su "L'amore prima di noi"
“L'amore prima di noi” (Mondadori, 2017) è un libro da mettere in libreria, poi da riprendere, poi da rimettere, poi da riprendere. Ogni volta che si legge un mito così come lo ha riscritto Paola Mastrocola ci si sente un pochino più ricchi. Si può rileggere anche la stessa storia, più volte, senza provare noia. La sua scrittura è delicata nel raccontarci alcuni miti, noti e non, secondo la chiave di lettura che ha sceto: l'amore. L'amore che è rapimento, fuga, sguardo, eccesso. L'amore secondo Dedalo, spettatore quasi impotente eppure insieme corresponsabile di una serie di amori che gli accadono sotto gli occhi, il suo per il figlio Icaro, il suo per la madre del Minotauro, quello della madre, folle, per un toro, quello di Teseo per Arianna. Oppure l'amore secondo l'altera Diana, secondo il viziato Apollo, l'amore che rapisce Proserpina, quello che rapisce Elena. Questo libro è una coccola lunga e un balsamo per ogni volta se ne abbia bisogno. Si ripone in libreria e si riprende ogni tanto per leggere un mito, sempre narrato da immagini bellissime e moderne, insieme eterne. Affascina anche la profonda conoscenza dell'autrice verso queste storie, che spesso sono intricate da raccontare. Sorprende l'idea che i nostri antenati abbiano potuto avere una fantasia così fervida e costruire architetture così complesse e invisibili dietro a ciò che vedevano: un albero, un animale, un fiore. Una fantasia e una sacralità che forse dovremmo riprendere... e forse è proprio questo, il messaggio intessuto nel libro.
“Gli uomini. Pensano così poco al fatto di essere mortali, il meno che possono. Così riescono a vivere una vita breve come se fosse eterna”.
L'amore prima di noi
Einaudi
318 pagine
9788806237318