su "Adrion cerca Nezia... una storia d'amore"
Perché Tintoretto?
L’ho chiesto ad Aurora Prestini
La prima cosa che noto prendendo in mano il libro di Aurora Prestini è l’immagine in copertina, perché è una famosa allegoria di Tintoretto esposta a Palazzo Ducale. Uno dei pochi quadri fortunati che occupano ancora il posto per cui son stati commissionati. Si tratta di “Arianna, Venere e Bacco”
Quando però scorro la presentazione del libro resto un po’ sconcertato: “Anno 1099 d.C. I Cristiani sono alle porte di Gerusalemme…” difficile immaginare una situazione più lontana dall’allegoria di Tintoretto!
Così incontrandola, chiedo spiegazione direttamente all’autrice, Aurora ride: ‐ Non ho scritto io la presentazione! ‐ mi spiega – evidentemente l’editore ha voluto creare un presente storico per immergere il lettore nell’azione. E l’episodio d’Astarte, che appunto si ambienta a quell’epoca, prende le mosse da Gerusalemme assediata… ma di lì a poche pagine la protagonista troverà rifugio a Venezia e le nozze a cui allude il dipinto saranno celebrate! Non ti racconto i dettagli per non svelare la trama. –
‐ In ogni caso – insisto io – siamo qualche secolo in anticipo rispetto al dipinto, che è del 1576, come leggo sempre in quella quarta di copertina… anche quello ti è stato imposto dall’editore?. –
Aurora ride di nuovo: ‐ No, no, ‐ mi rassicura ‐ Tintoretto l’ho scelto io, perché era “l’enfant terrible” della pittura veneziana … si chiamava Jacomo Robusti, lo avevano soprannominato così, perché era figlio di un tintore ed inoltre pare fosse piccolo di statura e vivacissimo. Dipingeva tutto in metà tempo, come durante la famosa gara d’appalto per la Scuola di San Rocco, quando mentre gli altri preparavano i progetti riuscì a realizzare ed a sistemare in loco la prima tela, aggiudicandosi così la vittoria! –
‐ Se non sbaglio era il 31 maggio 1564… qualche anno prima delle allegorie a Palazzo Ducale… ‐
‐ Sì, certo, ma nel tempo non perse nulla della vivacità iniziale, così quando mi han chiesto un’immagine ho pensato a lui. Volevo un pittore veneziano per illustrare la storia, ma negli anni in cui si svolge la vicenda si usavano ancora affreschi e mosaici di stampo bizantino… ‐
‐ Come quelli che terrorizzano la povera Astarte quando comincia a frequentare la chiesa! ‐
‐ Si certo, ‐ conviene Aurora – la cattedrale almeno è rimasta quella d’allora, anche se non si può dire lo stesso di tutta l’isola. Nella casa dove è vissuta Astarte adesso hanno costruito un ristorante e lo splendido pioppeto di allora, come i campi coltivati e le praterie dove effettivamente si allevavano i cavalli, li ho solo immaginati, leggendo i libri di storia. ‐
‐ Eppure sembra tutto così reale… ‐
‐ Lo è; o almeno nell’XI secolo Torcello era così, ma ora da tempo nessuno più ci vive stabilmente … anche i padroni d’Astarte, quando diventano ricchi, vanno a vivere nel palazzo di Rivo Alto, un cambiamento rispetto al “ménage” di Torcello!
‐ Esiste davvero questo palazzo? ‐
‐ Personalmente mentre scrivevo pensavo alla Ca’ d’Oro… ma scorci di questo tipo abbondano un po’ in tutta Venezia. A differenza di Torcello la zona di Rialto è ancora abitata, anche se meno di una volta. Ci sono certe zone di Castello o Cannaregio dove è possibile ancora sognare quella che doveva essere la vita della famosa Serenissima! ‐
‐ Attualmente poi bisogna dire che l’opinione pubblica s’è sensibilizzata e far rivivere le vecchie tradizioni è diventata una moda … però non esiste più il palazzo‐fondaco! ‐
Libri, cataloghi mostre … e fantasia
Adrion cerca Nezia... una storia d'amore
Gruppo Albatros Il Filo
166 pagine
8861858074