su "La settima lapide"
“La settima lapide” di Igor De Amicis soddisfa le aspettative promesse dalla trama e mantiene agganciati per tutta la lettura.
Già noto nel panorama della letteratura per ragazzi, l’autore supera in pieno la sua prima prova nel mondo del thriller. I suoi occhi raccontano le incarnazioni del Male, le sue mani arrivano a sembrare sempre sporche come quelle di Lady Macbeth e il suo accento si fa cupo e napoletano quando i suoi personaggi prendono vita. Il filo rosso della narrazione segue le vicende di Michele Tiradritto, appena uscito di prigione, che deve fare i conti con quello che ha lasciato nel suo passato. Lui è cambiato, ma è il mondo che ha lasciato fuori a essere rimasto immutato: per qualcuno ci sono ancora conti da chiudere, regole da ricordare, ruoli da riconfermare. E poi lei, la Verità, “semplice e lineare come solo la Verità sa essere”, che fa ordine nel passato e si traveste da angelo vendicatore.
Una storia struggente, incalzante nella lettura anche grazie alle incursioni nelle vite private dei personaggi. Igor De Amicis ci aiuta a guardare le cose da un punto di vista privilegiato, quasi sbirciando tra gli strappi delle quinte, e ci lascia anche un po’ spaventati nella consapevolezza che è “sbagliato mettersi in mezzo agli ingranaggi, perché si rimane schiacciati”.
La settima lapide
DeA Planeta Libri
408 pagine
8851161046