Voglia di gelato

Ieri sera ero affacciata al balconcino, l'aria era tiepida e la giornata ancora luminosa, qualcuno vociava in strada, ed io inavvertitamente mi sono lasciata scappare una frase: ho voglia di gelato. Frase che non è sfuggita a Paolo, figurati!, se gli sfuggiva. Allora ho subito aggiunto: guarda che è già tutto chiuso qua intorno. Poi non c'ho pensato più. Stamattina, quando Paolo si è alzato, prima di ogni altra cosa, nel suo sguardo ho subito letto una parola, scritta a caratteri cubitali: gelato. Ma non se n'è parlato. Poi sono andata al supermercato e ho comperato una confezione di coni alla vaniglia che naturalmente, appena rientrata, ho subito posizionato nel freezer: Paolo era in bagno e non ha visto. Quando si è seduto, come fa sempre, a guardare ciò che avevo acquistato, lui da una parte e la Polly dall'altra, fissava ipnotizzato ciò che estraevo dal carrellino, facendo finta di ascoltarmi: Hai visto? Ho trovato questo a 0,98, e, pensa, gli yogurt a 0,23, e quest altro a metà prezzo. Ma nel suo sguardo continuava ad esserci scritto a caratteri cubitali: gelato. Svuotato il carrellino, la sua delusione era palpabile, ed io attendevo di scoprire, beffardamente divertita, come sarebbe entrato in argomento. E lui in queste cose è fortissimo! Infatti...prudente e guardingo, con un fil di voce:
‐Ieri sera hai detto che avevi voglia di gelato.
(Quando si dice prendere le cose alla larga!)
‐Sì.
‐Perchè non "te" lo sei comprato? Non ti compri mai qualcosa per te!, 
‐Perchè a te non interessa, vero? E' a me che pensi! Ahahah!
Ma a quel punto ridevo e lui aveva già capito che il gelato da qualche parte c'era.
Così oggi se l'è mangiato, felice, ed è riuscito anche ad estorcermi una parte di biscotto croccante del mio, che non ho saputo rifiutargli.