su "Se nessuno parla di cose meravigliose "
Questo è un libro che al lettore può sortire due effetti contrapposti, o la totale immedesimazione ed interesse con la piena consapevolezza della magia della narrazione che è elogio dell’osservazione, o l’assoluta indifferenza, l’aridità dell’osservazione, il rifiuto verso le microstorie del creato. Tutto più o meno si svolge in un quartiere, la narrazione e i punti di vista cambiano a seconda della abitazione e del numero civico, si passa da una famiglia con dei figli, a dei nonni che si godono l’ormai vecchiaia, a dei ragazzi che dividono uno spazio comune, ad altri ancora divertenti e particolari personalità. Non mi lascia indifferente questo libro, anzi mi spinge a pensare quando troppe volte ci lasciamo trasportare tra la troppa frenesia che la vita impone, non godendoci ciò che di bello è nelle piccole cose, nei piccoli avvenimenti, nei gesti semplici, puri e vergini; quando sarebbe bello sapersi dedicare all’osservazione di questo mondo, che non è quello che percepiamo noi fatto di continui fuggi-fuggi, di corse contro il tempo, di appuntamenti dell’ultima ora, di corse a volte senza senso, ma quel mondo a noi sconosciuto che nasconde dietro banali e a noi insensate situazioni tutta la magia, lo splendore di una vita che forse mai conosceremo nella sua totalità, perché soggiogati dal continuo divenire, non fermarsi, non perdere quel minuto. Esatto, sempre fin da bambini ci siamo sentiti dire di non perdere neanche un minuto della nostra vita, a volte non perdendo però quel minuto ci precludiamo tante piccole perle, gocce di storie che noi dividiamo per poi non riuscire più a ricomporre, un lago di gocce divise, tante storie che mai più si incontreranno nel loro senso originario.
“Stavamo facendo l’amore davvero, assolutamente, ineluttabilmente. Non avevo mai provato quel profondo bisogno di muovermi, piano ma con inesorabile dedizione. Mi sentivo come una selvaggia, affondata nel fango della terra e proiettata fra la luce delle stelle, un esile filo disteso sopra le generazioni. Mi sentivo imbevuta, piena di desiderio, il bisogno che m’assaliva a ondate, e stringevo le mani come un neonato, aggrappata al lenzuolo, ai capelli di lui, all’aria, le nocche bianche per lo sforzo, cercando un abbraccio sempre più completo, intimo, profondo. Quando finimmo, il lenzuolo era strappato e il materasso era scivolato sul pavimento.”
Se nessuno parla di cose meravigliose
Neri Pozza
255 pagine
8854501433