Una Nonna Á La Page
Ci sono tanti nomi buffi in giro per il mondo ma chiamare un circolo di danza di Roma ‘Santa Fresca’ era stato eccessivo anche perché a Roma la fresca è un’altra cosa…Il circolo di ballo era stato rilevato da Ademar un simpatico brasiliano fuggito dal suo paese per motivi politici in quanto l’attuale regime di estrema destra non vedeva di buon occhio gli omo, Ademar lo era sicuramente sia dal portamento che dai vestiti indossati che potevano dirsi variopinti ma nella sua professione era un artista, bravissimo e ricercato soprattutto dalle signore anziane. Nonna Aurora sessantenne era una frequentatrice abituale del locale, solo ultimamente aveva diradato le presenze, a casa sua era accaduto un fatto spiacevole, al nipote Luca era stata diagnosticata una malattia rara e così il padre Riccardo insieme alla moglie Adele dietro consiglio del medico di famiglia lo avevano accompagnato all’Istituto Gaslini di Genova dove c’erano degli specialisti per quella malattia. Adele, mamma del ragazzo insegnava lettere in un istituto lontano da casa dove risiedeva in via Labicana, la figlia Luisa iscritta alla quinta ginnasiale del liceo classico in via Cavour andava a scuola a piedi o in tram insieme a Leonardo figlio di Emma una vedova residente nello stesso isolato. La partenza di Riccardo e di Luca aveva un po’ sconvolto il menage delle due famiglie, Aurora aveva ritenuto opportuno prendere in mano le redini della situazione, colazione, pranzo e cena tutti a casa sua ed a sue spese, Leonardo ed Emma compresi. La circostanza aveva fatto comodo a quest’ultima che finanziariamente non se la passava bene al contrario di Aurora che disponeva di un bel patrimonio lasciatole dal defunto consorte. Emma per quel che riguardava il vitto provvedeva tutto lei, era diventata un po’ la cameriera di tutti. Leonardo si era fatto un giovanotto di bell’aspetto e aveva attirato l’attenzione di nonna Aurora che non sentiva sulle spalle i suoi sessant’anni: sempre ben curata, capelli di un azzurro piacevole, la frequentazione di un istituto di bellezza migliorava di molto il suo fisico, insomma si faceva ancora guardare e lei stessa si guardava intorno in cerca di qualche maschietto con cui…passare il tempo. Un giorno notò Leonardo dal viso triste che stava seduto sul divano con la testa fra le mani. “Giovanotto io alla tua età…mi pare che la gioventù di oggi …io sto andando in un locale di ballo, vestiti e ‘come with me’. Aurora vestita con camicetta scollata e gonna sopra il ginocchio faceva ancora la sua bella figura, aveva stile ed aveva dimostrato buon gusto anche nell’acquistare un’auto non proprio comune come la DS 3 Crossback che attirava l’attenzione della gente. In garage: “Leo te la senti di guidare? Ho capito meglio di no, pare che t’è morto il gatto come si dice a Roma, in inglese: ‘Did you lose a your cat?, e sorridi cavolo, la gioventù passa in un fiato, goditela, a femminucce come te la passi?” “Qualche volta esco con Luisa ma...combino poco, talvolta me lo prende in mano ma sembra che gli faccia schifo come quella volta che le ho riempito la bocca, ha vomitato e mi ha imposto di non farlo più.” Aurora in silenzio ogni tanto sbirciava il suo giovane amico: “Fermiamoci in questo spiazzo, non c’è nessuno, apri la brachetta e tira fuori ‘ciccio’ vediamo se Luisa aveva ragione.” Dopo un po’: “Quella è una scema totale, il tuo sperma ha un sapore dolce, piacevole, fra l’altro ce l’hai piuttosto grosso, appena possibile, se ti va, staremo insieme,” “Ma io ho ancora voglia!””Hai capito John Holmes, aspetta, abbasso sedile e slip, vieni dentro piano, sono fuori allenamento.” Fuori allegamento forse va ultravogliosa sicuramente, Aurora se la stava godendo alla grande anche perché il desiderio sessuale di Leo pareva non aver mai fine. “ “Risparmiati per un’altra volta, la ‘gatta’ è andata in tilt, quando ritorneremo a Messina usciremo insieme, penso che tu abbia bisogno di vestiario e scarpe nuove.” Entrati nel locale da ballo i due furono accolti da un Ademar sorridente: “Dove l’hai preso stó fustaccio, proprio favoloso, che dici di prestarmelo?” Intervenne Leo: “Non ti offendere ma io amo la carne di vacca e non quella di bovino!” “Peccato ti avrei coperto d’oro, almeno posso darti lezioni di ballo?” All’orecchio:“Leo fammi il favore accontentalo, in fondo è un poveraccio in giro c’è molta omofobia, giorni passati era al centro con un amico e li hanno picchiati.” Nel ballare un lento Leo si accorse con grande sua sorpresa che ‘ciccio’ si era armato, lui non amava gli omo, non sapeva spiegarsi quell’effetto. “Caro vieni nella mia cameretta, fammi felice, avvicinati, ti metto un condom ho paura delle malattie, finalmente un coso come Dio vuole!” Dio molto probabilmente si girò dall’altra parte nel vedere Leo impossessarsi del dietro di Ademar. la storia durò abbastanza a lungo, Aurora era preoccupata quando finalmente Leo uscì dalla cameretta. Sguardo interrogativo di Aurora: “Mi ha dato cinquemila Euro, è una esperienza che non vorrei avere più, mi sento un prostituto.” “Non fare il moralista, ricorda un aforismo di Seneca: ‘La vita è come una commedia non importa quanto è lunga ma com’è recitata’. Luisa comprese che Leonardo si era allontanato da lei ma non immaginava mai il rapporto di lui con sua nonna, la considerava fuori del campo sessuale. Non era dello stesso parere Emma che invece apprezzò la ‘liaison’ di suo figlio con Aurora, la ‘vecchia’ elargiva un po’ a tutti regali a piene mani, anche Euro in contanti. Adele si era presa un periodo di aspettativa ufficialmente per motivi di salute, la vera ragione era che per lei ogni mattina era una levataccia per andare a scuola e la sera tornava a casa tardi stanca e nervosa, da giovane anche lei amava molto il sesso ma con l’andar degli anni, in quel campo Riccardo aveva dimostrato notevoli défaillances. Piuttosto ‘ferrata’ in quel terreno’, si accorse del legame fra Leonardo e sua madre, non ne rimase basita era anticonformista. Anche lei avrebbe voluto volentieri una relazione sessuale con un vero uomo ma nella sua scuola non ce n’erano proprio, un branco di studiosi, la maggior parte con la schiena curva e probabilmente col ‘pisello’ poco funzionante. Un giorno, finito di mangiare Leonardo e Adele rimasero soli in sala da pranzo, la signora per scherzare mise un piede fra le gambe di Leo che prima si mise a ridere pensando…poi vedendo l’insistenza di della dama aveva fatto effetto sul suo ‘ciccio’, lo tirò fuori e lo mise in bocca ad Adele, un eccellente digestivo. Adele finito il ‘pipe’ si dileguò in fretta, non voleva che qualcuno la potesse sorprendere in quella occasione. Leonardo ritenne opportuno informare sua madre della situazione creatasi, si considerava troppo giovane e senza esperienza per poterla gestire, non voleva aver problemi che avrebbero rotto un equilibrio di cui tutti erano soddisfatti. Un fatto nuovo, inaspettato avvenne in occasione di una serata danzante organizzata da Scarlett una compagna di scuola di Luisa e di Leonardo di nazionalità inglese. Il padre era un attaché dell’ambasciata inglese a Roma che aveva affittato villa Adriana per il suo soggiorno nella capitale italiana. Un sabato in quella residenza confluirono oltre ai compagni di scuola dei due giovani anche altri personaggi non italiani di varie nazionalità, alcuni con costumi tradizionali orientali delle colonie inglesi d’oltremare. Il locale al secondo piano era ampio, dalle grandi finestre, illuminato a giorno da lampadari veneziani ed in fondo alla sala un impianto stereo che trasmetteva musica ad alto volume, era quasi impossibile comprendere quello che un vicino diceva. Leonardo e Luisa preferirono ritirarsi in una vicina saletta poco illuminata in cui v’erano dei divani dove sostavano giovani e meno giovani non molto vestiti, nell’aria un profumo dolciastro di droghe. I due preferirono passare nella stanza vicina e qui lo spettacolo era diverso: alcuni maschi e femmine stavano facendo sesso senza interessarsi di dare spettacolo. Una bellissima ragazza, molto probabilmente indocinese si avvicinò a Leonardo e lo abbracciò, bocca contro bocca e poi un ballo languido che portò il ragazzo ‘usque ad sidera’, Leo si ritrovò su un lettino con ‘ciccio’alle stelle ma la bellissima girl si girò di spalle, preferì un rapporto anale con grande sua satisfaction anche anteriore, era un trans! Anche Luisa, nolente, si trovò nel vortice del sesso, fu preda di un personaggio di colore dal membro smisurato che la penetrò a lungo, al contrario del solito ebbe degli orgasmi ripetuti, erano ormai lontani i tempi del puritanesimo. Dopo un meritato post ludio sessuale Leonardo e Luisa ritornarono nel salone dove la musica era stata molto ridotta di volume, solo brani romantici con coppie abbracciate romanticamente, anche loro dopo un po’ presero a ballare stretti l’uno all’altro come mai prima, qualcosa di importante era cambiato dentro di loro forse dovuto a quella recente inusitata esperienza sessuale. Dopo un mese circa Riccardo e Luca rientrarono a Roma, il ragazzo era in via di guarigione con grande gioia di tutta la famiglia ormai allargata; Luisa mostrava i segni di una futura maternità, sarebbe nato o nata un erede, un leonardino!