Una storia REALE
Mangiavo una bistecca ed all'improvviso la crudeltà di quelle assurde parole mi strinsero la gola. Poi l'esofago, lo sentii chiudersi come una cerniera. Un graffio tremendo mi lacerò il cervello. Le mie orecchie non potevano sentire l'atrocità di quelle parole: "Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell’uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della follia. Il cuore ha sempre ragione." Il puzzo aggredì prima le mie narici, poi io sentii i miei polmoni scoppiare. Non vi dico che oscenità si presentò alla mia vista. Quel pezzo di carne putrefatto mi rese livida, cadaverica. E pensare che avevo appena sfiorato la vita e baciato la morte. Le dissi che non avrei avuto più paura di lei. L'avrei aspettata serenamente nei meravigliosi giorni di saggezza, che solo la Vecchiaia ci dona. Si, la Vecchiaia. Quella meravigliosa signora. L' illuminazione mi venne vedendo quel meraviglioso quadro di Giorgione: la vecchia. La serenità dei suoi occhi, il viso di carta e l'immensa dolcezza... MI UCCISERO POCHI MINUTI... DI PUBBLICITA'.