Venezia 25 Novembre 2005
Lo sguardo pigro di chi vuole rimanere in balia del sonno poggiato su un luogo familiare mentre il cuore e i sensi cominciano ad aprirsi per raccontare l’amore e la passione per quello che sono, ridotti ai minimiLa stanza ha un vecchio logoro balcone con le colonne di marmo bucherellate, divorate impietosamente dal tempo e dall’aria che sa di salsedine. C’è una tenda d’organza che tenta d’uscire e godere della brezza pungente di questa mattinata novembrina. Il caffè, poco zuccherato, lo assaporo poggiata sul davanzale, non mi và di svegliarmi, di vestirmi, di uscire fra le formiche che riempiono la mia città di colori e di rumori.
Gusto lentamente il caffè e mi nutro di quel paesaggio antico, surreale; la tenda d’organza non smette di carezzare le mie gambe scoperte.
Avvolta nella vestaglia lunga di velluto rosso porpora, ultimi minuti di silente pensiero, accendo una sigaretta, ti penso, vedo le tue labbra che accennano ad un sorriso, ti sento fortemente come fossi qui, so a memoria come toccano le tue mani, so che gusto ha la tua bocca.
Non smetto mai, mai di pensarti e di sentirti: ora vorrei fossi qui... sorridi stringendomi, in un abbraccio.
Carezza il mio desiderio, fallo tu, con le mie mani, mi desideri io ti vorrei dentro me per tenerti qui, non farti andare via. Chiudo gli occhi, sento il tuo profumo di dopobarba, mi sento osservata…quella percezione che sento quando gli occhi di qualcuno mi stanno scrutando.
Le tue mani su di me, le tue labbra umide sul mio collo, mi cade la tazzina dalle mani, mi chino a raccoglierne i pezzi.
Tu sei qui, amore mio dolcissimo, avvolgente, continui a carezzarmi e baciarmi, con labbra socchiuse mi parli sulla bocca, le sensazioni si moltiplicano, mi sento in balia di te; mi piaci così tanto, mi piace amarti, sento il mio corpo cercarti, insistentemente cercarti…mi manca il respiro…respiro col tuo respiro, sospiro nei tuoi sospiri.
Mi abbandono al desiderio, alla voglia di te. Nel nostro letto sognato, lenzuola stropicciate e petali di rosa. Dirompente il diluvio, gemendo, respirando a tratti... la quiete.
Potrei morire adesso tanto sono felice. Ora, come allora.