Uno straordinario maestro di musica
Sono le dieci precise di un bel mattino di luglio. Dalla scaletta di pietra, fra i pini, scendono in fila indiana una trentina di bambini accompagnati da un uomo.
I bambini si sparpagliano in un attimo sulla piccola spiaggia e si tuffano nell’acqua calma e trasparente.
Cominciano a divertirsi come solo i bambini sanno divertirsi al mare. Quante scoperte, e quante sensazioni meravigliose!
Per i più piccoli ci sono la schiuma, le bollicine, le patelle attaccate agli scogli lucidi, i granchiolini nascosti nelle tane… E poi… i primi tentativi di nuoto, qualche tuffo impacciato e maldestro, ma che rappresenta già un grande successo.
I più grandicelli si lanciano sicuri da uno scoglio alto, organizzano gare di resistenza sott’acqua, fanno le capriole. Supini e con le braccia aperte, lo sguardo verso il cielo, si lasciano cullare da quelle deliziose, deboli onde.
Due gemelle insegnano a nuotare ad una piccola amica: ‐ Non devi aver paura, ti aiutiamo noi, dai, prova ancora… ‐ la incoraggiano come due brave mammine…
Ogni tanto riemerge una ragazzina con i lunghi capelli lisci, lucidi, grondanti, gli occhi chiusi rivolti al sole, le ciglia brillanti di goccioline. Poi riprende appena fiato, si tappa il naso ed ecco, con gioia, di nuovo sott’acqua. Una piccola sirena!
In fondo alla spiaggia c’è un bambino che va esplorando dappertutto. Ora ha scoperto, vicino a uno scoglio, un gamberetto: cerca di catturarlo, ma si confonde talmente con l’acqua che il bambino continua a perderlo di vista.
Un piccolo gruppo improvvisa la costruzione di dighe e di complicati canali.
‐ C’è lavoro per tutti! Su, portate acqua, prendete sassi e ramoscelli!… E tu cerca una pigna… ‐ proprio così dà ordini, qua e là, il più grassottello della la compagnia.
L’uomo intanto se ne sta tranquillamente ad osservare. Si diverte ad ascoltare i discorsi, le esclamazioni, le grida di gioia, le spensierate risatine…
E’ tutto un vociare, un agitarsi di bambini che si chiamano reciprocamente per nome e poi… un gorgogliare d’acqua, un gocciolare, uno spruzzare.
Tutto questo però… infastidisce i pochi turisti sparsi sulla piccola spiaggia. I bambini hanno portato via la loro tranquillità.
‐ Ma proprio qui dovevano arrivare? ‐ brontola una giovane signora mentre fruga in una borsa, sceglie il flacone giusto, e comincia a spalmarsi una crema abbronzante.
‐ E noi dobbiamo interrompere la partita a dama… Beh, speriamo che non tornino domani! ‐ risuona un’altra voce proveniente da una sdraio, sotto un piccolo ombrellone.
‐ A questo punto, visto che non riesco a seguire più nessuna trasmissione, spengo addirittura. ‐ dice borbottando e sbuffando un signore nell’atto di premere il tasto di una radiolina ‐ Ma, insomma, chi sono tutti questi ragazzetti? ‐
Inutile. Anche se i turisti parlano lingue diverse fra loro, si capisce che sono tutti d’accordo su una cosa: quei bambini disturbano!
‐ Sono un po’ vivaci, avete ragione, avete ragione, scusateci ‐ va ripetendo l’uomo che li ha accompagnati ‐ ma, sapete, un tempo tutte le spiagge dell’isola erano dei bambini…‐
Si tratta di un uomo come tanti altri, difficile da descrivere. Infatti non è né alto, né basso, né grasso, né magro. Ha i capelli di un normale colore castano, senza baffi e neppure occhiali. Non è giovane, ma neanche poi vecchio…
‐ … Oh, che sbadato, ‐ continua l’uomo ‐ scusate… non mi sono nemmeno presentato. Sono un maestro, un maestro di musica. Oggi è l’ultimo giorno di scuola. Perciò io e i bambini siamo venuti su questa bella spiaggetta, con asciugamani e merendine, a festeggiare la fine delle lezioni. Sapete, un tempo qui era tutto diverso… Ma che caldo oggi! Avrete sete anche voi come me? ‐
Alcuni rispondono di sì con un cenno, un po’ sorpresi per la domanda…
‐ Venite pure, seguitemi… Non so se conoscete già questa sorgentella. ‐
Lo seguono tutti a qualche metro di distanza, dietro una roccia.
Un filino d’acqua argentato sgorga, come per miracolo, da quella pietra ed è quasi completamente nascosto da un tappeto di freschissimo muschio e da piantine di capelvenere.
I turisti non riescono a nascondere la loro sorpresa, e qualcuno non può trattenere un “oh” di meraviglia. Che strano, avevano una così preziosa fontanella a pochi passi e non se n’erano neppure accorti!
‐ Prima la conoscevano in tanti, ‐ aggiunge il maestro ‐ ora ci vengono a bere solo gli uccelli… ‐
Tutti i presenti si dissetano con vero piacere, poi qualcuno, acquistata confidenza, domanda:
‐ Dunque… ci stava dicendo che sull’isola un tempo era tutto diverso?… ‐
‐ Eh, sì! ‐ continua lui senza perdere di vista nemmeno un momento i bambini ‐ Questo era un vero paradiso terrestre, ma un Mostro, un Mostro potentissimo dai feroci artigli, tempo fa… in men che non si dica… ha cominciato a distruggere. Nessuno, ahimé, è riuscito a fermarlo…
All’inizio, a dire il vero, molti non si erano neppure accorti della sua presenza. Certo. Lui si aggirava proprio nei luoghi meno abitati. Colpiva qua e là come voleva. Poi, quando tutti finalmente hanno capito quale grande pericolo rappresentava… ormai era già troppo tardi. Che volete, non c’era più niente da fare… Credetemi, purtroppo questa, per la gente del luogo, è rimasta veramente l’ultima spiaggia! ‐
Il maestro vede qualcuno poco convinto. Perciò estrae dalla sua borsa un binocolo, e: ‐ Guardate di fronte, per curiosità, guardate dove vi pare! ‐ invita.
Uno dei turisti fa la prova. Inquadra subito una lunga striscia bianca orizzontale. Ma di che cosa si tratta? Non si capisce. Forse… è troppo lontana?
No. Basta mettere perfettamente a fuoco ed ecco che, sulla riva opposta, si cominciano a rivelare costruzioni alte, anzi mastodontiche, senza una caratteristica precisa, ammassate l’una accanto all’altra.
‐ Avete visto? ‐ dice il maestro ‐ Lì, prima, c’erano solo splendide pinete. Tutte distrutte, tutte ingoiate dal Mostro vorace… ‐
I turisti si passano il binocolo l’un l’altro, sempre più incuriositi. E’ vero, a occhio nudo non ci avevano mai fatto caso, eppure, purtroppo, tutta la costa è così.
E non basta: un’enorme riga grigia costeggia il mare.
‐ E’ l’asfalto delle strade che ha sostituito chilometri di spiaggia, ‐ spiega il maestro ‐ laggiù sono state eliminate splendide dune di sabbia… Anche le colline e le montagne, sapete, sono state squarciate per far posto agli alberghi, ai parcheggi, alle auto, e guardate!… Perfino nel mare, perfino lì, per via di quel nuovo pontile, il terribile Mostro ha vomitato cemento… Capite? Io sono solo un povero maestro di musica. ‐ conclude rammaricato e con la voce tremante ‐ Io… non ho potuto frenare quella furia prepotente! E ora che tutto è cambiato, non faccio altro che girare per l’isola: prima che scompaiano anche quelle, registro le vecchie canzoni popolari negli ultimi paesi rimasti. Poi le insegno a questi bambini affinché non le lascino morire, affinché… almeno la tradizione possa resistere a tutto questo scempio. ‐
‐ … Volete ascoltarne una? O chissà… magari non vi interessa! ‐ riprende il maestro emozionato. E, così dicendo, estrae, sempre dalla borsa, uno strano, minuscolo fischietto di terracotta.
Oh, come sono gradevoli le note che produce! Rassomigliano quasi a un trillo di allodola, o meglio, a certi suoi accordi armoniosi in sordina.
Ebbene, nonostante quel suono non abbia la forza di un comando, in un attimo ecco giungere sul posto tutti i bambini.
I turisti osservano meravigliati.
Le prime ad arrivare sono le gemelle con l’amica più piccola, segue il bambino del gamberetto, poi il tipo più grassottello che intanto ha smesso di dare ordini, la sirenetta che si scrolla ancora l’acqua di dosso e, presto, anche gli altri…
Quelle voci, fino a pochi minuti prima così confuse e disperse, si organizzano con eccezionale rapidità sotto la guida del maestro.
‐ Peccato, non abbiamo qui i nostri strumenti! ‐ si rammarica uno dei più piccoli rivolgendosi agli spettatori.
Non c’è turista che non si sia riunito con interesse intorno a loro.
Dunque, come per incanto, tutte insieme, quelle voci di bambini, sottili, fresche e argentine, si levano verso il cielo in una lingua antica, melodiosa, scorrevole… Ogni tanto le note sono accompagnate da abili, ritmati battiti di mani.
Sarà stata quella goccia d’acqua della sorgentella dagli effetti benefici, sarà la presenza di quello straordinario maestro o, forse, anche quel dolce canto popolare interpretato dai bambini sulla spiaggia… fatto sta che tutti i presenti restano come ipnotizzati.
Alcuni si coprono gli occhi, magari per concentrarsi meglio, oppure… solo per ripararsi dal sole. Qualcuno però nasconde, in questo modo, la sua commozione per quella musica pura e semplice di tanto tempo fa.
C’è chi trattiene quasi il respiro temendo di interrompere il coro.
E allora, questo è il vero prodigio, cominciano ad apparire, come su fantastici schermi, i più bei paesaggi dell’isola annientati ormai da quel Mostro potente.
Ecco… ora a qualcuno sembra di vedere le spiagge immense e bianche con le pinete che si sporgono quasi fino al mare. E gli alberi di olivo millenari, gli oleandri odorosi, i fichi, i mandorli. Tutti già sacrificati alla smania distruttrice…
All’immaginazione di altri turisti appare, invece, laggiù, un esteso campo di grano dominato da un caratteristico mulino a vento, mentre giunge da lontano, attraverso una viuzza, un tipico carrettino con l’asinello…
E poi, ancora, ecco le piccole, allegre case del porticciolo, ognuna diversa dall’altra.
In primo piano spiccano le coloratissime barche dei pescatori e le reti ammucchiate sul molo che, allora, facevano parte, anch’esse, del paesaggio.
Questa era l’isola un tempo.
Forse, fra quei turisti c’era un giornalista o, meglio, un personaggio importante.
Il giorno dopo, infatti, la notizia di quell’insolito avvenimento apparve sui vari giornali del luogo. Non solo: fu tradotta in tutte le lingue e pubblicata nel mondo intero sotto il titolo “Maestro di musica fa rivivere per qualche minuto paese ucciso da un Mostro”.
Fu proprio così che il Mostro cominciò a vacillare: in troppi, ormai, conoscevano quella brutta storia e lui non si sentiva più tanto sicuro.
In qualunque luogo della terra si fosse fatto vivo, non gli avrebbero lasciato scampo… Avrebbero difeso con ogni mezzo i loro paesi da nuove possibili devastazioni.
Lui, per questo, era già battuto in partenza…
Ecco perché, esattamente da allora, di quel Mostro non si è saputo più niente.
Qualcuno immagina, addirittura, che a poco a poco si sia lasciato morire d’inedia nel suo ultimo nascondiglio.