su "Niente si oppone alla notte"
"Niente si oppone alla notte" è l'ultima pubblicazione in Italia della scrittrice francese Delphine de Vigan. All'inizio, quasi sconcerta.È il resoconto di una storia familiare, davvero tragica, ed è autobiografico, impudico.È la storia di Lucile, la madre della scrittrice che conosciamo da subito grazie all'immagine di copertina: una donna evidentemente bellissima. Lucile si è tolta la vita nel 2008, a poco più di sessant'anni, dopo vari internamenti in manicomio, cure per correggere il suo bipolarismo, un matrimonio fallito, due figlie messe al mondo che non ha potuto crescere. In questo libro si racconta di lei: di una ragazza che ha letto molti libri, che è colta, intelligente, finchè qualcosa si spezza dentro la sua testa, segnando irrimediabilmente anche la vita di chi l'ha amata e la ama. Un destino già scritto? La pazzia come malattia ereditaria? Oppure vicende familiari tenute nascoste?
Chi legge avverte di stare entrando in una storia intima, privatissima: le estati nella casa di Pierremont, le giornate passate a cucinare e a fare conserve, i bisticci dei nipoti, le ansie, le incomprensioni. Ma, mentre procede attraverso le pagine, vede anche aprirsi un mondo che somiglia a mille altri. Le regole delle famiglie patriarcali, gli abusi, l'amore che non è mai come dovrebbe essere. Ecco cosa provoca il senso di rigetto che s'avverte appena s'inizia il libro: è che, quasi sempre, non vogliamo vedere, non vogliamo sapere. Ed ecco anche, quindi, la grande forza di questo testo, che s'impone malgrado tutto e che, sostanzialmente, ci obbliga a ricordare e a vedere anche nelle nostre storie.
Niente si oppone alla notte
Mondadori
320 pagine
8804628154