su "Il gabbiano Jonathan Livingston"
Il gabbiano Jonathan LIvingston, un testo dell’americano Richard Bach,best-seller negli anni ’70, è un romanzo breve, semplice e complesso al tempo stesso, perché ha un alto valore simbolico e metaforico in uno stile agile e facilmente fruibile. Tradotto in tutte le lingue è consigliato per qualunque età, ma molto diffuso nelle scuole per il messaggio educativo e di formazione che porta in sé.
Il gabbiano Jonathan infatti non è un gabbiano come tutti gli altri, non vola per procurarsi cibo, cosa di cui non si cura, fino a divenire magro scheletrico; lo interessa il volo in sé, un volo che assurge a valore magico di perfezione interiore, un volo non dissimile da quello dell’aquila dei nativi di America, che diventa strumento di iniziazione alla vita. Un volo che consenta una veduta aerea della propria vita e del mondo che ci circonda. Jonathan è particolarmente esigente e vuole portare a perfezione il suo volo , allenandosi con pervicacia, come pervicace è la ricerca di chi vuole conoscere se stesso e l’infinito Essere dell’uomo.
Come un Socrate tafano d’Atene, alla ricerca del dàimon che lo abita, viene condannato dallo stormo all’isolamento perché non organico ai comportamenti del gruppo; questo diventa la metafora ovvia di una società convenzionale che espelle chi si discosta dalla leggi condivise e dalle consuetudini che si ergono a giudice dei comportamenti. Rigettato e vilipeso dal gruppo, perché non un umile gregario, ma figura di eccezione, come una sorta di Siddharta alla ricerca del Sé superiore, non demorde dal suo progetto e continua ad allenarsi fino ad incontrare, dopo la sua morte, altri gabbiani più perfetti di lui che lo guidano lungo un processo di rinascita nel “Paradiso dei gabbiani”; qui un gabbiano guru, come un Botthisava d’Oriente, gli insegna che il volo perfetto in sé non è sufficiente per portare a realizzazione la sua più profonda natura connessa con la conoscenza, ma bisogna integrare l’elemento Amore per superare il qui e ora e le barriere del tempo tiranno. Allora Jonathan si libra perfetto in volo, in splendente e candido piumaggio, e supera le barriere del tempo e dello spazio e non avverte più la zavorra del corpo, diventando pura anima. Alla morte del guru viene nominato successore, Maestro dei gabbiani del “Paradiso” e insegna agli altri il volo perfetto; esprime però il desiderio di tornare nel suo stormo originario e la sua richiesta viene soddisfatta; qui cerca di elevare i suoi simili, ancora impelagati nei bassi istinti dei bisogni, e trova gabbiani disponibili ad apprendere, finché uno in particolare non diventa un suo discepolo. Dopo la morte, anche questo viene assunto nel “Paradiso dei gabbiani” e decide di tornare nello stormo a fare da “Botthisava”, come simbolicamente si potrebbe interpretare. Jonathan ne è contento e scompare in volo.
Il testo si presta a più piani di lettura e molti movimenti ne hanno reclamato l’appartenenza: Cristianesimo mistico, Buddhismo, New Age...
Si sono sentiti rispecchiati nel volo del gabbiano, simbolo del raggiungimento della perfezione interiore, condotta con abnegazione e liberazione dai bassi istinti.
Il gabbiano Jonathan Livingston
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
112 pagine
8817061158