su "Il bastone dei miracoli"
Il diavolo esiste? Sì! E risiede in Barbagia. Si chiama Paulu Anzones (noto come Muscadellu), un ricco ereditiero di fortune inimmaginabili, latifondista, imprenditore, sindaco e signore assoluto di Irìchines: insomma l'incarnazione del grado zero dell'umanità, che brama di possedere il Bastone dei miracoli (un oggetto che regala non solo una "buona morte", ma anche la facoltà di accumulare ricchezze).
Il libro narra la storia di un pastore, Licurgo Caminera, appassionato della figura di Omero e delle sue opere, che dà ai suoi 12 figli i nomi di personaggi epici. Di questi, per varie vicende legate alla malattie infantili o ai "mali dell'anima" ne sopravvivono solo sei: Ulisse, Achille, Ercole, Elena, Penelope e Antigone.
A loro, in punto di morte, non lascia un'eredità materiale, ma una fatta di parole ancestrali: sei buste in cui è contenuto, a pezzi, un racconto che di nascosto, egli ha scritto nella sua vita.
Il compito dei figli, dopo la sua morte, è quello di leggerlo gli uni agli altri a turno, ad alta voce e così, rimetterlo in ordine: questo è l'unico modo (secondo il pastore) in cui può essere ricordato degnamente.
E il diavolo? Che c'entra?
Il lettore resterà a bocca aperta quando, insieme ai protagonisti di questa fiaba, aprirà con loro le sei buste...
"Amicu meu, non fare così! Vieni ad accucciarti accanto a me!”
Il bastone dei miracoli
Adelphi
156 pagine
8845924610