su "A un cerbiatto somiglia il mio amore"
La partenza, la guerra, il recupero di sè. Una madre che, irrazionalmente, pensa che finchè lei non tornerà a casa nessuno potrà venirle a dare la lugubre notizia della morte del figlio, che combatte in medio oriente: finché lei sarà fuori lui resterà vivo. Comincia così il viaggio della protagonista con un vecchio amico, Avram, che veglia sul loro passato comune e lo protegge dalle intemperie, dalle brutture, dalle miserie. Ma dai rimpianti no, non ci riesce, è difficile anche per il coraggioso uomo.
Il romanzo è ricco di riflessioni, impreziosite da un'ottima traduzione. Il dolore cresce e si spezza, sbattendo contro il muro della contemporaneità. "Di colpo fu travolta dal calore di quella loro alleanza, resa ancora più solida dal silenzio, dal grande segreto, dalla voragine perennemente aperta sull'orlo della quale entrambi sprigionavano tenerezza, e prudenza, e sostegno reciproco, attenti a non cadervi ma nemmeno ad allontanarsi troppo, amaramente consapevoli (una consapevolezza che racchiudeva una punta di dolcezza) che la storia della loro vita veniva scritta anche in una grafia speculare che nessuno al mondo, tranne loro, era in grado di leggere e decifrare".
A un cerbiatto somiglia il mio amore
Mondadori
781 pagine
8804592745