Una buona collaborazione (racconto breve)
L'appuntamento era per giovedì, alle quindici e trenta, in Piazza Grande,, davanti alla tabaccheria.
Per riconoscerci: lei, un gilet imbottito rosso; io un piumino pure rosso.
Quel giorno, il sole era abbagliante e faceva freddo. La vidi subito e anche lei riconobbe il mio cappotto.
Ci stringemmo le mani, intimidite; poi l'avvio del dialogo fu facile.
"Ho bisogno di assistenza per mio padre gravemente malato"‐ le dissi.
Il suo sorriso mi diede fiducia, mi rincuorò.
Nei suoi occhi si rifletteva la vita trascorsa: prima la scuola, poi il matrimonio, i figli...i sogni non realizzati che l'avevano portata in Italia, a cercare lavoro.
Guardandola, vedevo anche i campi della Romania, ondeggianti di erba e di grano.
Lì erano rimasti gli affetti, , l'amore.
"Dov'è suo padre?"‐ mi chiese
"Abita non lontano dal centro, a pochi kilometri da qui".
"Molto bene ‐ disse Eléna‐ ci vediamo domenica a casa di suo padre".
Attesi quel giorno con impaziente serenità.
L'incontro con il babbo fu ottimo.
"Lei ha un aspetto magnifico ‐ le disse ‐ speriamo in una buona collaborazioe".
La speranza portà frutti più che abbondanti anche se la collaborazione durò soltanto sei mesi.
"Eléna, cara amica,donna speciale, ti ho considerata subito persona di famiglia". Sempre allegra, volonterosa, umile , generosa. Il "grazie" era di continuo sulle tue labbra e, se dovevi asciugarti una lacrima, pensando ai tuoi cari lontani, lo facevi di nascosto".
Mio padre visse gli ultimi mesi con serenità: la buona collaborazione si concluse una sera d'estate, in una ristorante di collina...