su "Il giorno prima della felicità "
Erri De Luca torna a raccontare la Napoli del dopoguerra filtrata attraverso gli occhi di un bambino: un bambino che cresce orfano in una stanzuccia affacciata sul cortile, dove impara a confrontarsi con il mondo esterno.
Impara che la paura è timida, ha bisogno di essere sola per venire allo scoperto. Impara che per imparare bisogna perdere, forse non solo a scopa.
Suo maestro di vita è il portiere Don Gaetano, dal quale impara che non c’è la gente, ci sono le singole persone e che le persone talvolta diventano popolo, che compie la propria azione e poi si scioglie, tornando ad essere persone.
Così di insegnamento in insegnamento matura l’uomo, pronto ad affrontare l’incontro con l’amore e con il sangue. L’amore arriva nella figura della bambina del terzo piano, fugace visione attesa tanto da dimenticarsi che si stava aspettando. Il sangue è quello che Anna, cresciuta nel frattempo in un suo mondo di isolamento, cerca per liberare finalmente le emozioni e aprirsi alla vita.
Un romanzo che avanza come un cammino di formazione, costellato di immagini vivide e metafore immaginifiche, e culmina in un gesto in cui sembra celarsi l’ombra del fato.
Il giorno prima della felicità
Feltrinelli
133 pagine
8807722305