su "Il violino di Filo"
Matteo Grimaldi è tornato in libreria con un libro per ragazzi a maggio 2021. Pubblicato da Giunti (collana Colibrì), “Il violino di Filo” è una storia di resistenza e di energie positive. Ha vinto il premio letterario nazionale Il gigante delle Langhe per la categoria 8+ e il premio nazionale Renato Scrollavezza. Prima Effe (Feltrinelli) lo inserisce nel progetto per l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole.
Innanzitutto, di che parla? Di Filippo, del suo rapporto con la musica, della voglia di andare avanti, dell’istinto costruttivo che hanno i bambini. Inizia con una tragedia, un terremoto che distrugge molte case e molti sogni. Un’intera comunità deve trasferirsi nella tendopoli. Il sogno della classe di musica di Filippo di partecipare a un concorso musicale pare infranto: le priorità a questo punto sono, obiettivamente, altre. Ma davvero il concorso non lo è?
Io non so come possa un romanzo essere commovente senza mostrare, fondamentalmente, morte o lutto. Per fortuna la famiglia di Filippo non è toccata da vicino, per cui c’è un margine di reazione, di voglia di andare avanti. C’è la possibilità di ricostruire, perché si trovano in quel limbo in cui lo spavento è tanto ma la devastazione è contenuta, perciò possono portare valori positivi e fare da forza trainante.
Ecco, nonostante tutta questa positività io ho avuto il magone continuamente, perché ero immersa nello sguardo e nell’entusiasmo di questo bambino, e sentivo il contrasto con la mia lucidità di adulta, mentre consideravo le priorità da adulta: coprirsi, mangiare, tornare a casa.
Ma per fortuna le priorità a volte non coincidono.
Leggere “Il violino di Filo” fa bene ai bambini e agli adulti, perché ogni tanto ci dimentichiamo che le cose davvero importanti non sono sempre quelle più evidenti.
Il violino di Filo
Giunti
160 pagine
9788809898622