Uno stupratore gentiluomo
Chi aveva apposto ad Otello questo nome forse aveva presagito il suo comportamento nei confronti delle donne, valeva per lui il detto latino nomen omen, tradotto il nome è un presagio. Era una fola che solo i siciliani siano gelosi, Otello da romano purosangue sin dai primi flirt con ragazze era possessivo e geloso di qualsiasi maschietto si avvicinasse all’amica di turno anche se con una motivazioni insignificanti, questo atteggiamento portava alla inevitabile rottura del legame per poi essere preso in giro dalla donzella dinanzi ai suoi amici. L’unica sua ‘qualità’ (in verità non sua) era quella di essere l’orfano di un proprietario terriero, in vita sua l’unico sacrificio era stato quello di conseguire un diploma in agricoltura, gli serviva per controllare il lavoro dei conduttori dei suoi fondi. Per la sua personalità introversa e soprattutto di una gelosia asfissiante era giunto all’età di trent’anni senza sposarsi anche se con gran desiderio di farlo, soffriva di solitudine dovuta al suo carattere difficile. C’è un dio protettore anche degli imbecilli, questo detto era stato coniato da qualche ‘bell’esprit’ ma nel caso di Otello era nel giusto. Il giovane viveva nella sua villetta vicino ad una abitazione di contadini a nome Beccaceci, la moglie del contadino era piccola e non alta di statura come pure il marito ma dalla loro unione era nata Sofia alta e bella sin da piccola, non aveva fisicamente nulla in comune coi genitori. La verità conosciuta dai vicini di casa era che Sofia fosse la figlia del proprietario del terreno che l’aveva presa sotto le sue ali protettrici, l’aveva fatta studiare in un convitto di monache, a diciotto anni era un fiore con ‘in tasca’ la licenza di liceo classico ma il protettore era deceduto, senza più aiuti esterni Sofia era stata costretta a rinunziare agli studi universitari. Inesperta e timida la ragazza anche spinta dai genitori accettò la proposta di nozze di Otello che furono celebrate nella chiesa locale magno cum gaudio del parroco nelle cui tasche ‘giunsero’ un bel po’ di Euro. La prima notte di nozze Sofia ovviamente vergine perse del sangue come da copione, la situazione fu accertata da una cameriera di casa (erano tutte donne) che sparse la voce. Otello aveva fatto una bella figura ma Sofia aveva provato solo dolore, pensava che questo fosse il destino delle femminucce. Un avvenimento assolutamente fuori del comune cambiò la sua vita: una mattina bussò alla porta della villa di Otello un tale vestito da operario che si qualificò elettricista della società Enel, mostrò ad Otello un tesserino poi risultato fasullo ed ebbe accesso in casa. Poco dopo dimostrò la sua vera identità, uno stupratore che aveva notato la bellezza di Sofia e ne voleva approfittare. Il cotale aprì la porta ad altri due amici dallo sguardo poco rassicurante e: “Egregi signori Sensolini questa non è una rapina ma uno stupro anche se penso che la signora lo gradirà, sono Valente Enea che significa degno di lode, forse non sono all’altezza del mio nome ma penso che quello che succederà sarà come seguire il destino, è al di sopra degli dei (per chi ci crede).Al signor Otello dico solo che i miei due dipendenti macedoni Agim e Bleg sono la mia guardia del corpo ed anche cuochi, sono bisessuali e potrebbero approfittare del popò del padrone di casa qualora si dovesse comportare male…il signor Otello è d’accordo su tutto?” Otello dapprima fu preso dalla paura, poi prevalse la gelosia ma esaminando la situazione capì che era in un ‘cul de sac’, molto malvolentieri fece segno di assenso col capo. Enea prese per mano Sofia e: “Mia cara non tremare, niente paura, ho detto di essere uno stupratore solo per spaventare tuo marito, non farò nulla sessualmente che non ti piaccia, andiamo nel tuo bagno. Nella toilette Sofia si impressionò nel vedere la ‘stazza’ del pisello di Enea, si ritrasse. Dopo molte coccole da parte dell’intruso si rilassò, capì che era la cosa migliore, lavò ben bene il fiorellino e si allungò nel letto matrimoniale a gambe divaricate pronta al sacrificio. Ma quale sacrificio, Sofia per la prima volta in vita sua in seguito ad un cunnilingus provò un orgasmo di cui sconosceva l’esistenza, abbracciò e baciò a lungo Enea che, approfittando della patatina umida la penetrò sino in fondo senza facendole provare un’altra sensazione nuova. Dopo due ore Enea seguito da Sofia rientrò nel salone dove sostavano i due macedoni ed Otello il quale si precipitò verso di lei credendo di trovarla piangente e disperata, la sorpresa fu che Sofia lo baciò in fronte e:”Tutto bene caro, Enea è stato un gentiluomo!” ‘Summa confusion erecta fuit’, Otello capì che la consorte aveva molto apprezzato le avances sessuali di Enea ma, cosa strana non ebbe una crisi di gelosia anzi…Una cena preparata da Agim e da Bleg fu di gradimento dei cinque, si erano perfettamente abituati alla cucina italiana e romana in particolare, Otello li guardò con occhi diversi, in fondo era uomini come lui. Alla fine del pasto il padrone di casa fece i complimenti ai due macedoni cui offrì il miglior vino della cantina, sembravano vecchi amici. Una ‘concessione’ da parte di Enea, Otello a sua richiesta era stato autorizzato a dormire in un lettino separato nella stanza matrimoniale il cui lettone era diventato di uso esclusivo di Enea e di Sofia che si dimostrò sempre più soddisfatta e raggiante tanto che prese in bocca il ciccio di Enea che presto si risvegliò dal sonno e versò nella sua bocca qualcosa che la donna classificò come piacevole, era la prima volta che in vita sua si esibiva in un pompino. Nel frattempo si era svegliato Otello che alla vista della scena invece di disperarsi prese a masturbarsi, si era scoperto cuckold! La mattina seguente il sole era cocente ed il clima infuocato, gli uomini in slip sull’aia, Sofia avrebbe dovuto indossare un costume da bagno, ne aveva solo uno tutto intero non adatto alla giornata allora presa dalle novità si posizionò nuda su una sdraia con ovvi occhi di fuori dalle orbite da parte dei maschietti i cui bollori furono temperati da Sofia che: “Ho fatto gli straordinari, sono a riposo, guardare e non toccare…” ma tutto sommato fu felice dell’impressione suscitata, si era scoperta esibizionista, aveva qualcosa in comune col marito. “Signori troppo sole è pericoloso, ritiriamoci sotto la pergola.” Il consiglio di Otello seguito dagli altri quattro. Ormai si era stabilito un ordine del giorno con gli orari dei pasti, del riposo pomeridiano e della notte ma la presenza di Sofia faceva troppo effetto sui quattro maschietti, la signora se ne accorse e furbescamente: ”Ormai ritengo che ci siamo conosciuti e siamo diventati amici, stabilirò i turni di chi vuole farmi compagnia ma ‘adelantes con jucio’ come ne ‘I Promessi sposi’ Ormai tutti erano diventati spettatori delle ‘imprese’ sessuali degli altri. I primi ad esibirsi furono i due macedoni con Sofia la quale si era prefissa di avere un rapporto ogni due giorni, la cosina doveva riposarsi ed allora entrarono di nuovo in gioco Agim e Bleg che si esibirono fra di loro, gli altri tre spettatori. Enea ritenne opportuno rivelare la sua vera identità: “Sono Enea Valente, americano, la mia storia è talmente complicata che talvolta stento a crederci anch’io. Sono nato trentacinque anni addietro a Miami in Florida almeno così risulta dal mio passaporto, sono stato allevato da un signora italiana Emily Mayer di Bolzano, in quella città molti hanno un nome in tedesco. Anche la sua storia sembra un romanzo: si era innamorata di un americano della Florida, aveva vent’anni, era scappata con lui a Miami ma ebbe un’immensa delusione, il tale era sposato con una donna di New York, lo apprese quando la signora telefonò al marito, rimase ovviamente shoccata. Non so come il mio padre naturale venne a conoscenza della situazione di Emily, le propose di farmi d madre con un buono stipendio, Emily acconsentì per evitare di ritornare in Italia, mi ha sempre seguito e consigliato come una vera madre, le voglio molto bene, ora è a Bolzano dai suoi parenti. Non sono mai riuscito a sapere chi è mio padre, da indiscrezioni raccolte pare che sia un importante uomo politico americano che non vuole o non può farsi carico della mia presenza, un fatto è certo che oltre ad un notevole patrimonio finanziario ha molti, non so come chiamarli confidenti che gli riferiscono tutto quello che mi riguarda, oltre che conosce avvocati e notai a mezzo dei quali dirige anche la mia vita, ormai ho smesso di pensare di rintracciarlo, se un padre non vuole vedere suo figlio avrà i suoi buoni motivi, intanto non mi fa mancare il suo ‘appoggio’ finanziario. Ho molto girato il mondo anche senza la compagnia di Emily, una volta dietro suggerimento di una compagnia di navigazione sono giunto con un barcone privato in un’isola del centro America in cui non c’erano turisti, alloggiavo in una capanna con gli indigeni che però conoscevano bene la moneta americana, un vero Paradiso, era maggio e la mattina venivo svegliato dl canto degli uccelli numerosi nel vicino boschetto. Ho usufruito anche delle ‘grazie’ di una bella e giovane indigena ma dovetti interrompere il soggiorno, il barcone che mi aveva portato in quell’isola era venuto a prendermi, il capitano un omone di poche parole mi fece capire che la vacanza era finita per ordini superiori e li compresi la ‘forza’ di mio padre che guidava il mio destino anche da lontano. Il sesso femminile è stato sempre al centro dei miei interessi, a Miami vicino alla villa dove ero alloggiato che risultò essere di proprietà di mio padre c’era un’abitazione occupata da una famiglia i cui maschi vivevano suonando per le strade, finanziariamente non se la passavano bene anche per i tifoni che talvolta coinvolgevano l’isola spazzando via anche le casupole dove alloggiavano i meno abbienti. E così accadde per una notte di maggio quando i sette componenti della famiglia Lopez si accorsero che la loro casupola era stata scoperchiata dai forti venti e l’acqua veniva già a scrosci. Mi sono immedesimato della situazione di quei poveretti, li ho fatti alloggiare nella casa dove abitavo. Avevano sottratto dalle macerie della loro casupola quello che rimaneva per alloggiare alla meno peggio reti e materassi, il resto tutto era andato tutto perduto. Quello che mi fece più pena era Charles il vegliardo di casa, scoprii che aveva cento anni, il figlio Freddy e la moglie Susan avevano a loro volta tre figlie Anaba, Anna e Noah, quest’ultima appena adolescente. Emily non era felice di quell’intrusione ma dal mio sguardo capì che doveva sopportare la situazione, le donne si dimostrarono collaborative e l’aiutavano in tutte le faccende di casa cucina compresa. Specialmente le tre ragazze apprezzarono molto le comodità dei bagni, spesso si facevano la doccia che a casa loro brillava per la sua assenza. Tutte e tre belle e profumate mi giravano intorno ed una notte si intrufolarono nella mia stanza spegnendo le luci, al buio erano irriconoscibili ma il mio batacchio è molto sensibile agli odori ed assunse la posizione di attenti usufruendo delle prestazioni delle tre, l’ultima in ordine di tempo doveva essere la più piccola di età, me ne accorsi della vagina più stretta e dalle tette piccoline. Forse mio padre era stato informato della nuova mia situazione abitativa e fece pervenire ad Emily l’ordine di lasciare Miami (forse aveva paura di diventare nonno) e di andare in Italia con gran gioia di Emily che poteva riabbracciare i suoi che non vedeva da molto tempo. Divisi i contanti che avevo con me alle tre sorelle che avrebbero volto ‘salutarmi’ per l’ultima volt ma Emily fu irremovibile, all’aeroporto MIA di Miami ci aspettava l’aereo Alitalia che ci avrebbe portato a Roma. Riuscii tramite Emily a far chiedere a mio padre di lasciare alla famiglia Lopez la villetta dove avevo abitato, non so se sono stati accontentati. Il ricordo più significativo era stato l’approccio con Noah, una giovanissima che si era sacrificata per il bene della famiglia. Non so io stesso come spiegarmi la mia intrusione a casa di Otello e di Sofia, quest’ultima devo dire la verità mi ha attratto in maniera notevole malgrado le mie esperienze passate, il suo fisico, il suo profumo personale, il suo sorriso…” ”Dilla tutta ti piace come scopa e basta!” Otello aveva sentenziato!