Una Donna da Autostrada
Sono le tre del mattino quando suona la sveglia. Lì per lì lei si sveglia controvoglia, raggiunge la sveglia per farla tacere e si gira dall’altra parte. Ma è solo per pochi attimi; quando la coscienza la raggiunge, salta fuori dal letto, corre in cucina e mette al fuoco la caffettiera che ha già preparato la sera prima. Apre lo sportello della credenza e prende il thermos. Intanto corre nel bagno e si lava in fretta, già la sera precedente si è occupata del suo corpo, del viso, dei capelli, vuole essere perfetta. Torna in cucina al brontolio della moka e respira l’aroma del caffè. Riempie il thermos e aggiunge la grappa, quella che ci sta. Torna nel bagno a truccarsi con attenzione e a pettinarsi i voluminosi capelli. Si guarda nello specchio, si piace, è contenta e non vede l’ora di uscire. E’ buio fuori, ascolta i suoi passi che si avviano verso l’automobile. Sale in auto e va all’appuntamento. Guida a lungo, si dirige fuori città, imbocca l’autostrada e percorre circa 80 chilometri. A quell’ora ci sono in circolazione solo automezzi pesanti, lei raggiunge la solita area di sosta dove alcuni autotreni sono fermi presumibilmente in pausa di sonno per gli autisti. Anche lei posteggia la sua piccola auto, e aspetta. E’ un po’ inquieta, è sempre inquieta nel buio della notte ferma nella piazzola, ma cerca di non pensare agli eventuali pericoli. Guarda continuamente nello specchietto retrovisore, lui non dovrebbe tardare. Ormai riconosce il camion anche solo dai fari. Lo vede arrivare e mettere la freccia a destra, ecco adesso si sente più sicura. Il cuore le batte in gola ,mentre lui posteggia a pochi metri dalla sua auto. Poi lui scende dal camion, lentamente, lei ama la sua flemma, la sigaretta in bocca, il sorriso appena abbozzato, l’andatura felina, lei è pazza di lui. Lui raggiunge l’auto e le si siede accanto. Lei gli porge le labbra, il thermos con il caffè bollente e la grappa. Si guardano e il rito si ripete. “Andiamo sul camion”. E lì si amano, come capita ormai da tempo, quasi tutte le mattine. Le tendine intorno alla cuccetta sono tirate, i vetri appannati, il loro è un piccolissimo mondo intimo, fumoso, esclusivo. Passione o amore? Difficile dirlo. Ma stamattina ecco un fuori programma. Ad un tratto forti colpi contro le portiere del camion. Un’auto della Polizia Stradale è lì ferma e la coppia cerca di rendersi presentabile in pochi secondi. I poliziotti chiedono di scendere, hanno le rivoltelle in mano. Lui è preoccupato, a lei scappa da ridere e nota che un poliziotto è giovane e l’altro è anziano e assomiglia in modo impressionante a Vittorio De Sica. Chiedono i documenti, ma all’anziano è subito chiaro di essere di fronte soltanto ad una coppia di amanti clandestini, e non a criminali trafficanti di chissà cosa. Il giovane è più grintoso, prende i documenti e va in auto a telefonare, ma torna sconfitto. Nel frattempo lo pseudo De Sica si rivolge e lei: allora signorina, come la mettiamo? Ma sorride sornione. E lei, rassicurata, trova il coraggio di scherzare...”abbia pazienza, sono una donna da autostrada”.