su "Cecità"
Provate a immaginare un'epidemia improvvisa e incontrollabile di cecità. Provate ad immaginare che ad essere menomata non sia una minoranza ma, di colpo, una maggioranza; per di più una maggioranza abituata, fino ad un attimo prima, a vedere, e a riconoscere spazi e colori. Come ci si muoverà in un mondo bianco latte, del tutto sconosciuto? Quali istinti prevaricheranno?
Questo romanzo, incomparabile nello stile e nella delicatezza con cui racconta anche le cose più truci, diventa una profonda allegoria di una (eventuale? o verosimile?) società in cui è la massa ad avere la meglio, spesso mossa da imponderabili istinti. La salvezza è nel singolo, nell'unica persona che è inspiegabilmente ancora capace di vedere, se accetterà di farsi carico della funzione di guida.
"Ci vedrò sempre meno, anche se non perderò la vista diverrò sempre più cieca di giorno in giorno perchè non avrò più nessuno che mi veda" (Josè Saramago)
Cecità
Feltrinelli
276 pagine
8807721821