su "Ascoltavo le maree"
Accettazione; questo il messaggio con il quale Guido Mattioni scolpisce un'opera d'arte a inchiostro. Definire "Ascoltavo le maree" un romanzo non rende giustizia all'autore, più appropriato definirlo un saggio, un percorso netto, come si usa dire in gergo ippico da concorso a ostacoli e l'ostacolo più arduo da superare, per il protagonista di questa favola, consiste nell'accettare il destino e cavalcarlo per come esso si è delineato, senza rimanere a crogiolarsi, in un pozzo senza fondo di nebbia inquinata, nel ricordo. Ciò che più colpisce è l'attenzione portata per le sfumature, fin dalle prime righe si riesce a percepire di trovarsi davanti a una fonte di ricchezza per lo spirito difficilmente rintracciabile ormai tra gli scaffali e le mensole di questo misero paese.
Il trascorrere del tempo scandito dagli odori, la contemplazione del silenzio attraverso la compagnia di un gatto, una statua propensa, e portata, all'ascolto più dell'uomo, la devozione per l' acqua, divisa tra fiume e oceano, dolce e salata come queste duecentotredici pagine capaci di stupire quanto una marea. La consapevolezza di essere riuscito a comprendere che l'unica via di fuga dal dolore è quella di andarlo a scovare dove se ne sta rintanato e affrontarlo.
Ascoltavo le maree
INK EDIZIONI - MEDIA & CO
213 pagine
8897879055