Un quarto d'ora di vero amore !?
Ero seduto nel pullman col libro di Teorie e Tecniche della Comunicazione di Massa aperto dinanzi a me quando t'ho vista a quella fermata.
Nella tua ostentata giovinezza affrettavi il passo per non perdere il mezzo che poteva riportarti a casa; coi tuoi capelli neri e vestita con un semplice jeans ed una magliettina, sei salita sul bus facendo una linguaccia ad una amica a piedi.
Ti osservavo, nella spensieratezza dei tuoi diciott'anni, nella leggiadria con cui ti toglievi lo zaino di scuola e ti sistemavi i capelli; ero contento.
Il pullman gremito intanto continuava la sua corsa ed io ero lì ad osservarti, distogliendo lo sguardo ogni qualvolta ti giravi verso di me: maledetta timidezza.
Neppure un metro ci divideva eppure sembrava uno spazio infinito.
E poi, l'apice dell'emozione: un misto di gioia e sorpresa; felicità e paura, quando il nostro sguardo s'è incrociato ed un tuo dolce sorriso di approvazione ha sottolineato il mio gesto di rispetto verso un anziano signore che ho fatto sedere al mio posto.
Mi sono alzato, riponendo il libro in borsa, ed ho continuato nella mia opera di contemplazione mentre intorno i suoni di un pullman nell'ora di punta continuavano sbiaditi il loro percorso.
Poco dopo però è svanito tutto. E' arrivato il momento per te di rompere questo mio idillio: era la tua fermata, le porte si sono aperte, ti sei girata verso di me, mi hai sorriso per la seconda volta, poi sei corsa giù per gli scalini lungo la strada che ti porterà a vivere la tua vita.
Ed io? Un attimo di smarrimento, nelle cuffie del mio lettore mp3 "Leave right now" di Will Young a fare da sottofondo alla tristezza che si era fatta breccia nel mio cuore.
Ti ho trovata...
Ti ho subito persa...
Ma è stato bellissimo.