su "Fattoria degli animali"
George Orwell subì sulla sua propria pelle gli effetti nefandi del capitalismo e di un certo comunismo, parla dunque con cognizione di causa. “Fattoria degli animali” è un libro che è molto più di una fiaba, è un preciso attacco contro le società totalitarie, un romanzo che, oggi più di ieri, è più che mai attuale, invasi come siamo da dittatori di tutte le risme e radical chic.
In questa nuova edizione, ottima è l’introduzione di Franca Cavagnoli che ha curato anche la nuova traduzione. “Fattoria degli animali” è un Capolavoro assoluto, un Classico della grande Letteratura mondiale, un libro che tutti dovrebbero leggere. Se tutti lo leggessero, forse qualcuno, finalmente, aprirebbe gli occhi e comprenderebbe la società che, giorno dopo giorno, ci spinge sempre più alle corde, limitando e, in molti casi, abolendo le nostre più elementari libertà.
George Orwell ebbe non poche difficoltà a farsi pubblicare in un periodo storico affatto felice per la Gran Bretagna. La prima pubblicazione della “Fattoria degli animali” risale al 1945. Siamo di fronte a una dura e precisa riflessione sugli accadimenti che condussero alla Rivoluzione russa e successivamente all’istaurarsi dello stalinismo nell’Unione Sovietica. Orwell aborriva lo stalinismo. E ieri come oggi è tabù dire che lo stalinismo è non meno peggiore del fascismo. Gli editori temevano che il lavoro di Orwell potesse minare l’alleanza fra Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica. Persino T. S. Eliot rifiutò di pubblicare un libro dichiaratamente antisovietico.
“Fattoria degli animali” è un romanzo allegorico di rara forza e attualità: i problemi di ieri sono gli stessi di oggi. Tutti dovrebbero leggere “Fattoria degli animali”, lo si dovrebbe portare nelle scuole, affinché le nuove generazioni sappiano come nasce una dittatura e per quali motivi.
Fattoria degli animali
Feltrinelli
144 pagine
9788807903793