Una solita veste
Un pensiero, sempre lo stesso, si affaccia alla mente con la sua solita veste. Nell'inutilità di un ricambio, aspetta in stasi. Aspetta di capire quale consistenza abbia quella carezza ricevuta, se sia soltanto un'illusione di un tempo nuovo, pregno di ciò che non è mai stato. Credo che amare sia una forza che ha bisogno di una spinta per generarsi e di una spinta ancora più forte per rigenerarsi. La vita mi ha insegnato a non aspettarsi mai niente se dall'altro lato vi è solo indifferenza.
Sara apriva e richiudeva quel libro con una voglia disperata di capirci qualcosa. Si erano alternate stagioni, succeduti eventi, cambiamenti radicali di vite allo sbando. Vite piegate e riprese per bisogni diversi. La grandezza dei sentimenti va a braccetto con l'intensità provata. La mia era risaputa, la sua dovevo interpretarla, ma non avevo a disposizione la palla di cristallo. Si erano rivisti dopo un tempo infinito di attesa, in una giornata di sole all'interno di un abitacolo che limitava il movimento. Il desiderio era inquantificabile; tra un girarsi e rigirarsi si era persa la memoria dei gesti. Se sopra o sotto o di lato, non riuscivo a rivedere la scena nella mente. Io, che vivo di immaginazione, ho bisogno di non perdere le sequenze delle immagini per sentirle dentro. Quindi vuoto, un vuoto pieno di sensazioni intense. Un brivido, un calore che si propaga sino a sfociare in una simulazione.