su "Occhi di tempesta"
"A volte scrivere fa male. A volte odio scrivere e mi sembra di non trovare le parole. […] Altri giorni, scrivere è facile come parlare a qualcuno di cui ti fidi completamente".
Occhi di Tempesta titolo accattivante quanto enigmatico. Chi è Occhi di Tempesta, è una persona o un’animale? O un essere senziente o un oggetto inanimato?
La scrittrice americana Joyce Carol Oates accompagna i lettori in un altro viaggio, affrontando un tema che nella sua produzione letteraria le è molto caro: la famiglia. Come cambia la famiglia? Quali sono le dinamiche relazionali, sociali, discorsive che dentro la bolla familiare possono nascere? Lo fa presentandoci la famiglia Pierson, una famiglia che rientra pienamente nello stigma delle perfette famiglie americane. Quelle senza difetti. Quelle felici. All’italiana potremmo definirle quelle della “Mulino Bianco” che, ahinoi, hanno un parametro di realtà solo nel contesto pubblicitario, ma raramente toccano il piano della realtà.
La famiglia Pierson è una famiglia sotto gli occhi dei riflettori, Reid Pierson è un famosissimo ex-atleta e commentatore sportivo in televisione, è sempre fuori casa in quanto oberato dagli impegni lavorativi, la moglie è Krista Connor, classica madre-famiglia con velleità artistico-creative, le piccole sono Samantha e Franky, o come ama farsi chiamare lei Francesca. Sembra una famiglia senza difetti, una famiglia intoccabile, quelle che tutti desidererebbero, anche perché vivono in un contesto agiato, dove ogni possibilità può essere esaudita: "prima ti giurano che non c’è “nessun altro”. Poi scopri non solo che “qualcun altro” c’è, ma che è questo “qualcun altro” il motivo del loro strano comportamento: liti, pianti, parole sgarbate, ubriacature che ti fanno provare vergogna anche solo al pensiero di conoscere queste persone, e ancora di più al pensiero che siano i tuoi genitori. E poi c’è il divorzio. Che si trascina all’infinito. Non finisce mai, te lo porti dietro. Sempre, dappertutto, come una tartaruga con il guscio incrinato. Così dicevano le mie amiche alla Forrester, quelle i cui genitori avevano divorziato. E io ascoltavo e pensavo: “Ma ai Pierson non succederà. Noi siamo speciali”.
Ma Occhi di Tempesta sente che qualcosa non va. Osserva. Scruta. Prende appunti. Annota definizioni e dettagli. Il pensiero di un padre e di una madre può plasmare in maniera negativa il pensiero dei figli? L’Oates da maestra del genere ritorna con abilità sul tema e ci parla della famiglia e dei risvolti e delle pieghe oscure che può nascondere in sé, ci parla della pressione psicologica a cui possono essere sottoposti i figli, ci parla di sentimenti, di degenerazioni, di patologie e attaccamenti non sempre benevoli. Lo fa trasportandoci nella famiglia Pierson, una famiglia come tante, come l’ennesima brava famiglia di cui sentiamo spesso parlare nelle cronache tv. Occhi di Tempesta dubita: se c’è un colpevole, la colpevolezza risiede necessariamente in capo alla madre o al padre?
Occhi di tempesta
Mondadori
212 pagine
8804550430