su "I promessi sposi"

Mai come oggi si può affermare che I Promessi Sposi sono un archetipo illustre posto alla base della Letteratura e anche della Storia italiana… vecchia e nuova. La narrazione delle vicende del contrastato amore tra Renzo e Lucia, la peste che dilaga nel Paese, i poteri forti che condizionano pesantemente la vita dei giovani, i baluardi della burocrazia e i loro cavilli, lo sfacelo del Clero diviso tra gli eroi e gli sciagurati piaggiatori passando attraverso gli espiatori. Come si può non cogliere la profonda analogia con quanto accade nel nostro quotidiano anche se il batterio yersinia pestis, veicolo della terribile peste, viene sostituito dal virus covid19 e la diffusione attraverso pulci, zecche e topi, dal pipistrello o il pangolino venduto nei mercati di Wuhan?
Con questo non voglio affermare che Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni, nato a Milano il 7 marzo del 1785 e passato a miglior vita sempre nel capoluogo lombardo il 22 maggio del 1873 sia stato un preveggente come Nostradamus e che I Promessi Sposi abbiano tra le righe più messaggi segreti di quanti ne abbia mai rivelati Julian Assange con la sua organizzazione divulgativa WikiLeaks.
Tuttavia è innegabile che potendo analizzare la sua Opera più famosa con gli occhi di chi si appresta a vivere (anche se questa parola mi sembra alquanto eccessiva) la transizione digitale, ecologica, transumana, la metafora acquista nuovi, più incredibili e sorprendenti scenari.
Credo che tutto ciò, Alessandro Manzoni non lo abbia mai immaginato e che la sua chiaroveggenza sia più una constatazione che suscita una piacevole sorpresa che un convincimento che attesti le capacità da oracolo dello scrittore milanese.
L’unica certezza, che sicuramente metterà d’accordo tutti i cultori del romanzo, è che I Promessi Sposi è un’opera che traccia una linea di demarcazione molto importante nella costruzione storica dello stile narrativo e del linguaggio della Letteratura italiana.
Se non fosse stato per l’esplodere del fenomeno delle copie pirata, il successo planetario dell’Opera si sarebbe tradotta, per l’Autore, in un ritorno economico stratosferico. Alessandro Manzoni incassò molto meno di quanto gli spettasse e il romanzo gli diede più fama (vista la capillare diffusione del testo) che ricchezza.
I Promessi Sposi tracciano anche un solco importante, a livello Letterario, nella costruzione ma soprattutto nella popolarità del cosiddetto romanzo storico nonché nell’unificazione linguistica nei confronti dell’anarchia comunicativa che si stava consumando in quegli anni.
Un altro punto fondamentale che il romanzo ha toccato, divenendone al contempo censore e ispiratore, è quello dell’analisi religiosa e clericale. Le scudisciate che l’Autore rivolge al “personale ecclesiastico” sono passate alla Storia, tuttavia, tra le pagine del suo capolavoro non si può non cogliere una profonda indulgenza e riconoscenza per l’eroismo e la fermezza di valori che si trovano proprio tra i più umili rappresentanti di Dio in Terra.
Nonostante sia datato, I Promessi Sposi è un capolavoro riconosciuto in tutto il mondo e apprezzato da innumerevoli generazioni di lettori, tanto che una copia del volume si trova pressoché in quasi tutte le librerie personali.
Uno spazio per custodire la storia di due giovani angariati dal Fato e dalle meschinità umane lo si trova sempre.
Dovunque.

I promessi sposi

di Alessandro Manzoni

Libro "I promessi sposi" di Alessandro Manzoni
  • Casa Editrice
    Garzanti Libri
  • Dettagli
    571 pagine
  • ISBN
    9788811360377