su "Quasi niente"
Il titolo "Quasi niente" anticipa il tratto minimalista della narrativa degli autori ma man mano che si va avanti nella lettura, e ti devi fermare spesso per avere il tempo di riflettere su quello che leggi, ti convinci che il libro è un trattato di filosofia vera, filosofia applicata alla vita, quella che capisci subito, quella che ti indica i valori essenziali della vita, che ti guida nel vivere bene, in pace con te stesso e con gli altri.
È un modo di far filosofia molto diverso da quello di altri illustri scrittori di cui è difficile capirne il pensiero e metterlo in atto.
Le "lezioni" di filosofia svolte nel libro, invece, si sviluppano attraverso pensieri che si rifanno alle storie e alle esperienze di vita di loro amici, che Corona chiama "filosofastri", di cui gli autori hanno fatto tesoro e lo trasmettono in un linguaggio leggero ed efficace.
Diverse sono le storie ma tutte toccano le corde dei più alti sentimenti, sono tutte metafore dei più alti valori del vivere comune.
La storia del boscaiolo che si ritiene invincibile, che sfida un albero centenario e che nel combattimento perde è la metafora dei limiti di cui dobbiamo essere consapevoli; e lo storia del cieco che "vede" attraverso la musica della sua fisarmonica è la metafora di vedere oltre la realtà e le varie storie delle donne esaltano la loro grandi doti a dispetto del rapporto col maschio.
Corona, come Sant' Agostino si libera nel libro dei peccati della sua giovinezza purificandosi, come dice lui stesso, "non per opportunismo ma per stare meglio".
Lo sfondo di tutte le storie è la montagna che con le sue asperità ma anche con la sua dolcezza è nel dna degli autori e conferisce ritmo e forza alla loro vita.
Quasi niente
Chiarelettere
173 pagine
886190906X