su "L'amore ai tempi del colera"
Mi dispiace solo di aver letto un così bel libro dopo aver visto il film. Senza nulla togliere alla versione cinematografica, che mi è piaciuta molto, il libro (come sempre) è tutta un'altra cosa. L'autore descrive minuziosamente, ma mai pesantemente, con un velo poetico gli ambienti, i personaggi, l'atmosfera di un mondo così diverso dal nostro in tanti aspetti a parte quello dell'amore. Le convenzioni della società erano di una rigidità e moralità impensabile al giorno d'oggi, ma la forza dell'amore sia esso platonico che fisico era più forte.
Il gusto del proibito o i matrimoni combinati non erano la sola spinta verso adulteri carichi di passione e sentimento. In un mondo che sembrava andare a rotoli, preda di crisi economiche ed epidemie impietose, l'unico rifugio di momenti felici e oblio era nel cuore e nel letto di chi riusciva a regalare amore vero o anche solo attenzioni, che ci si avvicinavano molto.
Mi sono affezionata a Fermina per tutto il libro, mi sono invaghita dell'affascinante dottor Urbino e Florentino, come il suo nome, ha suscitato in me sensazioni discordi dal fastidio alla rabbia e infine alla compassione.
L'amore ai tempi del colera tocca le corde del cuore senza scossoni, ma in profondità.
L'amore ai tempi del colera
Mondadori
392 pagine