non tardarono ad arrivare. Mentre era seduto a tavola con gli altri bimbi, si accorse che alcuni di essi lo fissavano e ridacchiavano tra loro. Fece finta di nulla continuando a mangiare, sembrava non dare peso a quello spiacevole episodio.
Verso sera invece arrivò per Luigi una triste conferma. Mentre si apprestava a prepararsi il suo lettino per la notte, si accorse che i suoi compagni di stanza avevano rovistato fra le sue cose per poi riferire alla direttrice del disordine di Luigi. Il piccolo fu così rimproverato e messo in punizione per l’intera giornata, ormai stava cominciando a capire che quello non era certamente il posto adatto a lui e di essersi sbagliato nelle sue valutazioni iniziali.
Era ormai trascorsa qualche settimana da quando Luigi era arrivato alla casa famiglia, il Natale era ormai alle porte ma il bambino sembrava estraniato da tutto, messo da parte dagli altri bambini che consideravano quel nuovo arrivato un bambino sciocco.
Tutti i bimbi della struttura erano intenti a preparare, con l’aiuto delle educatrici, l’albero di Natale e i vari addobbi per le stanze. Luigi purtroppo non prese parte ai preparativi, ormai trascorreva le sue giornate chiuso nella sua stanza, steso sul letto a fissare il soffitto. Si vedeva soltanto a scuola la mattina e durante il pranzo, era continuamente preso in giro da alcuni ragazzini più grandi e a causa di ciò si era chiuso sempre più in se stesso. Nonostante il grande impegno delle istitutrici nell’invogliarlo a partecipare alle attività della struttura, il piccolo Luigi aveva il viso ogni giorno più spento; il suo sogno ricorrente era una vera famiglia: una mamma, un papà e qualche fratellino. Spesso la notte sognava tutto ciò e il mattino seguente si svegliava con gli occhi pieni di lacrime.
Un giorno arrivò in quella struttura un giovane e distinto signore, che si rivelerà, determinate per la vitadi quel bambino dagli occhi azzurri. Si chiamava Andrea, apparteneva a una nota famiglia d’imprenditori del luogo ed era il principale finanziatore di quella casa famiglia. Aveva una compagna, due bellissimi figli e una smisurata passione per i bambini. Si recava periodicamente nella struttura a trovare quei bambini che amava tanto, conosceva le loro situazioni ed era considerato un po’ il papà di tutti. La sua attenzione immediatamente si diresse verso Luigi che se ne stava seduto in un angolo mentre gli altri giocavano allegramente nel giardino della struttura. Si avvicinò lentamente al piccolo e gli disse: “Ciao, come ti chiami? Perché non sei a giocare con gli altri”? Luigi, con gli occhi pieni di pianto gli rispose: “Gli altri bambini non mi vogliono con loro, dicono che sono sciocco e non fanno altro che prendermi in giro”. “Non è vero” rispose Andrea “Tu non sei sciocco, sei un bimbo speciale e molto sensibile ed è evidente che gli altri non hanno la tua stessa sensibilità per comprenderlo”. Luigi prestò molta attenzione alle parole di Andrea ma il sorriso stentava ad arrivare; fu così che il bambino se ne ritornò mestamente nel suo angolino con gli occhi sempre più tristi. Mancavano ormai pochi giorni al Natale e le visite di Andrea al piccolo Luigi erano divenute sempre più frequenti. I due avevano instaurato un rapporto di tenerissima amicizia. Ogni volta il giovane Andrea era solito portargli qualche regalino che era sempre ripagato con un sorriso e un dolce abbraccio. I due trascorrevano tutto il tempo della visita di Andrea, a giocare insieme e Luigi sembrava divertito. Andrea oltre ad essere una persona di cuore, era anche molto simpatico e man mano era riuscito a conquistarsi la simpatia di Luigi.
Mancavano ormai due giorni al Natale, al centro del giardino della casa famiglia spiccava un enorme abete addobbato con palline di carta preparate dai bambini ospiti della struttura. Andrea anche quel giorno arrivò puntuale nella struttura come faceva da qualche tempo a questa parte. Nel periodo in cui era stato a far visita a Luigi era sempre tornato a casa con un senso di amarezza. Gli capitava di guardare i suoi figli e nello stesso momento, pensava a quel bambino e a come sarebbe cambiata la sua vita se avesse trascorso il Natale con una famiglia vera. Quando si ritrovò per l’ennesima volta davanti a Luigi, con il sorriso sulle labbra gli comunicò una decisione che lo rese improvvisamente il bimbo più felice del mondo. “Piccolino” gli disse “Ho deciso di portarti a casa mia affinché tu possa trascorrere il Natale con una vera famiglia e resterai con me per sempre”. Il giovane imprenditore Andrea aveva deciso di adottare legalmente quel bimbo che tanto lo aveva affascinato. Luigi non stava più nella pelle, non vedeva l’ora di conoscere la sua nuova famiglia.
Era finalmente arrivato il giorno di Natale e Luigi si ritrovò per la prima volta nella sua vita, seduto davanti ad una grande tavola con una vera famiglia al completo. La compagna di Andrea e i suoi figli lo accolsero a braccia spalancate, erano felicissimi di quel nuovo arrivo in famiglia al quale avevano promesso di amarlo rispettivamente come un figlio e come un fratello. Per il piccolo Luigi quello fu davvero un Natale con i fiocchi, trascorso con quella famiglia che aveva sempre sognato e che ora poteva avere tutta per sé.