su "Terroni"
Il suo saggio dal titolo provocatorio Terroni, oltre a rivelarsi un caso editoriale, è anche un nuovo documento storico dal quale i futuri libri di storia nazionale non potranno quasi certamente prescindere. L’autore cita un’infinità di esempi che spaziano dal 1861 (anno in cui nasce l’Italia unita) ad oggi. Particolarmente toccanti sono i racconti delle stragi commesse dai soldati piemontesi a carico dei cosiddetti briganti, un momento storico in cui venivano sterminate intere famiglie solo perché sospettate di essere implicate con i “banditi”o presunti tali. Tra il 1861 e il 1872 furono rasi al suolo interi paesi, e trucidati senza un minimo di pietà umana i loro abitanti. Una mattanza che non ha risparmiato donne e bambini, sistematicamente violentati prima di essere brutalmente massacrati. Partendo dal cruento passato, Pino Aprile illustra quelli che – a suo modo di vedere - sono le disuguaglianze e i pregiudizi dell’Italia contemporanea, nella quale i luoghi comuni, anziché essere sfatati, sarebbero irrimediabilmente decuplicati a causa del cattivo esempio proveniente dalla classe politica, dai media e dai salotti pseudo-intellettuali che imperversano in televisione. L’autore però, non condanna una parte o l’altra dell’Italia. Egli spiega che il meridionalismo è un’ideologia e non una condizione geografica. Non a caso,infatti,i leghisti più attivi hanno spesso origini meridionali. Il volume non è solo una critica alla storia italiana o un desiderio di rivalsa di una parte del popolo nei confronti dell’altra,bensì un saggio che ha come fine ultimo quello di indicare una strada attraverso la quale è possibile raggiungere una consapevolezza e un’identità autentica. L’augurio che Pino Aprile fa all’Italia unita è quello che un giorno politici e popolo possano sedersi intorno ad un tavolo virtuale e, dopo aver guardato le pagine più oscure della storia nazionale, costruire insieme un futuro migliore per tutti. Certo questo non servirà a riconsegnare la vita alle migliaia di meridionali morti, ma sarebbe utile quanto meno a restituire all’Italia quell’unità di popolo che sicuramente merita.
Terroni
Piemme Edizioni
303 pagine
886621602X