su "Apocalisse in pantofole"

Il romanzo racconta le disavventure di tre quarantenni, amici d’infanzia, divenuti però più cinici e distanti, di fronte ad una realtà sconvolgente come può essere soltanto la prospettiva dell’imminente fine del mondo, alla quale ognuno di loro reagisce a seconda della propria indole e cerca di dare una risposta.
Edoardo è l’Io narrante, Michele uno scrittore, più preoccupato di aver perso la propria ispirazione che della prossima catastrofe e Giovanni un assessore che, da buon politico, è abituato a minimizzare e quasi ignorare la realtà della situazione, perso nei suoi futili impegni mondani.
Il nostro Autore, perciò, con la sua narrazione ci obbliga a  volte a sorridere, altre a riflettere sulle miserie umane che appartengono a tutti noi, ma che cerchiamo di non lasciar trapelare, presi dal vortice dei mille impegni quotidiani e che solo di fronte ad un avvenimento straordinario emergono in tutta la loro drammaticità.
Con la sua pungente ironia, già evidente dal titolo paradossale, infatti, Francesco Franceschini legge la nostra epoca in chiave grottesca, mettendone in evidenza tutte le contraddizioni e le paure; perciò la vera morale, forse, è comprendere che non bisogna farsi troppe domande, né pretendere risposte, ma soltanto vivere al meglio ogni giorno.

Apocalisse in pantofole

di Francesco Franceschini

Libro "Apocalisse in pantofole" di Francesco Franceschini
  • Casa Editrice
    Verbavolant
  • Dettagli
    208 pagine
  • ISBN
    8889122277