su "Amata Nobis"

Amata Nobis di Tullia Bartolini è un libro per alcuni tratti atipico rispetto ai giorni nostri, qualora volessimo concentrarci sulla scrittura, cosa che faremo dopo. Discorso diverso parlando del significato al quale si dedica tempo: la libertà, spesso carcerata da momenti vissuti non all’altezza del sole. E a proposito di significato, è spontaneo chiedersi cosa vuol dire Nobis. Da Google appare tutto, anche la NobisAssicurazioni che non c’entra niente. Piuttosto sappiamo che Nobis vuol dire semplicemente “noi”. Si fa riferimento anche al noto “A noi” di mussoliniana memoria, ma non ce ne frega niente pure in questo caso. Ciò che ci interessa conoscere da subito è l’identità di Bellezza Orsini, la protagonista sbattuta a forma di domanda sulla copertina e forse pure a mo’ di disegno d’arte con i capelli che diventano inchiostro o forse nuvole nere.

Insomma chi è Bellezza? Ancora Google ci dice che appartiene alla storia, forse leggenda, delle Streghe di Benevento. È perseguitata, sappiamo, bruciata viva tra la folla proprio perché giudicata ingiusta rispetto alla vita. La Bartolini lo ammette chiaramente, dichiarando pure che la “sua” Bellezza ha qualche anno in meno e si innamora. E allora eccoci qua, con l’amore, che sembra non mancare mai quando si deve raccontare qualcosa o qualcuno. L’autrice dice pure che è la storia della crudeltà verso chi paga per essere libero. Allora è vero che la libertà ha un prezzo? Non rispondiamo in questo spazio, sarebbe inconsueto per tutti. Piuttosto vogliamo arrivare alla scrittura delle pagine sapendo che il libro decolla da metà lettura, non proprio una novità in materia di romanzo. Tra gli altri personaggi a disposizione dell’immagine del lettore ci sono anche Jacopo, Bernardo e Camillo, che in parte identificano i capitoli. Sono tutti descritti in maniera impeccabile, un pregio: “Era bello di una bellezza che gli affanni di solito non mutano: gli occhi grandi, le labbra piene, le mani forti. Alto, ben fatto, il portamento eretto”, per esempio. Dicevamo che non è un romanzo dei giorni nostri, per forza, perché siamo in altri tempi. In Amata Nobis, ah però, non ci sono pub e nemmeno spritz, grazie. E i personaggi, per come parlano, possono essere avvicinati agli Amleto ai Machbet alle Ofelia di Shakespeare. Segnale limpido che l’autrice è coi tempi giusti rispetto la narrazione, cosa non da poco e di facile caduta per molti scrittori che rischiano di crollare proprio sulle questioni temporali. Segnale ancora limpido e di istruzione per saperne di più di una storia interessante, che ha appassionato studiosi e curiosi e giuriamo che continua a farlo pure oggi, anche attraverso un romanzo.

“Ho scritto ininterrottamente per ore. Ho chiesto di non essere disturbato, ho detto ai servi di non portarmi la cena. Proprio io, che non esitato a far arrestare Bellezza e a farla torturare, provo adesso, per lei, una pietà mista a vergogna”, si legge in quarta di copertina. Insomma questo che sembra proprio amore, oppure una scoperta che non possiamo svelare qui, ma che la Bartolini riesce a raccontare bene fino alla fine.  

Amata Nobis

di Tullia Bartolini

Libro "Amata Nobis" di Tullia Bartolini
  • Casa Editrice
    Giovane Holden Edizioni
  • Dettagli
    136 pagine
  • ISBN
    8863966524