su "Comallamore"
"Comallamore" è un romanzo che sembra un soffio: intenso e caldo.
Un gruppo di pazzi costretti a combattere due guerre: con se stessi e con il conflitto mondiale. Si fa fatica a trovare la ragione nella barbarie di anime oscure e soldati in divisa, ma i pazzi non vogliono accettare di combattere la guerra con la guerra. Queste sono leggi che appartengono all'uomo sano, che avvolge tutte le cause in spiegazioni con un inizio e una fine; mentre i pazzi del Pianoro vogliono vivere la loro libertà. La guerra si combatte con l'amore e con la libertà di essere matti.
Beniamino è un ragazzo che ha visto la sua laurea in medicina e il suo futuro da medico, infrangersi in un'entrata da dietro del suo avversario Castellucci. La gamba zoppa, non gli ha impedito di divenire un "dottore", iniziando a lavorare in quel manicomio che da piccolo vedeva da casa sua.
Beniamino stringe un forte legame con il dottor Rattazzi, che gli insegna a non reprimere le pazzie di quei folli, ma di accompagnarli nei loro voli. Il ragazzo sarà costretto ad affrontare tutto da solo, dopo la morte di Rattazzi, costruendo una grande famiglia da amare e accudire. Mentre cerca di guarire e alleviare le sofferenze dei suoi pazienti, prova a confortare se stesso mentre le parole di Rattazzi assumono un significato sempre più netto e concreto: "[...] troppo spesso noi rinunciamo a usare il cuore e la fantasia per entrare dentro i luoghi che ci fanno paura, dai quali ci difendiamo con il paravento della scienza e della ragione".
Comallamore
Mondadori
186 pagine
8804599375