su "Ridente Lucciola"
"Quando l'amore vi chiama, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui". Così scrive il poeta e filosofo libanese Kahlil Gibran, dell'amore... ed è quello che fa il filosofo, poeta Francesco Borgia, affidandosi completamente all'Amore, in "Ridente Lucciola", la sua prima silloge poetica. Sessantasei liriche, dove il titolo di ciascuna è sostituito da simboli letterari di numerazione romana progressivi, quasi a voler definire la continuità del sentimento del poeta che risulta "essenziale" nella metrica libera, dove ci si trova a considerare non il singolo verso, ma la lirica completa per carpirne la profondità nella sintesi di pensiero.
L'uso della retorica nell'anafora, con la ripetizione della parola, accompagna il verso nella poesia di Borgia, come un suono che ci culla: "Entra nella fiamma/ nel silenzio stellato/ nel soffio che si estenua/ Entra nella fiamma/ del tuo infinito candore/ Ritornata ad essere l'azzurro/ col tenero vagare del cielo /entra nella fiamma".
Liriche brevi, in alcuni casi quasi degli Haiku, dove l'amore per l'amata si fonde con l'amore per la natura: "Di te/ il mare/ è l'amore/ più dolce/ tra te/ e il mare". Occhi che raccolgono albe e maree, labbra di miele dolcissimo: "Dita lunghe/ silenziose/ incaute/ danno soffio/ a dita/ punte d'amore". Tutti e cinque i sensi vengono chiamati in causa con delicatezza dall'autore, per dipingere non soltanto il corpo dell'amata ma per sottolineare le emozioni forti che, il di lei pensiero, suscita. Il poeta Borgia si esprime attraverso figure di contenuto, di parola, di pensiero, di sentimento e quella, che all'apparenza può apparire come "una poesia semplice e diretta" è in realtà il risultato composto e ben mirato a far arrivare, a chi legge, la profondità e la bellezza di un sentimento tanto ricco che, a saperlo esprimere così, è anche un dono e come è sapientemente riportato nella prefazione alla silloge, di Luca Benassi:"Il lettore vi troverà versi di un'energia dirompente, nei quali aprire squarci nell'abisso del proprio sentire, senza mai allontanarsi da un principio tonale, melodico e sintatticamente organizzato". Non manca alla silloge lo "sguardo attento" di una donna, che va oltre i tumulti della passione e si posa sulla "dolcezza e tenerezza di un sentimento etereo e cangiante" e lo fa Mina Borrelli nella preziosa postfazione, analizzando la figura della donna attraverso il canto poetico dell'autore che "idealizza la figura femminile senza privarla della sua presenza carnale, umana e passionale", riproponendo, tra l'altro, la XXXV lirica della silloge : "Sei /una rosa/ intensa e inattingibile/ trepida e turbinante/ ad esaurire il cielo".
La rosa, simbolo poetico e musa ispiratrice per tanti artisti e poeti e della quale anche Francesco Borgia ha subìto il fascino.
Ridente Lucciola
Andrea Pacilli Editore
89 pagine
8896256399